domenica 10 febbraio 2019

Javier Marìas, “Berta Isla” ed. 2018


                                            Voci da mondi diversi. Penisola iberica
            spy-story
            love story

Javier Marìas, “Berta Isla”
Ed. Einaudi, trad. M. Nicola, pagg 480, Euro 18,70

      C’è tutto Javier Marìas in questo suo nuovo splendido romanzo che ha un titolo breve con un nome, quello della protagonista. Ovvero: è lei, Berta Isla, la protagonista del romanzo, lei che, secondo l’uso spagnolo, dovrebbe in realtà chiamarsi Berta Isla de Nevinson, aggiungendo il cognome del marito al suo, come fosse di sua proprietà? O piuttosto il protagonista è suo marito Tomás o Thomas o Tom Nevinson che a un certo punto assumerà un altro nome e poi un altro ancora? Perché c’è un buon motivo se Berta, innamorata di Tomás da quando era una studentessa, non aggiunge il suo cognome al proprio- dopo un rientro a Madrid da Oxford dove studiava, Tomás era apparso cambiato. Più ritirato in se stesso, come se ci fosse un’ombra sulla sua vita. E- erano già sposati e avevano un bambino piccolo- l’aveva avvisata che il suo lavoro nel Foreign Office lo avrebbe obbligato a stare lontano per lunghi periodi, che a volte lui non avrebbe potuto neppure contattarla, che lei avrebbe dovuto essere paziente. Berta era stata paziente, anche quando non era riuscita a rintracciarlo e lei doveva dirgli che qualcuno aveva messo in pericolo la vita del loro bambino. Poi, nel 1982, all’epoca dell’assurda guerra delle Falklands, Tomás era partito ed era in pratica scomparso.

      Noi lettori siamo gli spettatori che sappiamo tutto o, almeno, quasi tutto fino ad un certo punto. Sappiamo quello che è successo ad Oxford e che- come allude il titolo del romanzo di Joseph Conrad, “L’agente segreto”, che un personaggio sta leggendo- Tomás è stato reclutato dall’MI6 o dall’MI5. D’altra parte ricordiamo bene Peter Wheeler e il misterioso Mr. Tupra che avevamo conosciuto in altri romanzi di Javier Marìas. Forse anche Berta sa ma non vuol sapere, così come quando lo aspetta per anni e anni e continua ad aspettarlo nonostante sia stata dichiarata vedova, è perché non vuole credere che Tomás sia morto. Continua a tornare sul tema dello spionaggio, sugli agenti segreti, Javier Marìas. Gioca con i nomi e con le diverse identità- ma non siamo forse tutti diverse persone in una, come il Tomás per metà spagnolo e per metà inglese per nascita (da qui i diversi modi di dire il suo nome), già predisposto ad essere tanti in uno? Tema affascinante, quello di chi deve assumere personalità diverse, costruirsi storie di vita diverse: gli sarà poi possibile tornare al suo vero sé? Saprà ancora qual è il suo vero ‘io’?
Di fronte a lui l’altra protagonista o quella che serve come uno specchio per il personaggio di Tomás, Berta che di cognome fa Isla e può anche essere un cognome comune in Spagna ma noi pensiamo che ‘isla’ significa ‘isola’ e questa donna è così, è isolata nella sua solitudine, fedele all’unica se stessa che è moglie e madre, fedele all’uomo che ha ‘determinato’ di amare per tutta la vita. Per mantenere l’immagine dell’isola, Berta è lì, in preda delle burrasche da cui però non si lascia intaccare, spiaggia a cui un naufrago può approdare. Uno splendido personaggio.
     Ho già detto altre volte che, quando si legge un romanzo di Javier Marìas, si deve essere pronti a lasciarsi trascinare dal suo linguaggio ricco, dal suo girare intorno ad una frase o a un pensiero per poi tornarci, per suggerirci altri significati oltre a quelli che già ci sono chiari. Senza stancarci mai. Javier Marìas è unico.

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