domenica 19 giugno 2016

Julian Fellowes, “Belgravia” ed. 2016

                                 Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
        romanzo 'romanzo'
        FRESCO DI LETTURA

Julian Fellowes, “Belgravia”
Ed. Neri Pozza, trad. Simona Fefé, pagg. 416, ebook Euro 1,49 ogni capitolo (il primo gratuito), ebook completo Euro 12,99, edizione cartacea Euro 18,00

    Una settimana dopo l’altra, sono usciti gli undici capitoli di “Belgravia”, il romanzo a puntate in formato digitale di Julian Fellowes. E quello che ho scritto dopo aver letto i primi due capitoli è valido fino all’ultimo: è una lettura che dà assuefazione, ci si ritrova a contare i giorni fino all’uscita della puntata successiva e forse è da invidiare chi si accinge a leggerlo solo adesso che è terminato- potrà proseguire fino alle ore piccole per sapere che cosa accade. Ho anche già detto che “Belgravia” è un feuilleton di classe e in quanto tale dà con grande generosità tutto quello che ci si aspetta da un libro del genere- amore, passione, tradimenti, figli illegittimi poi riconosciuti oppure no, intrighi, segreti, coincidenze, cambi di fortuna, atmosfera d’epoca. E’ sufficiente che tutti questi elementi siano sapientemente dosati, che lo stile sia elegante e i personaggi non sembrino di cartone, per fare del feuilleton, non un capolavoro, ma un romanzo che ci regala ore piacevoli, protagonisti che ci viene spontaneo citare perché rappresentano un certo ‘tipo’ di persona.
la giovane regina Vittoria
    Il prologo del romanzo si svolgeva nel 1815, alla vigilia della battaglia di Waterloo. Al fastoso ballo della duchessa di Richmond erano presenti Lord Edmund Bellasis e Sophia Trenchard- il nobile e la Cenerentola. Passano venticinque anni tra quelle danze di morte e la nuova ambientazione della vicenda. Ogni tanto si accenna alla ragazza ventenne che è diventata regina due anni prima, i comportamenti in società sono regolati da norme da cui non si può sgarrare, pena l’ostracismo. Non ci si sposa con qualcuno di differente estrazione sociale. I gentiluomini non lavorano (l’impagabile Lady Violet, in “Downton Abbey”, di fronte al nuovo erede della proprietà che è un avvocato e intende continuare ad esercitare, esclama con orrore, “a job?”, e chiede con stupore, “what is a week-end?”). Le fanciulle non possono uscire non accompagnate e assolutamente non devono appartarsi con un uomo. Ci sono regole su come ci si rivolge ad un gentiluomo o ad una gentildonna, regole di precedenza, regole anche su come e fino a dove sia lecito sperperare un patrimonio- il gioco, i cavalli, le donne, anche il bere (fino ad un certo punto) sono vizi accettabili per un gentiluomo, mentre fanno di un povero un miserabile.
Belgravia Square
 Nel confronto inevitabile tra le due famiglie che sono il perno della vicenda- gli aristocratici Lord e Lady Brockenhurst e i Trenchard, ambiziosi imprenditori- sono i laboriosi Trenchard quelli che finiamo per ammirare di più, anche se James Trenchard vorrebbe acquistare una patina di smalto che lo facesse assomigliare ai Brockenhurst. E soprattutto ammiriamo Charles Pope, il giovane del mistero che sta facendo affari con l’industria del cotone, che ha spirito d’iniziativa, che guarda all’India per la materia prima e che è- stranamente per tutti ma non per il lettore che è messo a parte del segreto- vezzeggiato e incoraggiato sia da Lady Brockenhurst sia da Anne Trenchard, favorevoli entrambe anche alla sua storia d’amore con Maria Grey che in realtà è fidanzata con il nipote erede dei Brockenhurst.
   Ci vuole una buona penna per mescolare abilmente tutti gli ingredienti, per costruire l’atmosfera giusta, per ricreare l’ambientazione storica, per mantenere sottilmente tesa la tensione narrativa nei diversi filoni della vicenda che si intrecciano verso una soluzione perfetta- il segreto delle due famiglie su cui si aprono squarci a poco a poco, la storia d’amore romantica e quella più squallida che vira poi verso una saggia conclusione, gli intrighi nei piani bassi (il ‘downstairs’ di “Downton Abbey” e di “Gosford Park”, film per la cui sceneggiatura Fellowes ha ricevuto l’Oscar nel 2002) e un tentato omicidio, alla fine, che segna la condanna di un personaggio e la parziale redenzione di un altro.

la recensione sarà pubblicata su www.stradanove.net


    
   

       

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