Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America
romanzo di formazione
autobiografia
Michael
Frank, “I formidabili Frank”
Ed. Einaudi, trad. F. Aceto,
pagg. 344, Euro 20,00
Frank non era neppure il vero cognome dei
‘formidabili Frank’. Era iniziato come nome d’arte in questa famiglia in cui le
due figure femminili predominanti avevano lo stesso nome e si erano date dei
soprannomi- Huffy la madre Harriet senior e Hank la figlia Harriet junior. E’
tutto speciale, nella famiglia Bergman, alias Frank. Ad iniziare dall’intreccio
di parentele: fratello e sorella Ravetch hanno sposato sorella e fratello
Bergman. Merona Ravetch e Martin Bergman hanno tre bambini- il più grande,
Michael, è la voce narrante nonché l’autore del libro. Irving Ravetch e Hank
non sono riusciti ad avere un figlio e prendono in prestito Michael, ne fanno
un figlio sostituto, gli rovesciano addosso il loro amore che finisce per
diventare opprimente, cercano di plasmarlo ed educarlo a riconoscere il bello
ovunque: sono due sceneggiatori famosi, hanno i mezzi per farlo. E poi ci sono
le due nonne, Huffy e Sylvia, che vivono insieme- Huffy la personalità
dominante, Sylvia remissiva e di certo infelice.
Il tono del libro all’inizio è leggero e
divertente. Michael è un bambino, gli piace essere il prescelto, non gli
importa che i due fratellini non ricevano le attenzioni e i regali di cui la
zia lo ricopre, spia dalla finestra l’arrivo dell’automobile che lo porterà a fare
commissioni insieme a Hank che ama girare per mercatini dell’antiquariato e per
negozi insegnando a Michael quello che è b. (buono) e n.b. (non buono). Poi, a
poco a poco, affiora il risvolto di questa situazione da privilegiato. Se
Michael non se ne rende conto, ci pensano i compagni di scuola a fargli capire
che è diverso dagli altri, tormentandolo, facendogli del male. Quale altro
bambino gira con l’album da disegno sotto il braccio, ha già letto Dickens, sa
chi è Balzac? Il minimo che possano fare è chiamarlo ‘femminuccia’ e ‘frocio’.
La presenza della zia diventa sempre più ingombrante, e non solo nella vita del
bambino. E’ lei che fa e disfa anche in casa di Merona, è lei che sceglie
mobili e quadri e objets. Difficile
sottrarsi al suo dispotismo, anche le vacanze dei Frank sono tutti insieme. E
poi, quando lei chiama, Michael deve accorrere. E’ un personaggio carismatico e
per certi versi affascinante. Ma temibile. Perfino il marito Irving, pur molto
legato a lei, ha bisogno di tirare il fiato ogni tanto, di incontrare un amico da
solo per un Coffee Time. E sia Irving sia Michael soffrono di mali di chiara
origine nervosa- passa tutto se sono per un po’ lontani da Hank.
Merona e Martin Frank |
Irving e Hank |
“La tua vita è una menzogna”, griderà
Michael allo zio, anni dopo. Perché, mentre noi assistiamo alla lotta di
Michael per non restare invischiato nella ragnatela che la zia ha tessuto
intorno a lui, lo zio Irving è già prigioniero- e senza speranza di liberarsi-
incapace di qualunque obiettività nei confronti dei comportamenti della zia.
Che diventa sempre più tirannica, assolutista, egocentrica, assurda e perfino
crudele nelle sue esigenze che sembrano voler essere una prova del suo potere
manipolatorio. E il tono del libro cambia, il libro di ricordi, il romanzo di
formazione si trasforma nella storia dell’evolversi di una malattia nervosa che
si arresta un attimo, con ritrovata ragionevolezza, solo davanti alla morte di
Irving.
“Zia Mame” di Patrick Dennis (1955) è il
precedente più famoso del personaggio della zia che diventa il Pigmalione del
nipote. Tuttavia c’è altro ne “I formidabili Frank” che si definiscono, ad un
certo punto, come “i formidabili pazzamente Frank”. C’è prima di tutto la
spontaneità del racconto di esperienza vissuta in prima persona. E poi il
ritratto di una famiglia che ha una storia difficile alle spalle, il quadro di
un luogo- Los Angeles e Hollywood - e di un ambiente (quello cinematografico)
descritti in maniera spumeggiante. Di certo ricorderemo a lungo l’immagine di
questa donna invincibile che, ormai anziana (101 anni nel 2017), usa la stessa
tattica accattivante, le stesse parole, more
is more, offrendo in regalo un libricino di Shakespeare alla figlia di
Michael.
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