Voci da mondi diversi. Marocco
romanzo di formazione
Fouad Laroui, “L’ultimo dei Sijilmassi”
Ed. Del Vecchio, trad. C. Vezzari,
pagg. 321, Euro 17,00
Un giorno, mentre si trovava a
trentamila piedi di altitudine, Adam Sijilmassi si fece all’improvviso questa
domanda:
-Che ci faccio qui?
Un bell’incipit per un romanzo. Una domanda che l’ingegner Sijilmassi
non è l’unico a farsi, che affiora alla consapevolezza dei tanti che, come lui,
non riescono più a riconoscere se stessi, trascinati dal turbine di una vita
convulsa che non lascia spazi per niente che non sia il lavoro. Per fare cosa, vani numi? Vendere bitume,
comprare dell’acido solforico, pensare alla commissione dell’agente indiano.
Miseria! E lo chiamano progresso…E Adam Sijilmassi prende una decisione-
che non sarebbe mai più salito su un aereo. E naturalmente da questa decisione ne
conseguirà un’altra. Darà le dimissioni (tra l’incredulità di tutti). E le
conseguenze avranno un effetto valanga. Dovrà lasciare (subito) l’appartamento
di lusso in cui abita. Scoprirà che la moglie non ama lui ma la posizione
economica e sociale che lui fino ad ora era in grado di offrirle (infatti la
moglie se ne torna a casa da sua madre). Andrà da uno psicanalista (su
richiesta della moglie) che pensa che Adam abbia un esaurimento nervoso. Osserverà
con occhio diverso la realtà che lo circonda, ne coglierà la naturalezza e avrà
come un flash- la vita vera è altrove.
Adam
Sijilmassi, che aveva già fatto le grandi prove di che cosa significasse
diminuire la velocità dei propri ritmi tornando a piedi dall’aeroporto a
Casablanca (tutti lo avevano preso per matto), prende un’altra decisione:
ritornerà alle origini, andrà a piedi fino ad Azemmour, la sua città natale.
Fine della prima parte di questo romanzo dello scrittore marocchino Fouad
Laroui che diventa un romanzo di formazione capovolto, un romanzo ‘on the road’
senza motociclette o automobili, in cui quella che poteva essere l’ammirazione
di chi vedeva il viaggiatore passare su un bolide rombante, diventa lo stupore
tinto di disprezzo nei confronti di un uomo che viene giudicato dalle
apparenze- deve essere un poveraccio se neppure ha i soldi per un taxi o per
noleggiare una macchina.
La seconda parte del libro è una pausa di quiete, il riposo del
guerriero che deve riambientarsi e ritrovare se stesso. Chi è lui, Adam
Sijilmassi, il cui nonno era un haji perché aveva fatto il pellegrinaggio alla
Mecca doveroso da parte di ogni buon musulmano? Adam ha frequentato il migliore
liceo francese, gli viene più facile parlare in francese che in arabo, la sua
mente è affollata da citazioni che derivano da letture occidentali- gli è
possibile staccarsi da tutto questo, rinnegare la cultura che lo ha formato e ritornare
alle origini?
La realtà è che Adam non ha più niente in comune con la gente che ha sempre
vissuto ad Azemmour e la terza parte del romanzo ne è una prova. È un
personaggio talmente insolito da riuscire incomprensibile a chi gli è vicino.
Lui non capisce loro (l’assurdità del venditore d’acqua che vende bottiglie
d’acqua vuote) e loro non capiscono lui che ha abbandonato una vita di
ricchezze e, in un crescendo di tragica comicità, l’ex ingegnere viene travolto
da sospetti (pensano che possa anche essere un terrorista) e trascinato in sottili
disquisizioni religiose con un parente fondamentalista.
Non è una bella fine, quella dell’ultimo dei Sijilmassi che non a caso
si chiama Adam, come il primo uomo. Ci fa riflettere. Perché la vicenda di
questo uomo che decide di cambiare vita non riguarda solo lui che è, per di
più, strattonato tra Oriente e Occidente, tra due culture diversissime a cui si
è aggiunta quella globalizzata in cui vige la legge del mercato. Riguarda tutti
quelli che hanno voglia di fermarsi e di indagarsi, di chiedersi se è vita
quella che conducono, che hanno paura di arrivare alla conclusione dell’ultimo
dei Sijilmassi, conduco una vita da
idiota. Che non ha nessun senso.
Ricco di richiami letterari e filosofici, triste e divertente.
Leggere a Lume di Candela è anche una pagina Facebook
Nessun commento:
Posta un commento