lunedì 18 giugno 2018

Tishana Doshi, “Il piacere non può aspettare” ed. 2010


                                                       Voci da mondi diversi. Asia
                                                                    love story
      il libro ritrovato

Tishana Doshi, “Il piacere non può aspettare”
Ed. Feltrinelli, trad. Gioia Guerzoni, pagg. 306, Euro 18,00

Titolo originale: The Pleasure Seekers

   “Non era così per noi, Babo. Ci sono così tanti modi di amare una persona…Per noi era una cosa delicata, niente a che vedere con quello che senti adesso. Quello che provi tu è molto raro. Noi lo chiamiamo ekam. Dicono che si possa conoscere una sola volta nella vita, oppure mai. Alcuni lo hanno descritto come entrare in una grotta senza fine. Altri come sentire il cuore che brucia su un fuoco lento di loppa secca. Quando provi questo ekam hai l’impressione di poter eliminare qualsiasi colpa nel mondo, qualsiasi profanazione e qualsiasi sfortuna.”

   E’ il 1968 quando Babo, primogenito della famiglia Patel, lascia Madras per fare un’esperienza di lavoro a Londra. Quando l’aereo atterra a Heathrow Babo ha la prima sgradevole sorpresa: non c’è nessuno ad aspettarlo, dovrà cavarsela da solo per arrivare a casa del cugino che lo ospiterà all’inizio. Seconda sgradevole sorpresa: il costo del taxi. Babo resta quasi senza un soldo. Terza sgradevole sorpresa: deve cercarsi un alloggio, sono troppo allo stretto nel minuscolo appartamento del cugino. Non è finita: Babo ha sempre fame. La sua famiglia è jainista, crede nella non violenza ed è strettamente vegetariana: la cucina inglese non offre molta scelta per un vegetariano. Per fortuna che il suo datore di lavoro è una persona molto gradevole che diventa il suo angelo custode, altrimenti Babo morrebbe di solitudine e nostalgia. Finché tutto cambia, il 25 di novembre 1968, quando Siân Jones appare sulla porta della mensa. E’ gallese, ha i capelli ramati e la pelle color latte. E’ amore a prima vista per entrambi.

    Dei grandi amori si ricorda tutto, ad iniziare dalla data del primo incontro al dettaglio del nastro rosso tra i capelli di lei. I grandi amori ti fanno cambiare senza che tu avverta il minimo sacrificio nel rinunciare a tutto quello che pareva importante. Babo scrive una lettera alla ragazza che corteggiava in India dicendole che la distanza ha spento il suo amore, incomincia a mangiare carne, assaggia l’alcol per la prima volta in vita sua. E naturalmente fa l’amore con Siân, il che sarebbe impensabile con una ragazza indiana prima del matrimonio. Il percorso dei grandi amori è irto di ostacoli, anche questa è una regola: Babo viene richiamato a casa con una menzogna e il padre gli sottrae il passaporto. Ma, e questo è il bello dei grandi amori, tutto finisce bene, dopo che i due passano attraverso la prova dei sei mesi di separazione e Siân raggiunge Babo a Madras.
     Questa è la parte iniziale del romanzo “Il piacere non può aspettare” di Tishana Doshi che- lo indoviniamo dall’intensa partecipazione che avvertiamo nella sua scrittura- ci racconta la storia della sua famiglia. E, in qualche maniera, ci ricorda un’altra grande storia d’amore tra un indiano ed un occidentale: in quegli stessi anni- anni di novità e di rottura- Rajiv, il figlio di Indira Gandhi, si innamorava a Londra dell’italiana Sonia Maino. C’è qualcosa di Sonia, e della sua vita di cui abbiamo letto di recente ne “Il sari rosso” di Javier Moro, nel coraggio spaurito con cui Siân taglia i ponti con il paese nel Galles in cui è cresciuta e con la modesta famiglia che già riteneva che lei si fosse spinta troppo lontano andando a vivere a Londra. E’ l’amore che dà a Siân la forza di affrontare la nuova vita in un paese la cui realtà non sarebbe neppure riuscita ad immaginare e la cui lingua non conosce.

   “Il piacere non può aspettare” è una bella storia d’amore e, nello stesso tempo, la storia di una famiglia mista: nascono due bambine, nessuna delle due ha i colori dorati della mamma. Meglio così: soltanto ogni tre anni, quando vanno a trovare i nonni nel Galles, tutti le guardano perché hanno un’aria esotica. Tishana Doshi ha l’arte di raccontare con vivacità e colore e sa creare un piccolo mondo davanti agli occhi del lettore: ci sono i nonni indiani e quelli gallesi, le zie indiane e le cugine soprannominate ‘le Sopracciglione’, il fratello di Babo che è lo scapolone impenitente finché si innamora (della persona sbagliata). Soprattutto c’è la nonna Ba che ha la saggezza e il grande cuore della vecchiaia, che accoglie il nipote quando soffre di mal d’amore per Siân lontana, così come accoglierà la bisnipote Bean quando questa resta incinta (del solito fedifrago che è già sposato).
    Iniziava con una data e termina con un’altra data, il romanzo della Doshi: il disastroso terremoto del 27 gennaio 2001 nel Gujarat, che colpisce la zona dove abita la nonna e dove Bean sta aspettando il suo bambino. Questo è uno dei tanti agganci con la realtà che cambia e che scorre sullo sfondo della storia di un amore che resta immutato- lo sbarco sulla luna, l’assassinio di Indira Gandhi, il matrimonio di Lady Di…tutto in tono lieve, spesso filtrato attraverso gli occhi della bambina la cui voce (in una maniera strana, perché la narrativa è in terza persona) ci sembra di sentire.

la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it




Nessun commento:

Posta un commento