mercoledì 13 dicembre 2017

Kateřina Tučková, “L’eredità delle dee” ed. 2017

                                             Voci da mondi diversi. Penisola balcanica
    la Storia nel romanzo
    FRESCO DI LETTURA

Kateřina Tučková, “L’eredità delle dee”
Ed. Keller, trad. L. Angeloni, pagg. 416, Euro 15,73

   Tra la Repubblica Ceca e la Slovacchia, i Carpazi Bianchi sono una catena montuosa speciale: è un’area naturale protetta per la varietà della sua flora e della sua fauna- alcuni tipi di orchidea crescono solo in questa zona. Non riusciamo ad immaginare nessun luogo più adatto per le ‘dee’ (vogliamo chiamarle, come altrove, come sono state chiamate anche in documenti ufficiali, ‘streghe’?) per raccogliere le erbe da far seccare e con cui preparare pozioni o, mescolandole ad altri ingredienti naturali, pomate curative. In un documento conservato negli archivi in cui Dora, la protagonista del romanzo, fa ricerche, viene descritta una scena stupefacente- le donne che escono in una notte di luna piena, si inerpicano sulle montagne e raccolgono erbe, dopo essersi spogliate ed essere rimaste interamente nude. Al di là del valore folkloristico della scena, al di là delle motivazioni per cui le donne ritenevano necessario non contaminare con le vesti il loro raccolto, possiamo immaginare (e sorriderne) le facce allibite di chi le stava spiando.

    Forse non lo sa, Dora Idesová, ma è l’ultima discendente di una stirpe di ‘dee’ che si tramandano di madre in figlia i segreti dei loro rimedi. E comunque lei né ha ricevuto il dono né le è stato insegnato alcunché. Un fatto di sangue l’ha privata della famiglia quando era bambina- il padre in prigione, la madre ammazzata. Lei e il fratello disabile erano stati affidati alla zia Surmona. La quale, però, vittima di una delazione, era finita prima in prigione e poi in manicomio. Dora era stata messa in un collegio, aveva studiato Etnografia e aveva trovato lavoro all’Accademia delle Scienze di Brno. Era stato per una tesi sulle dee di Zitková che Dora si era imbattuta nel dossier della zia- erano ormai gli anni ‘90 e gli archivi della polizia segreta erano stati aperti al pubblico. Una miniera di segreti sepolti di cui è difficile venire a capo.
   “L’eredità delle dee”, romanzo pluripremiato nella Repubblica Ceca, apre una finestra sulla Storia di quest’angolo di Europa da un punto di vista particolare: attraverso la ‘caccia alle streghe’- ad iniziare dal ‘600 (impossibile non ricordare “La chimera” di Sebastiano Vassalli e “Il crogiuolo” di Arthur Miller, per citare due altre opere famose)- Kateřina Tučková ritrae gli avvenimenti del suo paese, l’avvicendarsi dei regimi politici (e delle polizie segrete dai metodi parimenti crudeli), i cambiamenti della società. Perché, a quanto pare, i nazisti erano così interessati alle hexen, alle streghe che per la gente del posto erano le ‘dee’ che riuscivano a curare chi non era guarito con la medicina tradizionale? Certo, i loro filtri potevano essere interpretati anche nella maniera opposta, come veleni che causavano la morte- e c’era almeno una ‘dea’ che era nota per i suoi sortilegi malefici. Ma chi poteva credere che bastasse gettare il malocchio per causare la morte di qualcuno? E quei documenti che parlavano di purezza della razza ariana, che cosa volevano dire? e, in definitiva, chi, delle ‘dee’, aveva collaborato con i nazisti? Dora esclude che sua zia sia stata una collaboratrice. E però, chi si è accanito contro di lei, facendola impazzire insieme ai pazzi? Di rimando in rimando, di archivio in archivio, tra scartoffie ingiallite e spesso di difficile comprensione, Dora scopre la storia segreta della sua famiglia.

    Un romanzo non facile ma intrigante come lo sono tutti i libri che ci incuriosiscono, svelandoci una Storia di cui non sapevamo nulla in un susseguirsi di vicende del passato che riguardano l’intero paese di Zitková e soprattutto l’enigmatica figura di Surmona, documentazione storica frutto delle ricerche di Dora e storie del presente che vedono come protagonista la stessa Dora, la bambina che ha dovuto prendersi troppo presto le responsabilità di un’adulta.






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