Voci da mondi diversi. Francia
cento sfumature di giallo
FRESCO DI LETTURA
Michel Bussi, “Non lasciare la mia mano”
Ed. e/o, trad. A. Bracci
Testasecca, pagg. 354, Euro 13,60
La Réunion, isola dell’arcipelago
delle Mascarene nell’oceano indiano, ad est del Madagascar, a 200 km. dalle
Mauritius, dipartimento d’oltremare della Francia. Un’isola che è un piccolo
paradiso per le vacanze.
La famiglia di Martial Bellion- lui, la
moglie Liane e la figlia Josapha di sei anni- sono in vacanza all’hotel
Alamanda. Giornate al sole al bordo della piscina mentre la bambina nuota con i
braccioli. Un pomeriggio Liane sale un attimo in camera e non ritorna accanto
al marito. La stanza è vuota. Ci sono macchie di sangue. Liane è scomparsa.
Martial si agita, fa chiamare la polizia. Poi, però, si volatizza pure lui
insieme a Josapha chiamata da tutti Sofa. La sua fuga mette il sigillo
definitivo sulla sua colpevolezza, visto che era l’unico indiziato, visto che,
anche se non è saltato fuori il cadavere di Liane, il mare ha gettato contro
gli scogli quello di un uomo ammazzato con un coltello che ha soltanto le
impronte di Martial sull’impugnatura. Inizia la caccia all’uomo sulla piccola
isola- impossibile che Martial sfugga. Delle indagini si occupa il commissario
Aja- una donna dalla pelle scura- e il suo aiuto Christos (un bianco che è
arrivato per sbaglio sull’isola pensando che la destinazione fosse il luogo
omonimo vicino a Parigi, gli è piaciuta, è rimasto).
Si legge in un giorno, “Non lasciare la mia
mano”. Non ha un numero eccessivo di pagine, è vero, ma è difficile staccarsi
dalla lettura perché Michel Bussi è un maestro manipolatore, ci tiene
inchiodati con una tensione orchestrata ad arte. E poi, al di là del brivido,
piace l’ambientazione del romanzo che ci introduce, con intelligenza leggera,
nella società dell’isola e nei suoi problemi, nella difficoltà di una
convivenza tra bianchi e sangue-misto e neri di varie sfumature che non hanno
neppure la stessa religione in comune. Se da una parte ci sono i privilegiati
turisti vacanzieri (sono i benvenuti, portano denaro all’isola, il direttore
dell’Alamanda ha il terrore che se ne tornino in Francia spaventati dalla
polizia che ora si aggira nell’albergo facendo domande), dall’altra c’è
Christos, poliziotto un po’ hippy con una coda di capelli grigi che non è mai
stato così bene come da quando è arrivato per errore alla Réunion: mare e cielo
blu, estate perenne, rum e birra e una donna di colore che ha cinque figli (di
padri diversi), un posteriore dalle dimensioni considerevoli e un forte
appetito sessuale. Nel mezzo c’è Aja, la figlia della Réunion che ha studiato
in Francia e poi è tornata, soddisfatta della sua vita famigliare con marito e
due figlie. Intorno ci sono i locali che non amano essere chiamati ‘indigeni’ e
che hanno per lo più ruoli di servitori dei ricchi bianchi. Quando uno di
questi intreccia una storia d’amore (forse solo di sesso?) con una delle
bellezze dell’isola, la fine è scontata.
Che cosa c’è, dunque, nel passato di
Martial che, lo veniamo a sapere presto, aveva passato parecchi anni alla
Réunion una decina di anni prima? Adesso lo seguiamo nella fuga in cui si
trascina dietro la piccola Sofa che non sa- proprio come noi- se fidarsi o no
del suo papà. Ecco dove ci manipola Michel Bussi: i capitoli terminano spesso
in un momento critico che ci lascia con il fiato sospeso: e adesso che cosa
succederà? Non vogliamo succeda il peggio, però…Ci sono stati altri morti,
elicotteri ronzano sull’isola, un arrogante ispettore francese vorrebbe
strappare il caso dalle mani di Aja, Martial (colpevole? innocente?) avanza
sulla Plaine de Sables, l’arido altopiano formato da polvere lavica del vulcano
Piton de la Fournaise, arrancando con una bimba spaventata. E’ un paesaggio
terribile e splendido che ci affascina, forse il peggio accadrà qui, ma no, ci
aspetta un altro luogo incantevole, l’Anse des Cascades dove qualcuno aveva
dato appuntamento a Martial. Come può essere minaccioso un posto così bello,
tra monti e mare? E’ come il Male che si nasconde dove non lo sospettiamo.
lo scrittore sarà presente al Salone del Libro di Torino
la recensione sarà pubblicata su www.stradanove.net
A me è piaciuto un sacco: è il primo libro che leggo di Bussi e credo leggerò pure gli altri
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