Voci da mondi diversi. Penisola iberica
la Storia nel romanzo
il libro ritrovato
Jaume Cabré, “Le voci del fiume”
Ed. La Nuova Frontiera , trad. Stefania
Ciminelli, pagg. 568, Euro 21,50
Non sono le voci del piccolo fiume Panamo,
difficile a trovare sull’atlante geografico, che risuonano nei nostri orecchi
una volta che abbiamo finito di leggere questo splendido libro dello scrittore
catalano Jaume Cabré, ma quelle dei personaggi che prendono vita sulle sue
pagine, che ci parlano da un passato lontano, e ci domandiamo se sia poi così
lontano il passato che non finisce mai e che si riallaccia ad un tempo
vicinissimo a noi da cui ci arrivano altre voci, seminando dubbi su quale sia
la verità, e se anche la verità sia una merce che si può comperare. Sono le
voci del maestro Oriol Fontelles, morto assassinato nel 1944, dell’anziana Elisenda
Vilabrù y Vilabrù che è stata testimone della sua morte e di Tina Bros, la
maestra dei nostri tempi che ha l’hobby della fotografia e che ha trovato dei
quaderni scritti da Oriol Fontelles, nascosti dietro la lavagna di un’aula.
Quaderni che smentiscono le virtù che farebbero del maestro Fontelles un santo
martire.
E’ singolare la coincidenza di date- lo
scorso 28 ottobre 2007 la
Chiesa ha beatificato 498 martiri franchisti e, nelle pagine del
romanzo di Cabré, il protagonista Oriol Fontelles muore il 18 ottobre 1944: da
allora Elisenda Vilabrù si batte per ottenerne la beatificazione. Con ogni
mezzo, senza escludere lo spergiuro, l’eliminazione di testimoni contrari, le
mazzette. Perché, secondo le parole di Elisenda Vilabrù, Oriol Fontelles avrebbe
impedito a dei guerriglieri del maquis di profanare la chiesa ed è morto
abbracciato spasmodicamente al tabernacolo. Questo è quello che lei dice e
nessuno, mai, assolutamente mai, si è azzardato a mettere in dubbio quello che
dice Elisenda Vilabrù. Ma per quale motivo questa donna, ormai cieca e che
cammina con un bastone pur non avendo perso nulla della sua autorevolezza, si è
intestardita nel volere che Oriol Fontelles sia dichiarato santo? E chi era in
realtà Oriol Fontelles?
Ascoltiamo le voci- dicevamo. Perché Jaume
Cabré ricostruisce la storia di Oriol Fontelles attraverso le voci dei vari
personaggi, in un continuo alternarsi temporale, di passato e presente,
talvolta senza uno stacco- una frase inizia nel presente e prosegue nel
passato, il soggetto che parla (con un uso intrigante del flusso di coscienza o
monologo interiore che può scivolare nel dialogo, vero o immaginato) cambia
identità, agganciandosi con quanto è stato appena detto, ma in un altro tempo.
E allora le storie sono tante, con quella di Oriol Fontelles al centro: nel
1944 la guerra civile è finita da sei anni, ma il passato non è mai sepolto e
neppure lo sono i suoi fantasmi. Franco è al potere, i suoi oppositori sono
alla macchia e operano come possono, aiutando esuli in fuga dal nazismo a
passare i Pirenei, per attraversare la Spagna e giungere in Portogallo e di lì salpare.
Verso la vita, chissà.
Oriol Fontelles è il nuovo maestro, arriva a Torena, nei Pirenei, con la moglie incinta.
E’ anche pittore e Elisenda Vilabrù gli chiede un ritratto. Che questa donna
affascinante (e la sua- di come le ammazzino il padre e il fratello e lei
diventi un’imprenditrice audace e di successo- è un’altra delle storie del
romanzo) si innamori di lui è quasi ovvio. Che anche noi lettori la ammiriamo,
nonostante sia un personaggio così riprovevole, così dura e spietata, così
amorale, è uno dei misteri della grande letteratura. Elisenda è il tratto
d’unione che aggancia il passato (la morte del maestro) con il presente (il
processo di beatificazione), e al suo confronto appare scialba la donna che
cerca di opporsi a lei nel presente con la voce di Tina Bros. Tanto che
possiamo indovinare come andrà a finire e chi vincerà- in maniera atroce,
confermando la sua inflessibile spietatezza. Comprendiamo allora che tutto si
può falsificare, anche
la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net
Nessun commento:
Posta un commento