Voci da mondi diversi. Giamaica
la Storia nel romanzo
FRESCO DI LETTURA
Marlon James, “Le donne della
notte”
Ed.
Frassinelli, trad. P. D’Accardi, pagg. 443, Euro 20,00
Hanno il colore della notte, “Le donne della
notte” protagoniste del bellissimo e possente romanzo dello scrittore
giamaicano Marlon James che ha vinto il Man Booker Prize 2015 con “Breve storia
di sette omicidi”. Non sono affatto, come forse si potrebbe pensare, donne di
un quartiere a luci rosse che ammiccano agli uomini. Sono donne nere che
conoscono il sesso, sì, ma non ne ricavano né denaro né, tantomeno, piacere,
perché vengono prese con la forza. Sono le negre della Giamaica agli inizi
dell’‘800, donne schiacciate dagli uomini bianchi, oggetto del loro piacere e anche della loro furia al
minimo sgarro, frustate senza pietà dai sorveglianti delle piantagioni,
bistrattate e vilipese dalle padrone bianche. Sono le schiave che tramano nel
buio della notte, progettando una rivolta che sarà spietata, che darà loro la
libertà come è già successo sull’altra isola dei Caraibi, Santo Domingo.
il rivoluzionario Toussaint |
Nella tenuta di Montpelier il padrone è
morto e la padrona non è sempre presente con la testa quando il giovane
padrone, Humphrey Wilson ritorna dall’Inghilterra dove era stato mandato a
studiare da bambino. E’ accompagnato da un amico che diventerà il
sovrintendente della tenuta, Robert Quinn. Humphrey con i capelli di fuoco,
l’irlandese Quinn bruno e tarchiato. La giovanissima Lilith li guarda ammirata.
E’ bella Lilith. Nera con gli occhi verdi che dicono quello che non dovrebbero-
che il padre è un bianco, anzi, che è l’uomo che è stato sovrintendente della
tenuta fino ad ora: chi altro ha quegli occhi? A dire il vero, qualcun altro
c’è tra le sei donne che Lilith saprà essere le sue sorelle ad avere gli occhi
verdi. Il padre aveva dato ad ognuna un nome mitologico, a Lilith, però, quello
della donna creata- secondo una tradizione- prima di Eva. Una Lilith che si era
ribellata alle voglie sessuali di Adamo e che, nella tradizione, è associata a
potenze demoniche. Lo sarà anche la nostra Lilith che è stata, per qualche motivo,
protetta dal padre ed è cresciuta con qualche privilegio, lontana dal duro
lavoro dei campi.
E’ una storia terribile, quella che Marlon
James racconta dal punto di vista di Lilith- chi sia, a raccontare questa
storia che gronda sangue, raccogliendola dalle labbra di Lilith, lo sapremo
alla fine. Quello che importa è che è una storia di negri in cui niente ci
viene risparmiato, né abbellito. Occhio per occhio. Se, quando scoppia la
rivolta, la ferocia dei negri è immensa, bisogna proprio dire che i bianchi se
la sono cercata. La ferocia dei negri è pari a quella che loro, i bianchi,
hanno sempre mostrato. I negri sono delle bestie feroci? Be’, i bianchi non li
consideravano alla stregua di animali? Non parlavano forse di loro, non li
trattavano forse come se fossero peggio di subumani? La vecchia Homer, il capo
delle donne, un po’ regina e un po’ strega e un po’ fattucchiera, con la
schiena che era una trapunta di cicatrici per le frustate, con i seni strappati
dalle cinghiate, sfogherà il suo odio per vendicarsi dei suoi bambini che le erano
stati portati via: uccisi? venduti? L’avevano fatta figliare come fosse stata
una vacca per poi privarla dei piccoli. Sono tante le storie come la sua che
sentiamo, è tutta una serie di crudeltà infinite seguite- fino ad ora che è il
grande momento- da piccole rivincite delle negre, come sputare dentro la zuppa,
o mescolarci merda di animali. Lilith aveva fatto di più, aveva ucciso uno dei
sorveglianti che voleva violentarla. Intorno a Lilith, che Homer riesce a
nascondere, incominciano a girare voci di stregoneria. La piccola Lilith che
mira in alto con quei suoi occhi da gatta ha la fortuna di essere ‘scelta’ dal
sovrintendente Quinn, l’amico di padron Humphrey che si sente disprezzato quasi
quanto i negri sull’isola: i negri hanno un valore di mercato, lui, un ‘mangiapatate,
neppure quello. Ma può concedersi, una negra, di innamorarsi? La parola ‘amore’
esiste solo per la donna bianca, anche se è depravata come la Miss Isobel che
dovrebbe sposare padron Humphrey. Le donne della notte non possono permettere
che una di loro sia resa debole dall’amore.
Deve essere stato un tour de force, tradurre “Le donne della notte”. Perché è una negra
che parla e Lilith è analfabeta finché Homer le insegna a leggere facendole
scoprire “Joseph Andrews”, il romanzo settecentesco di Henry Fielding che svela
a Lilith un mondo diverso da quello in cui ha vissuto e che credeva l’unico
possibile. Il testo originale di “Le donne della notte” è scritto in un
dialetto, o meglio in una lingua parlata e trascritta, che si capisce meglio se
si prova a ripetere ad alta voce quanto si sta leggendo. Un linguaggio che ha
colori forti, che non conosce le sfumature della buona educazione, crudo,
volgare, feroce, perfetto per l’ambiente che descrive.
Un libro che lascia sul lettore le stesse
cicatrici che mappano la schiena di Lilith, che non si dimentica, che si deve
leggere.
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