Voci da mondi diversi. Penisola iberica
cento sfumature di giallo
il libro ritrovato
Alicia Giménez-Bartlett, “Un bastimento carico di riso”
Ci sono dei personaggi a cui ci si affeziona, come a dei
vecchi amici, e che si ha voglia di ritrovare, per sapere le novità, che cosa è
successo nelle loro vite. Così è per Petra Delicado e Fermín Garzón, la più
simpatica coppia di investigatori della letteratura poliziesca contemporanea.
Si intitola “Un bastimento carico di riso”, il nuovo romanzo di Alicia Giménez
Bartlett, e il morto su cui Petra e Fermín devono indagare è un barbone. In
apparenza si è trattato di un pestaggio ad opera degli skinheads, in realtà
l’uomo è stato freddato con un colpo di pistola. Non è facile far parlare degli
ubriaconi spesso incoerenti, le ricerche sono lente in un ambiente di miseria e
squallore che è nuovo per i due poliziotti, finché un portachiavi che
reclamizza un ente di beneficenza porta Alicia e Fermín sulla pista giusta.
C’è
una formula vincente che rende sempre molto godibili i romanzi di Alicia
Giménez Bartlett, ed è l’insieme di un argomento attuale e la caratterizzazione
dei personaggi. Il nodo della trama gialla sembra essere cercato apposta per
rivelare a noi lettori senza immaginazione del male quello che si cela nelle
sette, o nei giardini della ricca borghesia, o tra le righe della stampa
scandalistica, o, come in questo caso, dietro le agevolazioni di cui godono le
fondazioni a scopo di carità. Ma sono i due protagonisti che tengono la scena e
che seguiamo con affetto di romanzo in romanzo, per coglierne i cambiamenti
sotto i colpi della vita. C’è forse un segno degli anni che passano nella Petra
che paragona il barbone a Re Lear e che vede in lui il simbolo della libertà
dai vincoli materiali? Ci piace sempre di più questa Petra che potremmo
eleggere a rappresentante dei single felici di esserlo, in contrapposizione a
Bridget Jones. Questa volta la tentazione di Petra è forte, di provarci
un’altra volta a vivere con qualcuno, perché l’affascinante dottor Crespo
sembra innamoratissimo di lei e le fa una corte serrata, fitta di telefonate e
fasci di rose rosse che Petra fa portare sull’altare della Madonna.
Ma alla
fine Petra non se la sente di rinunciare alla libertà di svegliarsi da sola e
di non dover scrutare il buongiorno sul viso di un compagno- Chopin, un bel
libro, una bottiglia di buon vino sono compagnia sufficiente quando rincasa da
una giornata di lavoro. Ogni tanto un uomo, perché no? Ma senza impegno, come
il ragazzone che “soffia” alla giovane Yolanda che, a sua volta, le ha
“soffiato” il bel Crespo. Un personaggio nuovo, la vigilessa Yolanda che decide di arruolarsi
in polizia e che rappresenta la freschezza della giovinezza a cui Petra guarda
con un filo di nostalgia. Impagabile il nostro Fermín che deve buttar giù la
notizia che suo figlio è omosessuale e il fatto che vada ospite da Petra per
lasciar spazio alla coppia gay nel suo appartamento, è indice di un rapporto di
affettuoso cameratismo tra i due ispettori, ben diverso da quello litigioso del
primo romanzo. Tra dialoghi frizzanti, battute brillanti e mordaci con qualche
venatura di tristezza che non stona, una pagina tira l’altra inseguendo il
bastimento carico di riso per fare tante paelle, sognato da un barbone.
la recensione è stata pubblicata su www.Stradanove.net
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