vento del Nord
cento sfumature di giallo
Gert Nygårdshaug,
“L’amuleto”
Ed. SEM, trad. Andrea
Romanzi, pagg.191, Euro 17,00
Personaggio singolare, questo Fredric Drum che è il
protagonista dell’altrettanto singolare thriller “L’amuleto” dello scrittore
norvegese Gert Nygårdshaug.
Personaggio singolare per le sue passioni- è un esperto enologo nonché amante
di vini raffinati, gestisce un ristorante che ha la fama di essere il migliore
di Oslo, e, parlando di cose più ‘serie’, è uno studioso di antiche scritture,
siano geroglifici o rune. Per quello che riguarda la sua vita privata, Fredric,
sulla trentina, è single ma ha avuto una storia con una ragazza francese che è
rimasta vittima, insieme a lui, di una tragica avventura, non ama mettere
radici e quindi non ha una casa ma vive in una pensione (mai più a lungo di sei
mesi nella stessa, in genere). E “L’amuleto” è un thriller singolare proprio
per quello che non è: la polizia è
assente, quindi non è un romanzo di indagine poliziesca e non è neppure una
detective story in assenza di un detective. Sarà Fredric Drum a dipanare le
fila di quanto è successo e sta succedendo.
Fredric è stato invitato ad una
degustazione su un’isoletta al largo di Oslo ma la giornata è rovinata da un
incidente: il traghetto su cui si trova viene investito da un piccolo cabinato,
Fredric è sbalzato in acqua ma riesce a nuotare fino al pontile. All’uomo con
cui stava parlando nel momento dell’impatto va molto peggio: muore con la gola
trafitta dalla scheggia di una lastra di vetro. E però: che cosa faceva con una
siringa in mano? E da dove spunta fuori la strana bambola che galleggia accanto
a Fredric e che lui si infila sotto la camicia? La strana bambola è la copia di
una piccola mummia, deve essere una sorta di amuleto. Ad ogni modo scompare
dallo scaffale del ristorante dove Fredric l’aveva messa in mostra. Se Fredric
spera di mettersi tutto alle spalle partendo per un’incantevole vallata dove
andrà a pesca con un amico inglese e poi si unirà ad un gruppo di studiosi per
decifrare il mistero delle due mummie di palude che sono state rinvenute
proprio lì, si sbaglia di grosso. Perché, uno dopo l’altro, succedono fatti
strani. O Fredric è tremendamente sfortunato o c’è qualcuno che cerca- più di
una volta- di ucciderlo. E lui si salva sempre per un soffio. Perché proprio
lui deve essere tolto di mezzo?
Leggere “L’amuleto” è un piacere, un bel
cambiamento dalle cupe atmosfere dei gialli nordici a cui siamo abituati. Si
beve molto (nessuna bevanda dozzinale di quelle che in genere trangugiano i
detective beoni, qui ci facciamo una piccola cultura sui vini pregiati), si
ammirano paesaggi stupendi, impariamo qualcosa sulle mosche colorate che
servono come esca per pescare (e ci viene in mente il libro con un titolo
simile a questo, “L’amuleto celeste” di Helen Humphreys) e molto sulle culture
primitive nordiche e sulle cosiddette mummie di palude (i cadaveri ben
conservati nella torba del terreno) a cui il poeta Seamus Heaney aveva dedicato
i bei versi della poesia che inizia con Some
day I will go to Aarhus/ To see his peat-brown head,/ The mild pods of his eye-lids,/His
pointed skin cap.
Leggere a Lume di Candela è anche una pagina Fcebook
la recensione sarà pubblicata su www.stradanove.it
Gert Nygårdshaug presenterà il libro al festival dei Boreali, a Milano (21-24 febbraio)
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