Voci da mondi diversi. Australia
romanzo di formazione
il libro ritrovato
Craig Silvey, “Jasper
Jones”
Ed. Giano, trad Marco Rossari, pagg. 329, euro 16,50
Titolo originale: Jasper
Jones
In ogni casa di Corrigan, è il primo a venire incolpato per qualsiasi
malefatta. Quale che sia la trasgressione, e poco importa quanto lampante sia
la colpa del loro figliolo, la domanda di rito è: Eri con Jasper Jones? E ovviamente i figli provano quasi sempre a
mentire. Confermano, perché il coinvolgimento di Jasper li assolve seduta
stante. Significa che sono stati portati sulla cattiva strada.
Jasper Jones è apparso alla
mia finestra: incomincia così il romanzo intitolato, per l’appunto, “Jasper
Jones” del giovane scrittore australiano Craig Silvey. Ed è innegabile: ci sono
dei personaggi che si impongono immediatamente grazie al loro nome, difficile
da dimenticare. E poi, nella ripetizione della stessa lettera dell’alfabeto ad
iniziare sia il nome sia il cognome, c’è sempre un accenno sottile a
qualcos’altro, ad un doppio che prima o poi scopriremo, come nel caso di
William Wilson di Edgar Allan Poe. Craig Silvey- o meglio, il suo protagonista
ed io narrante, il tredicenne Charlie,- non cita Poe tra le sue letture,
piuttosto, e soprattutto, due altri scrittori americani che sono i suoi idoli:
Mark Twain e Harper Lee. E c’è effettivamente un palese omaggio ad entrambi
questi scrittori nel romanzo di Silvey. C’è l’amicizia tra due ragazzi che, in
qualche maniera, rispecchiano Tom Sawyer e Huckleberry Finn, c’è la figura di
un padre che ricorda il pacato Atticus Finch de “Il buio oltre la siepe”, non
c’è l’ingombrante e minacciosa presenza del Ku Klux Klan del libro di Harper
Lee ma ritroviamo invece un personaggio che vive isolato e ai margini della
società, un uomo di nome Jack Lionel soprannominato Jack il Pazzo, di cui si
dice che abbia ucciso una donna. Il che è sufficiente per farlo diventare un
capro espiatorio. Finchè non si scopre la verità su di lui.
Quando Jasper Jones appare di notte alla
finestra di Charlie, è per chiedergli di andare con lui: Jasper ha bisogno del
suo aiuto. Strano, o forse no: perché Jasper e Charlie sono l’uno l’opposto
dell’altro, il doppio l’uno dell’altro- come accennavo prima. Jasper ha la
reputazione di essere un Ladro, un Bugiardo, un Perdigiorno, un Delinquente (e
le maiuscole non sono le mie, ma di Charlie). Jasper è pigro, inaffidabile. E’
un orfano e suo padre è un ubriacone. Charlie è timido e pavido. Passa il suo
tempo a leggere, suo padre è un insegnante- Charlie adora il padre, che
paragona ad Atticus Finch (lui stesso ambisce ad assomigliare ad Atticus
Finch), mentre si scontra spesso con la madre. Ad ogni modo Jasper cerca
l’aiuto di Charlie proprio perché legge tanti libri e quindi, secondo lui, è in
grado di capire la situazione in cui Jasper si trova: nel bosco, in un piccolo
spiazzo tra gli alberi che è la sua tana, Jasper ha trovato Laura Wishart
impiccata ad un ramo. Con una corda che appartiene a Jasper. E, data la sua
reputazione, Jasper sa che sarà accusato di averla uccisa. Bisogna far sparire
il corpo. Come? Facendolo sprofondare nel fiume, legato ad un masso.
Si diventa adulti quando ci si scontra
con la morte, lo sappiamo. Avviene così anche a Charlie, innamorato di Eliza
Wishart, sorella di Laura. Innamorato di quel tipo di amore da cucciolo che non
sa come manifestare il suo sentimento e che ora è gravato dal senso di colpa
perché gli pare di contribuire al dolore della ragazza. E poi succede tutto
insieme, il mondo degli adulti sembra spalancarsi e crollare nello stesso
tempo: qualcuno ha ucciso Laura (Jasper è certo che sia stato Jack il Pazzo),
Charlie sorprende sua madre in macchina con un uomo, c’è la guerra in Vietnam e
il padre vietnamita del miglior amico di Charlie viene picchiato, mentre il
giardino di cui ha tanta cura viene distrutto. Morte, tradimento, violenza. Il
peggio deve ancora essere scoperto. Sarà il peggiore dei tradimenti, la
peggiore delle violenze.
“Jasper Jones” è un romanzo di formazione
con tracce di altri generi- il noir, il mystery, persino il rosa dell’amore
adolescenziale. E ci viene in mente un altro romanzo americano, pure quello una
rivisitazione de “Il buio oltre la siepe”: “In fondo alla palude” di Joe
Lansdale, dove erano un fratello e una sorella a scoprire un cadavere.
Razzismo, discriminazione, amori dimenticati, la fine dell’infanzia: c’è tutto
questo in Lansdale, così come c’è in Silvey. Cambia l’ambientazione, ma c’è
anche una somiglianza nello stile veloce, fatto di frasi brevi ed efficaci. Un
bell’esordio per lo scrittore australiano.
la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it
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