Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America
FRESCO DI LETTURA
Tracy Chevalier, “I frutti del vento”
Ed. Neri Pozza, trad. massimo
Ortelio, pagg. 245, Euro 17,00
La sequoia
gigante è il ‘personaggio’ che domina i nostri pensieri, quando terminiamo
la lettura del nuovo romanzo di Tracy Chevalier, “I frutti del vento”. In
America è anche chiamata semplicemente Big
Tree, un colosso che può raggiungere i 95 metri di altezza e i 9 metri di
diametro. La storia che Tracy Chevalier tesse intorno alla sequoia è un frammento di Storia d’America, come
uno scampolo di stoffa che si aggiunge a quelli con cui Honor, la protagonista
del libro precedente, “L’ultima fuggitiva”, cuce le sue bellissime trapunte.
E’ il 1838,
la famiglia di James Goodenough è arrivata da non molto tempo in Ohio, nel
territorio paludoso formato da un ghiacciaio e chiamato Palude Nera. La corsa a ovest, verso il mitico Far West ricco di
promesse, è in realtà la corsa dei
disperati, di quelli che sperano nelle nuove possibilità e nella fortuna.
La vita non è facile nella Palude Nera. E’ vero che, se si riesce a coltivare
un albereto di cinquanta meli, la terra su cui sono stati piantati diventerà di
proprietà di chi li ha seminati, ma non è scontato che i cinquanta alberelli
crescano e diano frutti. E intanto si è dovuto lottare per disboscare, per
arare, per proteggere le piante e poi i germogli, per nutrire in qualche modo
la famiglia. Dei dieci figli dei Goodenough solo cinque sono sopravvissuti, la malaria si è portata via gli altri.
Sono bambini abituati a lavorare come gli adulti, le femmine in casa, i
maschietti nei campi. E James Goodenough è continuamente in lite con la moglie
Sadie per qualsiasi cosa, ma soprattutto per le mele: lui vuole coltivare le
Golden, dolci da mangiare, lei preferisce quelle più aspre, per fare il sidro.
Se la sequoia giganteggia nella seconda
parte del libro, quando il personaggio principale è Robert, il figlio più
giovane dei Goodenough, gli alberi di
mele indorano la prima parte, causa scatenante di una tragedia che matura
lentamente, complici l’acquavite con cui si ubriaca Sadie e il comportamento
scostumato di questa donna che di certo non ama vivere nella Palude Nera ma che
è anche una cattiva moglie e una pessima madre. Se Robert non fosse così
attento agli insegnamenti del padre, se non amasse anche lui le piante quanto
suo padre, non sarebbe adatto a svolgere il compito che gli viene affidato più
tardi, quando l’incontro casuale con un botanico, William Lobb, risveglierà il
suo interesse per un albero che incute
rispetto e timore. Robert verrà ingaggiato per raccogliere semenzali e semi
da essere spediti- con enormi precauzioni perché sopravvivano al lungo viaggio
in mare- in Inghilterra.
Ci affascinano i dettagli sulla coltivazione delle mele, nella prima parte, ci
viene l’acquolina in bocca alla descrizione del diverso sapore dei vari tipi di
mele, così come ci incanta e ci riempie di stupore la scoperta delle sequoie
nella seconda parte. Ci pare che ci debba essere un significato arcano nel contrasto fortissimo tra il piccolo
frutto che usiamo per delizie in cucina e di cui abbiamo letto in miti e
leggende, e l’albero altissimo che sembra appartenere ad un’altra era. E le vicende umane sembrano piccole e
meschine al confronto. La grande tragedia che ha spaccato l’esistenza di
Robert, costringendolo alla fuga quando aveva solo nove anni, e l’altra di
adesso, quando forse la vita gli stava offrendo una ricompensa per tanto
dolore, paiono fuggevoli, occupano una
porzione infinitesimale di tempo paragonato a quello- lunghissimo- delle
sequoie che i turisti sviliscono senza capirne la maestosità.
Forse “I frutti del vento” non ha la magia
che ci ha irretito ne “La ragazza con l’orecchino di perla”, se l’avesse
sarebbe una ripetizione di cui ci stancheremmo. Il nuovo romanzo di Tracy
Chevalier ha una forte componente
drammatica che ci fa pensare al realismo naturale di Eugene O’Neill e dei personaggi verdi come straordinari
protagonisti: se solo avessero la voce, sarebbero come Barbalbero o gli altri Ent di Tolkien.
la recensione sarà pubblicata anche su www.stradanove.net
L'autore della foto delle mele Golden Delicious è la ditta Foto Dieter Drescher, Merano (www.drescher.it). Questa foto è stata scattata nell'anno 2010. L'uso della nostra foto su questo sito senza la nostra autorizzazione viola la legge italiana sul diritto d'autore.
RispondiEliminaMi spiace moltissimo. Va bene se inserisco il credito a voi?
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