Voci da mondi diversi. Area germanica
cento sfumature di giallo
il libro ritrovato
Veit Heinichen, “Morte in lista d’attesa”
In “Morte in lista d’attesa”, dello scrittore tedesco Veit
Heinichen, ritroviamo Proteo Laurenti, il commissario che abbiamo già
conosciuto in “Morte sul Carso”, dello stesso autore. Giorni di grande
eccitazione a Trieste: è atteso Berlusconi che deve incontrare il cancelliere
tedesco, chiacchiere e brontolii in dialetto in piazza per gli ennesimi
cambiamenti che dovrebbero abbellire la città, tutta la polizia è mobilitata
per la sicurezza del percorso del “grande Timoniere”. Ed è già chiaro il tono
dello scrittore che non esagera mai, in qualità di ospite a Trieste, nella sua
ironia fine- com’è chiaro pure, in entrambi i suoi libri, come si trovi bene in
Italia e come sia capace di apprezzarne le qualità, oltre a vederne i difetti.
Corteo di macchine, dunque, e un incidente che non si può evitare. Viene
investito un uomo che indossa solo un camice d’ospedale, non ha documenti.
Inizia così un romanzo poliziesco che ci svela una realtà nascosta e che si
preferisce ignorare: quella delle cliniche di lusso che in apparenza svolgono
interventi di chirurgia estetica, ma ricavano i maggiori introiti dai trapianti
d’organi. Basta pagare e un ammalato grave può venire operato e rimesso in
sesto in tempi brevissimi. I donatori? I poveracci dei paesi dell’Est europeo
per lo più, allettati da cifre irrisorie ma superiori al loro guadagno annuo,
ingannati da promesse sull’assoluta assenza di pericolo di quanto si accingono
a fare- se poi invece di un rene ne servono due, o magari serve anche la
vescica perché è meglio per il paziente, be’, non è difficile sbarazzarsi di un
cadavere che difficilmente verrà reclamato. Però succede, ogni tanto.
Così il
giornalista svizzero Ramses Frei, che non si sa rassegnare alla morte della sua
compagna il cui corpo è stato rimpatriato da Malta svuotato degli organi
interni. O il fratello del morto investito. E ci saranno due uomini che
indagano insieme a Proteo Laurenti (a sua insaputa e con intenti diversi) sui
traffici della clinica sul Carso- così famosa che circolano voci che Michael
Jackson stia per venire lì a farsi operare. Uno dei medici viene trovato in fin
di vita, castrato. Laurenti spara e uccide il guidatore di un camion che
irrompe nel cimitero nel tentativo di fare una strage di medici. Due le persone
che si sono macchiate di sangue apertamente, quindi: andrà a loro il rimorso e
la condanna, quando c’è tutto un sistema che lucra sugli omicidî programmati?
Proteo Laurenti sullo schermo |
Questo il problema di fondo di un romanzo che aggiunge altri dettagli
caratterizzanti il personaggio di Laurenti: ha fatto uno scambio di casa con il
vecchio dottor Galvano e viene sospettato di truffa, prosegue la sua avventura
extraconiugale al di là del confine, adotta un vecchio cane poliziotto che
verrà ferito nella sparatoria. Sullo sfondo, Trieste- città di confine che è
nata dall’immigrazione e che deve fronteggiare di continuo tutti i problemi
connessi con il flusso immigratorio, testa di ponte dell’Italia verso l’Oriente
e nostalgica del passato asburgico, tra il brullo altipiano del Carso con le
sue vie dei vini e il mare scintillante che Proteo ammira dal “Faro”, il suo
ristorante preferito.
la recensione è stata pubblicata su www.stradanove. net
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