Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America
Stefan Merrill Block, “Oliver Loving”
Ed. Neri Pozza, trad. M. Ortelio,
pagg. 351, Euro 18,00
Il tuo nome è Oliver Loving. O
forse no. Qualcuno dirà che è un nome di fantasia, ma in fondo ti si addice.
E’ vero, sembra un nome di fantasia, con quel cognome, Loving, che
suggerisce tanto della sua indole. E può benissimo anche non essere il suo vero
nome, perché- quante storie abbiamo letto, purtroppo, nelle notizie di cronaca,
di stragi nelle scuole, di studenti morti o gravemente feriti? E allora sì a
Oliver Loving, un nome per tutte le vittime innocenti di un atto di folle
violenza.
Siamo a Bliss (vogliamo indugiare
ancora sul significato dei nomi? Bliss, Beatitudine, per una cittadina che ha
ben poca felicità, situata com’è nel Texas occidentale, sul limitare del
deserto che confina con il Messico- quanti drammi in quella zona, prima,
durante e dopo, in un paese e in un tempo che ha sostituito la discriminazione
contro i neri con quella contro gli ispanici. Oppure ha aggiunto questa a
quella. A Bliss, la sera di un 15
novembre (l’anno non è precisato, com’è giusto), un ragazzo messicano entra
nella scuola che aveva frequentato qualche anno prima e apre il fuoco sugli
studenti che stanno preparando una rappresentazione. Anche l’insegnante è
colpito a morte. Fuori dall’aula si imbatte in Oliver Loving (che non dovrebbe
affatto essere lì) e gli spara. Disarmato dal bidello, si uccide con un’altra
arma che aveva con sé. Oliver non muore.
Forse sarebbe stato meglio per lui. Resta in coma vegetativo in un letto
d’ospedale. E la sua famiglia si sfascia.
Oliver, diciassette anni. Suo fratello Charlie, tredici anni. La mamma
Eve. Il padre Jed. Rebekkah Sterling, il primo amore di Oliver. Sono i personaggi
che si alternano sulla scena del romanzo, ognuno con la sua storia personale,
con le sue reazioni e i suoi sentimenti, i suoi sensi di colpa. Ognuno con la
parte che ha avuto in quello che è successo a Oliver. Ognuno con quello che
farà di sé e della sua vita dopo Oliver.
Perfino la scuola chiude i battenti. E il ranger di Bliss non si stancherà di
cercare di capire, per dieci anni, perché è successo- rifiuta la soluzione
facile del ‘non c’è un motivo. La follia’. Dieci anni dopo Oliver è sempre
immobile, Charlie è andato a New York e passa giornate inconcludenti invece di
scrivere il libro che intendeva scrivere su suo fratello (quello che inizia con
C’era una volta un ragazzo che cadde in
un varco del tempo- leitmotiv di tutto il romanzo), Eve vuol credere che il
figlio si risveglierà, Jed beve e fa stravaganti sculture, Rebekkah (che non è
mai stata la ragazza di Oliver) non riesce a dimenticare.
Stefan Merrill Block ha una propensione per esplorare la psicologia dei
personaggi, per immaginare i pensieri di un cervello non più integro (penso al
suo primo romanzo, “Io non ricordo”), per esplorare le conseguenze di
comportamenti e azioni. E riesce ad universalizzare il dramma di Oliver
inserendolo nelle problematiche della dinamica famigliare. In più ha messo a
fuoco, in questo ultimo romanzo, due tematiche scottanti- la diffusione della
violenza e la facilità di procurarsi delle armi, e il razzismo nei confronti
degli ispanici. “Oliver Loving” è un bel libro che, tuttavia, soffre di alcune
lungaggini e ripetizioni, rallentando il ritmo nella parte centrale.
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