martedì 16 febbraio 2016

Klaus Modick, “Concerto di una sera d’estate senza poeta” ed. 2015

                                         Voci da mondi diversi. Area germanica
       painting fiction
       FRESCO DI LETTURA

Klaus Modick, “Concerto di una sera d’estate senza poeta”
Ed. Neri Pozza, trad. Riccardo Cravero, pagg. 166, Euro 13,60


     Mi sono innamorata della copertina del romanzo di Klaus Modick, “Concerto in una sera d’estate senza poeta”. Mi ha intrigato il titolo. Poi ho letto il libro e mi sono innamorata del libro. Perché mi ha fatto provare la felicità dell’ignoranza e l’ebbrezza della scoperta di qualcosa di nuovo che non conoscevo.
    “Concerto in una sera d’estate senza poeta” è la storia di un’amicizia deludente, di un grande amore, di una esaltante confraternita artistica. E’ la storia di un quadro bellissimo che non soddisfa il suo pittore e, dietro la storia del quadro c’è l’esplorazione intima del processo creativo, dello sforzo per comunicare tramite l’arte, della frustrazione quando l’oggetto d’arte terminato è fedele alla realtà ma non a quello che palpitava nella mente dell’artista.

Il poeta presente nella sua assenza nel titolo è Rainer Maria Rilke, amico deludente del pittore (ma non solo, anche disegnatore di mobili e di ambienti) Heinrich Vogeler. Rilke, visto attraverso gli occhi del gruppo di amici, è odioso. E’ egocentrico, vanaglorioso, sembra sempre stare recitando (i suoi versi per lo più) al centro del palcoscenico. Non è capace di amare- mentre prosegue la sua relazione, scandalosa per l’epoca, con la molto discussa scrittrice e psicanalista Lou Salomé, intreccia un’ambigua amicizia con due donne pittrici del gruppo, ne sposa una (dopo averla messa incinta) e l’altra donna (Paula Becker, un genio non riconosciuto, peccato che sia morta giovanissima) sposa, subito dopo, un altro degli artisti della confraternita (per ripicca?).
Rilke
E’ anche uno scroccone, Rilke, che approfitta della generosa ospitalità di Vogeler, esige ascolto e ammirazione. Ma non contraccambia. Vogeler lo aveva già dipinto nel suo quadro, questo grande e grandioso Concerto che gli era stato ispirato dal Concerto campestre di Tiziano. Lo aveva inserito fra le due donne, Clara (la moglie di Rilke) e Paula. Poi, deluso, lo aveva cancellato. E in ogni caso, il nostro sguardo si posa, prima di tutto, sulla figura centrale in piedi sugli scalini, accanto al cane: è Marthe, la fanciulla con i capelli color lino che forse non era ancora sposata con il pittore quando il quadro era stato iniziato. Sullo sfondo, Barkenhoff, la casa delle betulle, la creazione di Vogeler, il luogo di raccolta degli artisti della confraternita di Worpsede, nella brughiera del diavolo (la Teufelsmoor), a nord est di Brema.
Barkenhoff
    Barkenhoff non è soltanto una casa, Worpswede non è soltanto un luogo, le betulle non sono comuni alberi. E’ il Giardino dell’Eden, una Utopia artistica, la gloria della bellezza, della giovinezza, della creatività, dell’amicizia e dell’amore. Heinrich Vogeler aveva amato a prima vista l’elfica Marthe, figlia dell’insegnante del villaggio. Era diventata la sua modella, la vediamo nei quadri, pallida e bionda, vestita di verde e flessuosa come le betulle.
Poi il poeta Rilke si era distaccato dal gruppo, Vogeler non aveva apprezzato il suo comportamento maschilista, egoista e leggero. Rilke non poteva più avere un posto nel quadro, era stato cancellato. Ma anche il significato profondo del quadro era cambiato, era finita l’atmosfera esaltante della creazione, erano scese le ombre. Vogeler stesso era diverso. Aveva gli occhi affaticati, non era soddisfatto di quello che dipingeva, avrebbe voluto ricomprare il grande quadro del Concerto e distruggerlo. Distruggere il passato, una parte della vita di tutti loro.

     Modick ha attinto da uno scritto di Vogeler, “Werden”, e dai diari e dalle poesie di Rilke per scrivere questo romanzo che ci parla di sentimenti e di sublimazione di sentimenti, di realtà e di trasfigurazione della realtà, che ci trasporta nell’atmosfera creativa dello Jugendstil (più suggestivo questo termine, stile della giovinezza, che Art Nouveau), che ci inebria di bellezza.




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