Voci da mondi diversi. Asia
romanzo 'romanzo'
Tash Aw, “Miliardario a cinque stelle”
Ed.
Fazi, trad. G. Marano, pagg. 525, Euro 17,00
Di Shanghai potremmo dire quello che
scriveva Yeats nella poesia “Navigando verso Bisanzio”, Questo non è un paese per vecchi. No, di certo Shanghai, capitale
del nuovo capitalismo cinese così come Bisanzio era per Yeats capitale del
cristianesimo orientale, non è una città per vecchi. Anzi, è una città che
distrugge tutto quello che ha sapore di vecchiaia e antichità per sostituirlo
con un nuovo scintillante,come il fulgido panorama di Pudong con i suoi grattacieli.
“A Shanghai va così. Dicono che abbia le dimensioni di una piccola nazione, ma
non è vero, è più grande, è quasi un continente intero, con un cuore profondo e
sconosciuto come le foreste dell’ Amazzonia e vasto e selvaggio come i deserti
africani. Le persone vanno lì come esploratori, ma presto spariscono;
svaniscono senza lasciare traccia, e nessuno li ricorda.” Il romanzo
“Miliardario a cinque stelle” dello scrittore malese Tash Aw è ambientato a
Shanghai- anzi, Shanghai ne è il personaggio principale insieme agli altri,
tutti immigrati che hanno fatto fortuna prima di precipitare ‘senza lasciare
traccia’.
Justin CK Lim, di una famiglia di immobiliaristi,
Yinghui (suo padre era ministro, lei è un’imprenditrice), Gary, cantante pop,
Phoebe che dirige una spa e Walter Chao, unico personaggio che parla in prima
persona e che ha scritto sotto pseudonimo una sorta di autobiografia di
miliardario a cinque stelle ricca di suggerimenti per come fare per
arricchirsi- sono questi i protagonisti del romanzo di Tash Aw che si alternano
sulla scena. Hanno un passato molto diverso- poverissimi Gary, Phoebe e Walter
Chao, una grande tragedia alle spalle di Yinghui che una volta disdegnava soldi
e cifre, un destino prestabilito per Justin come erede dei successi economici
del padre nonostante fosse un figlio adottivo. All’insaputa l’uno dell’altro le
loro vite si intersecano, a volte gli stessi avvenimenti vengono presentati da
diversi punti di vista, tutti loro hanno in comune una grande solitudine
interiore, il peso di vivere in una società in cui tutto è contraffatto e loro
stessi lo sono.
Il migliore esempio ne è Phoebe la cui stessa identità è falsa.
Era un’immigrata clandestina ma è riuscita a rubare, del tutto casualmente, una
carta di identità ed è diventata qualcun altro. Phoebe che studia i manuali di
auto-aiuto per costruirsi secondo un’immagine che possa attrarre un uomo
facoltoso, che compera il miglior falso di una borsa LV e riesce a ingannare
talmente bene un potenziale corteggiatore che questi le ruba la borsa pensando
sia originale, che passa ore a chattare online in quel mondo virtuale che è
ideale per chi non vuole scoprirsi, che ormai è un mondo parallelo che ha
sostituito quello della realtà. Tutti i personaggi, dopo aver raggiunto l’apice
di questo successo su basi non solide, sono precipitati in rovina, solo Gary
riuscirà a risalire la china rinunciando al sé che gli era stato costruito addosso.
E, mentre una Shanghai rutilante di luci non si ferma mai nella sua corsa verso
un futuro senz’anima, mentre si acuisce la nostalgia per una vita più semplice
ormai quasi dimenticata in Malesia, il romanzo- quasi a nostra insaputa,
sorprendendoci anche se avremmo dovuto vederne le tracce- diventa una storia di
vendetta consumata molto a freddo, elaborata e costruita nel tempo.
Tash Aw è un maestro di stile. Il suo passo
è misurato, l’abilità con cui intreccia le sue trame- come la tela di un ragno-
è grande. Il suo libro è geniale, ci irretisce, non ha niente della faciloneria
dei best-sellers. E, nonostante tutto, cadiamo anche noi nella trappola di
Shanghai- ci piace camminare con i personaggi da un lato e dall’altro del
Huangpu, guardando gli edifici storici del Bund o i nuovi grattacieli di
Pudong.
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