venerdì 30 dicembre 2016

Gianluca Ascione, “Polvere & ombra. Treviso si tinge di noir” ed. 2014

                                                                       Casa Nostra. Qui Italia
     cento sfumature di giallo
     il libro dimenticato

Gianluca Ascione, “Polvere & ombra. Treviso si tinge di noir”
Ed. Panda, pagg. 248, Euro 11,82

      Treviso. Romantica, con le acque del Sile e del Cagnan che scorrono sotto i suoi ponti, le luci che ammiccano tra le ombre dei porticati, la sua aria di antichi splendori un poco dimessi, da sorellastra della splendida Venezia. Treviso sonnolenta che si tinge di noir nei gialli di Giancarlo Ascione.
    Nessuno potrebbe sospettarlo, eppure si compiono delitti anche a Treviso. E neppure banali. “Polvere e ombra” si apre con il ritrovamento del cadavere di un professore universitario. E’ la signora che tiene in ordine l’appartamento del professore a fare la macabra scoperta. Non solo macabra, ma anche disturbante per chi non aveva idea delle inclinazioni del rispettato e serio professore. E’ disteso sul letto, ammanettato, indossa biancheria femminile con pizzi. E’ stato strangolato con una sciarpina leopardata. Un gioco erotico finito male? O che altro?

    Incaricato delle indagini è un ispettore donna, Rita Giannetti. Mi raccomando, ‘ispettore’ e non ‘ispettrice’- lei ci tiene moltissimo e c’è una differenza, inutile negarlo, tra un termine e l’altro. Più ufficiale e carico di rispetto il primo, con una sfumatura di deprezzamento il secondo. Di Rita sappiamo che ha 34 anni, che suo padre, pure lui ispettore di polizia, un modello molto amato e molto rimpianto dalla figlia, è morto in un incidente d’auto mentre era in servizio, che il fidanzato ha cambiato idea e l’ha piantata proprio sull’altare, che vive da sola cercando di tenere a bada una mamma ansiosa e che è vegana. Il suo Watson ha un nome che non si dimentica, Emidio Galasso, ex giocatore di rugby, ex cameriere, ex poliziotto che si è stancato di prendere ordini e si è riciclato come investigatore privato. Naturalmente Galasso agisce in sordina collaborando alle indagini- forse è un poco innamorato di Rita, altrimenti perché mai accetterebbe di fare il parrot-sitter, di badare al pappagallo del professore defunto che non fa che ripetere la frase ‘oddio, ti prego, no’? E queste sono forse le ultime parole pronunciate dal suo fu-padrone?
   La narrativa è veloce, a poco a poco si tracciano le linee di un quadro mentre vengono interrogati i conoscenti, gli amici e gli altri inquilini del palazzo. Su uno di questi c’è un mistero: nessuno sa nulla del nuovo inquilino (guarda caso, è scomparso) dell’appartamento sopra quello del professore (affitto pagato in nero). E alcuni capitoli del romanzo sono scritti dal punto di vista di un uomo di cui non si capiscono bene le mosse e gli intenti- osserviamo solo che porta sempre degli occhiali da sole di un vecchio modello. Ad un certo punto c’è una svolta significativa nella trama: saltano fuori delle mail inviate dal computer del professore con degli allegati in latino. E’ tutto molto strano- strani i destinatari delle mail e strani questi messaggi in latino. Che però nascondono altro. Ed allora è come se le trame fossero due, con diverse soluzioni, con parecchi svelamenti finali, con una conclusione che vede un inseguimento folle nei canali di Venezia che termina drammaticamente sulla terraferma.

    Avevo bisogno di una lettura rilassante e veloce dopo quella di un libro molto bello e molto impegnativo. Ho trovato in “Polvere e ombra” quello che cercavo. Il ‘crimine’ che è al centro della trama avrebbe meritato un maggiore approfondimento, ma, d’altra parte, è tutto un poco superficiale nel romanzo (anche l’uso dei pronomi personali, purtroppo, e quello del congiuntivo). E’ piacevole l’umorismo leggero con cui sono tratteggiati Galasso (e il pappagallo), bello- in un libro in cui si aggirano le ombre dei morti (non solo quella del professore ma soprattutto quella del padre dell’ispettore Rita Giannetti)- il richiamo al verso di Orazio, i danni celesti, tuttavia, li riparano rapide le lune:/ noi invece, una volta che siamo caduti/…..siamo polvere e ombra. E’ un monito a tutti- pulvis et umbra sumus.



    

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