Casa Nostra. Qui Italia
cento sfumature di giallo
Antonio Manzini, “Fate
il vostro gioco”
Ed. Sellerio, pagg. 389, Euro 15,00
Incominciamo dalla
fine, per una volta. E rassicuriamoci subito. Possiamo già pregustare un nuovo
libro con Rocco Schiavone, il più simpatico vicequestore antipatico della
letteratura ‘gialla’ nostrana. Perché “Fate il vostro gioco” termina con
l’ordine di Rocco alla sua squadra, “Ricominciamo daccapo”. E davanti allo
stupito “Daccapo?” di Deruta, Rocco ribatte, “Daccapo. Non ci abbiamo capito
niente”.
Non è comune che
un romanzo di indagine poliziesca finisca con un grande punto interrogativo- se
è certo che l’assassino è stato individuato ed arrestato, quali sono i conti
che non tornano?
Non è comune neppure l’ambientazione dei romanzi di Antonio
Manzini, potrebbero essere dei thriller scandinavi, tanto è il freddo che fa ad
Aosta, “Le piogge di settembre avevano aperto la strada all’autunno,
accompagnato dai primi venti gelati, che incedeva lento e inesorabile come una
vedova dietro un feretro”. Ecco la parola giusta, feretro, per introdurre la trama: un pensionato del casinò di
Saint-Vincent (faceva l’ispettore di gioco) è stato trovato morto nella sua
abitazione- due coltellate.
L’indagine di Rocco ci porta nell’ambiente del casinò,
anzi, entriamo con lui nella sala dove si gioca (esilarante la descrizione
dell’abbigliamento raffazzonato dai suoi subalterni, non so se si aggiudichi il
premio D’Intino con la sua casacca arancione o Deruta con uno smoking damascato
rosa scuro dai risvolti viola), ci rendiamo conto della gravità della
dipendenza dal gioco, una vera e propria malattia con il nome di ludopatia. E
la simpatia e il sostegno di Rocco vanno a due persone vicino a lui- da una di
loro non ci saremmo aspettati questa debolezza, la sua vicenda, di come sia
rimasto invischiato nel più banale dei tranelli, ingannato da quella voce
subdola che sussurra, la sfortuna non può
durare, la prossima volta sarà quella buona, è una sotto-trama che rincalza
quella principale. Ci sono i giocatori e ci sono gli strozzini, c’è chi gioca
sporco (ma allora Rocco conosce qualcuno che è capace di giocare ancora più
sporco, e vendetta sarà) e c’è chi coglie l’opportunità per riciclare denaro.
E’ collegata la pista del riciclaggio con l’assassinio? Sono tante le domande
che restano senza risposta.
Non ha risposta
neppure quella che ci poniamo anche noi- che uomo è in realtà Rocco Schiavone?
Quante ombre ci sono nel suo passato, oltre a quella della moglie Marina con
cui continua a parlare, anche se meno spesso? Certi suoi comportamenti ci
lasciano perplessi, finché capiamo che è una sorta di Robin Hood dei
poliziotti, un uomo che alterna una durezza d’acciaio con una grande tenerezza,
cinismo e generosità (non avremmo mai pensato che lui, così geloso della sua
solitudine, avrebbe offerto ospitalità al quasi-figlio-adottivo Gabriele e alla
madre di questi).
“Fate il vostro
gioco” è un altro romanzo vincente di Antonio Manzini (e non è un gioco di
parole con il titolo). La trama gialla non è complessa (aspettiamo però a
leggere il seguito) e l’attrattiva del libro è nel tema del gioco d’azzardo che
crea dipendenza- “Sono un tossico? Ho una dipendenza?”, si chiede uno dei
personaggi. Soprattutto è nel ruvido protagonista, pure lui con la sua
dipendenza dalla canna mattutina di cui ben sappiamo, oltre che dai suoi
ricordi.
Leggere a Lume di Candela è anche una pagina Facebook
Nessun commento:
Posta un commento