Voci da mondi diversi. Francia
biografia
FRESCO DI LETTURA
Tatiana de Rosnay, “Daphne”
Ed. Neri Pozza, trad. A. Folin,
pagg. 427, Euro 15,30
“Manderley forever”, è il titolo originale
della affascinante biografia di Daphne Du Maurier scritta da Tatiana De Rosnay
e appena pubblicata da Neri Pozza. Manderley per sempre, quale altro poteva
essere il titolo, se non quello della casa protagonista di “Rebecca”, il
romanzo del 1938 a cui il nome della Du Maurier sarebbe sempre rimasto
collegato, più che a qualunque altro libro avrebbe scritto in seguito, quello
che la maggior parte delle persone che bussavano alla porta di Menabilly (la
‘vera’ Manderley, la casa amore-ossessione di Daphne) aveva in mano per farglielo
firmare, quello dall’incipit memorabile, Last
night I dreamt I went to Manderley again. Le due cose più importanti nella
vita di Daphne Du Maurier (un cognome francese a cui lei teneva moltissimo,
anche se scoprì tardi che il vero cognome dell’antenato era meno altisonante,
non aveva affatto la particella ‘du’ che sapeva di nobiltà e castelli) furono
sempre la passione per la scrittura e quella per Menabilly, la casa in
Cornovaglia che ottenne in affitto per vent’anni. Dopo veniva l’amore per il
figlio minore, Kit, il prediletto a scapito delle due bambine, Tessa e Flavia-
semplicemente perché era un maschietto e Daphne sentiva forte in sé la
componente maschile della sua personalità, quel doppio a cui aveva dato- fin
dall’adolescenza- il nome di Eric Avon, la voce con cui parlava nei personaggi
maschili dei suoi romanzi.
Era Eric Avon che si innamorava di altre donne-
aveva diciotto anni, Daphne, quando iniziò una relazione con l’insegnante del
collegio in cui studiava, era già sposata quando ebbe un vero e proprio colpo
di fulmine per la moglie del suo editore americano da cui peraltro fu respinta
con garbo. E tuttavia, quando Daphne conobbe ‘Boy’ Browning, bello, aureolato
di gloria dopo il ritorno dalla Grande Guerra, appassionato di vela e di mare
come lo era lei, non ebbe il minimo dubbio che quello fosse l’uomo per lei. Si sposarono,
era il 1932, Daphne aveva venticinque anni e aveva già pubblicato un libro,
“Spirito d’amore”.
Daphne con Kit, Tessa e Flavia. Sullo sfondo, Menabilly |
Daphne, a destra, con la madre e le sorelle |
Mi sono chiesta, leggendo il libro di
Tatiana De Rosnay, se l’immedesimazione che percepivo da parte dell’autrice
fosse dovuta ad una sottile affinità fra le due scrittrici- entrambe con
un’ascendenza in parte francese, entrambe con una famiglia importante e nota
alle spalle (scienziati, attori, pittori, in quella della De Rosnay, mentre il
padre di Daphne fu il più famoso attore di teatro del suo tempo, la sorella
maggiore di Daphne fu pure lei scrittrice e la minore pittrice)-, perché Tatiana
De Rosnay è riuscita a rendere vibrante il personaggio di Daphne, a dirci
tantissimo su di lei come donna-
dal rapporto speciale che aveva con il padre
(Daphne stessa parlò spesso del fascino dell’incesto, non del tipo che si
svolge fra le lenzuola) al suo legame con le sorelle (entrambe lesbiche), dalla
sua attrazione verso altre donne al suo matrimonio che entrò in crisi con le
lunghe assenze del marito, dall’affetto speciale per Kit alla riscoperta delle
due figlie-, e come scrittrice, seguendo la genesi di ogni nuovo romanzo, dal
momento della prima idea fuggevole a quello che Daphne chiamava brewing, l’elaborazione della trama, al
successo o all’insuccesso del libro una volta pubblicato, alla sua
trasposizione cinematografica (Daphne non amava Hitchcock che trasformava
troppo quello che aveva lei aveva scritto). Con la stessa lievità e passione
che troviamo nei romanzi di Daphne Du Maurier, Tatiana De Rosnay ricrea
ambienti e paesaggi, descrive abbigliamenti e arredamenti, ci restituisce la
timidezza di Daphne che cercava di sottrarsi ad interviste e incontri (gli scrittori dovrebbero essere letti, ma né
visti né sentiti- era solita dire), il suo dimenticarsi del mondo intero,
il suo bisogno di solitudine quando iniziava a scrivere, il suo essere stregata
da Menabilly- Manderley Forever.
una giovane Daphne |
Ci succede una cosa strana, quando
terminiamo di leggere “Daphne”. Ci sembra di avere letto un romanzo di Daphne Du
Maurier in cui la protagonista è una scrittrice, e allora, bravissima Tatiana
De Rosnay!
Un libro che mi ha incantato.
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