Voci da mondi diversi. Cina
cento sfumature di giallo
il libro ritrovato
Michelle Wan, “I delitti della Dordogna”
Ed. Garzanti, trad. Serena Lauzi,
pagg. 345, Euro 18,60
E’ una sorpresa anche per il lettore, oltre che per Mara Dunn, che
Julian Wood sia sposato, anche se non vede la moglie da trent’anni. Questo
matrimonio nascosto è la molla che dà l’avvio al nuovo romanzo di Michelle Wan,
la scrittrice cinese che vive in Canada e che ci ha già regalato tre insoliti
thriller fioriti di orchidee. Perché- per chi ancora non li conoscesse- Julian
Wood è un botanico e disegnatore di giardini e la sua compagna, Mara Dunn,
arredatrice d’interni, lo ha conosciuto cercando di sapere di più sulla
scomparsa della sorella, che aveva fotografato un’orchidea rara proprio prima
di morire.
Doppia sorpresa iniziale, dunque: ricompare
questa moglie, Véronique, e proprio ora che Mara ha chiesto a Julian se non
sarebbe ora di dare uno scossone alla loro vita, sposandosi. Ricompare in
maniera singolare, perché si cela nelle vesti di un mimo di strada che recita
la sua parte su di un palchetto nelle fiere di paese. Comunque lei riconosce
Julian, gli telefona, lo fa andare a casa sua, vuole dei soldi per divorziare e
lasciarlo libero. E subito dopo viene trovata morta, uccisa con un colpo in
testa.
L’abilità di Michelle Wan è nell’inventiva,
nel saper intrecciare una trama gialla con il filone più affascinante dei suoi
romanzi, quello delle orchidee. Da una parte c’è la ricerca dell’assassino e
dall’altra quella di Julian Wood, ossessionato dalla rara specie del Cypripedium incognitum- mitico fiore che
assume altre valenze, oltre a quella reale, cosicché l’inseguimento
dell’orchidea, dalla Dordogna alla Cina in questo libro, diventa pure una
ricerca di bellezza, o di spiritualità, o di un completamento di sé, o comunque
di un’altra dimensione. E tuttavia mantiene gli aspetti della vera ricerca, con
un’abbondanza di dettagli che ci incantano, rivelando a noi lettori più o meno
ignoranti una quantità di dettagli che ci invogliano a seguire le tracce di
Julian, diventando fanatici di orchidee.
Dalla radice di una delle varietà
di orchidee, il Cypripedium Somniferum,
si estrae un alcaloide che viene usato per un farmaco del sonno. Ma il Cypripedium Somniferum è una specie
protetta che cresce in una sola zona al mondo, sulle montagne del Sud-ovest della
Cina: lo sfruttamento che ne sta facendo l’azienda della Bonisantè per il tanto
reclamizzato BoniSom che risolve il tormento dell’insonnia non ne mette a
rischio la sopravvivenza? E non è anche un furto ai danni della popolazione
Baixi che ha sempre usato la radice bollita del Cypripedium per un infuso soporifero?
Ma perché l’assassinio di
Véronique? E come si spiega la morte del pittore Ventura? E, a scavare un poco,
quella di altre persone decedute in apparenti incidenti? Oltretutto, anche a
Julian capitano degli incidenti, quando abbandona Mara, il mistero dell’ex
moglie assassinata e le proteste contro la Bonisanté , per inseguire il miraggio della sua
orchidea in Cina- per poco finisce sotto un autobus, la sua tenda prende fuoco
durante la spedizione sulle montagne e infine precipita in un burrone…
E’ una novità, questa duplice
ambientazione de “I delitti della Dordogna”. In un’intervista la scrittrice mi
aveva anticipato il suo viaggio in Cina per verificare e controllare il
materiale che avrebbe poi usato in questo romanzo e pare di vedere lei, al
posto di Julian sui sentieri di montagna del Sichuan.
E c’è quindi un doppio
godimento paesaggistico e culinario per il lettore: non solo viene l’acquolina
in bocca a leggere della ‘chicca di altri tempi’ offerta dal bistrot di Paul e
Mado, i beignets de fleur d’acacia
che sono fiori di robinia in pastella, ma anche si è tentati dai piccanti
piatti cinesi che Julian assaggia a Chengdu; non solo scopriamo l’incanto del
Sud-ovest della Francia, ma anche quello (e con quali fiori!) della Cina.
Il finale, per fortuna di noi lettori- al
di là della soluzione del mistero poliziesco- ci lascia nell’aspettativa del
prossimo romanzo delle orchidee. Con un’immagine di stupefacente bellezza, da
alba del mondo.
la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net
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