Voci da mondi diversi. Asia
love story
FRESCO DI LETTURA
Natsuo Kirino, “In”
Ed. Neri Pozza, trad. G. Coci,
pagg. 348, Euro 15,30
Una scrittrice che si accinge a scrivere
un romanzo su X, il personaggio misterioso del romanzo di un famoso scrittore
che ormai è morto. Il quesito intrigante è: X, che ne “L’innocente” è l’amante
dello scrittore stesso, Midorikawa Mikio, è esistita veramente oppure è una
creazione letteraria? Mentre cerca di
far luce sul mistero che avvolge X, Suzuki Tamaki si rende conto di entrare ed
uscire lei stessa, di continuo, dalla dimensione del reale per immergersi nel
mondo delle parole, finché vita e arte narrativa diventano indistinguibili come
una sorta di vasi comunicanti.
Il tema del romanzo “L’indecenza”, appena
iniziato da Suzuki Tamaki, è la soppressione dell’amore- non la fine dell’amore ma qualcosa di più traumatico, il recidere
volontariamente ogni legame con l’altro e “annientare il suo cuore attraverso
l’abbandono e la fuga”. A Tamaki interessa sapere di più di X a cui, nel
romanzo di Midorikawa, si attribuisce la responsabilità di tutti i mali della
famiglia dello scrittore, dei litigi fra marito e moglie fino alla morte del
figlio più piccolo, annegato in un momento di distrazione dei genitori. E nello
stesso tempo, inoltrandosi nelle ricerche, cercando di immaginare quali fossero
stati i sentimenti di X, intrappolata in una passione travolgente e senza
futuro, Tamaki rivive parallelamente la sua storia d’amore con il suo editor
Abe Seiji. Sposata Tamaki, sposato Seiji, incontri clandestini in un
appartamento affittato- pure questa è la storia di un amore intenso soppresso
per volontà di Tamaki, stanca della situazione.
“In” è un romanzo affascinante, indice della maturità narrativa della
scrittrice. E’ un gioco di specchi e, come nei riflessi che vediamo negli specchi
messi in infilata, le immagini hanno contorni variabili, sfumati, stranianti,
confondono le idee. Quante immagini di X vediamo riflesse negli specchi? Prima
Motoko- aveva dieci anni quando incontrò per la prima volta lo scrittore
Midorikawa. Ne aveva sedici quando lui si stancò di lei perché era diventata
grande. E se pensiamo a Lolita, l’allusione è voluta: “Qualcuno sosteneva
assomigliasse a Nabokov”, dice la stessa Motoko che però nega di essere X. E
tuttavia lei non è stata più capace di amare un altro uomo. Allora X potrebbe
essere stata un’altra scrittrice, Miura Yumi? O bisogna credere allo
sconosciuto che telefona asserendo che è l’ultimo desiderio di sua madre che si
sappia la verità, che lei era X? Oppure, più semplicemente, X non è mai esistita,
come sostiene la moglie ancora viva dello scrittore? La quale è diventata
scrittrice pure lei. “Scrittori, nient’altro che scrittori! Perché? Che cosa
poteva significare?” si chiede Tamaki, mentre legge e rilegge le pagine de
“L’innocente”, apre una lettera inviata da Miura Yumi a Midorikawa (allora
Chiyoko mente, c’era veramente una X?), soffre rivivendo la sua storia con
Seiji che sta morendo- “ la morte è un grande vuoto perché recide ogni legame e
gli innocenti sono quelli che muoiono”, come il bambino figlio di Midorikawa
che spiegherebbe il titolo del libro del padre.
“In” è un grande romanzo che parla
dell’amore di coppia, del conflitto tra amore e odio, dell’amore passione che
non resiste al tempo e finisce per smarrire la sua forza originaria, della
necessità sofferta di porre fine all’amore. Ma è anche altro. E’ un romanzo sul
romanzo (“L’innocente” di Midorikawa è un secondo romanzo dentro il romanzo che
Tamaki sta scrivendo), sulla realtà che diventa finzione letteraria e
viceversa, sul potere ammaliatore delle parole e sul pericolo di restarne
prigionieri. Come il famoso Midorikawa, uomo egocentrico e senza principi che
viveva l’amore per trasferirlo sulla carta, come la stessa Tamaki che forse,
scrivendo della soppressione dell’amore riferendosi alla misteriosa X, aveva in
realtà voluto sopprimere la sua relazione con l’editor dei suoi libri.
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