Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
la Storia nel romanzo
FRESCO DI LETTURA
Winston Graham, “Ross Poldark”
Ed. Sonzogno,
trad. M. Curtoni, pagg. 431, Euro 15,73
C’è un libro per ogni lettore, c’è un libro per ogni umore passeggero e
c’è un libro per ogni età della nostra vita. E la scelta del libro giusto da
leggere nel momento giusto dipende da fattori che facciamo fatica a definire.
Quando ho visto che la saga dei Poldark
di Winston Graham era stato pubblicato dalla casa editrice Sonzogno, sono
stata sommersa da un’ondata di nostalgia e ho deciso che lo avrei letto: non so
quali anni fossero, ma ricordo una serie di piccoli volumi con le copertine
colorate di cartone nella casa della mia infanzia. La saga dei Poldark ha avuto
un enorme successo ad iniziare da quando, nel 1945, è stato pubblicato per la prima volta in Inghilterra. Negli
anni ‘70 la BBC ne fece uno sceneggiato per la televisione, seguirono altre
serie per la Tv nel 1996 (dall’ottavo libro) e nel 2015. Ci deve essere un motivo perché un libro sia così amato.
sceneggiato del 2015 |
“Poldark” è un romanzo storico-
uno di quei romanzi che intrecciano le vicende di personaggi fittizi con la
Storia raccontata in maniera molto gradevole, anche se di certo farebbe
inorridire uno studioso di storia che, peraltro, mai prenderebbe il libro tra
le mani. E’ il 1783 e Ross Poldark torna a casa,in Cornovaglia,
dopo aver combattuto nella guerra di indipendenza Americana: gli inglesi hanno
perso la redditizia colonia, il ventitreenne Ross ritorna con una cicatrice
sulla guancia e una caviglia dolente che lo fa zoppicare. Non ama parlare della
guerra, Ross, e però, se era un ragazzino che amava il bere e il gioco quando è
partito, adesso è un uomo che deve fronteggiare una situazione difficile e
dolorosa. Suo padre (il figlio cadetto dei Poldark) è morto, la tenuta di Nampara è in rovina (i due servi che
avrebbero dovuto occuparsene si sono dati alle gozzoviglie), ed Elizabeth, la
ragazza pensando alla quale Ross si è aggrappato alla vita durante la guerra,
sta per sposare il cugino di Ross.
A ben vedere, c’è molto di scontato in una trama che poggia su queste
premesse. Ross potrebbe essere la
versione maschile di Rossella O’ Hara che ritorna a Tara e deve far
risorgere la piantagione mentre il suo amore ha sposato Melania. Winston Graham
è bravissimo nel mescolare i diversi elementi della storia- l’infelicità cocente di Ross per il
‘tradimento’ di Elizabeth (lei avrà dei ripensamenti più avanti nel libro), la
sua capacità di reagire dedicandosi
interamente alla tenuta (comiche e grottesche le scene con la coppia di
servitori ubriaconi), i ricevimenti dei
signorotti locali, con descrizioni mai troppo lunghe di ambienti, vestiti, cibi
(perfette per ricreare l’atmosfera del tempo), le miniere di rame che un tempo hanno fatto la fortuna dei Poldark ed
ora devono essere riaperte e messe in sicurezza, i problemi dati dai contadini
e dai minatori che vivono sulle terre dei Poldark.
sceneggiato del 1996 |
Ross è il protagonista assoluto ed è un personaggio affascinante. La bravura di Winston Graham è
nell’evitare di farne un ritratto immutabile in bianco e nero. Ross cambia, è capace di riconoscere i
suoi errori, può essere violento ma è
anche generoso e comprensivo, si capisce perché i suoi fittavoli lo amino e
lo rispettino. E accanto a Ross- tralasciamo di parlare della miriade di altri
personaggi che popolano questo piccolo mondo- spicca una figura femminile che
ci conquista: Demelza, lo
‘scugnizzo’ che Ross raccoglie per strada salvandola dalle frustate del padre e
che, sotto l’onda dei pettegolezzi e delle maldicenze, diventa la fanciulla in
antitesi alla perfettina Elizabeth, la donna sbarazzina e innamorata
determinata a far innamorare di sé Ross.
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