Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America
romanzo 'romanzo'
FRESCO DI LETTURA
Kent Haruf,
“Benedizione”
Ed.
NN, trad. Fabio Cremonesi, pagg. 277, Euro 14,45
Come parlare di un romanzo bellissimo in cui non accade nulla? O meglio, non accade
nulla di strabiliante, accade la vita,
il quotidiano della vita. A Dad Lewis
viene diagnosticato un tumore, la figlia prende un periodo di permesso dal
lavoro per stare vicino a lui fino alla fine insieme alla madre Mary, moglie di
Dad. Un nuovo pastore è arrivato
nella chiesa, un suo sermone fa infuriare i cittadini, sarà costretto ad
andarsene- anzi, abbandonerà il ministero. Una bambina che ha perso la mamma
viene ad abitare con la nonna e sarà presa sotto l’ala protettrice di una
signorina non più giovane che vive con la madre. Tutto qui, eppure, forse, è l’essenzialità stessa del romanzo di Kent
Haruf che lo rende straordinario.
Il luogo è Holt, Colorado, ma potrebbe essere qualunque cittadina nell’immensa
pianura. Il tempo non è precisato, di certo dopo l’11 di settembre del 2001, visto che si parla della guerra in
Afghanistan, ma, se non fosse per quello, potrebbe essere un tempo qualunque,
lontano o vicino agli anni che stiamo vivendo.
Un uomo sta morendo. E’ un uomo integro, onesto, corretto. Si gira indietro e considera le azioni
della sua vita- dove ha sbagliato?
c’è ancora tempo per rimediare? E’ un brav’uomo, Dad Lewis, altrimenti non
sarebbe curato con tanto affetto dalla moglie e dalla figlia, non sarebbe così
rispettato dai due uomini che lavorano con lui nel suo negozio di ferramenta.
Eppure ha fatto degli errori anche lui, che tutti chiamano Dad da quando è
diventato padre. Ha anche un figlio, Dad, oltre alla figlia. Però non vede
Frank da tantissimi anni, non sa neppure dove sia. Frank era un ragazzino
quando il padre lo aveva visto fare
dei giochi strani con un altro ragazzo. Ed era stato durissimo con lui. Più
tardi, a scuola, Frank era stato preso di mira per i suoi orientamenti
sessuali. Frank era andato via di casa. L’integrità
deve per forza accompagnarsi a questa rigidezza? Quando Dad aveva scoperto
che il suo aiutante nel negozio rubava regolarmente dagli incassi, lo aveva
licenziato sui due piedi, senza accettare l’offerta della restituzione del
denaro. L’uomo si era poi suicidato.
Il reverendo Lyle ha qualcosa della
correttezza estrema di Dad. Era stato mandato via da Denver per un sermone in
cui prendeva le parti di un omosessuale-
dopo aver letto questo penseremmo che ecco, Lyle è la controparte di Dad e
invece, no, c’è dell’altro, il messaggio di Haruf non è semplicistico. Il
sermone di Lyle si incentra sulle parole di Cristo che invita a porgere l’altra
guancia a chi ci ha colpito: dobbiamo
pensare che Cristo parli per simboli o che intenda veramente quello che
dice? Perché l’America allora sta percorrendo un sentiero di guerra senza fine?
La reazione dei fedeli è violenta,
Lyle viene insultato, accusato di essere un simpatizzante dei terroristi, la
chiesa si svuota.
“Benedizione” non è un romanzo che offre soluzioni. In questa ‘sottotrama’, come
in quella principale (ma ho dei dubbi sul fatto che quella di Dad sia la trama
principale, tanto sono collegate le due storie di prese di posizione e
ripensamenti), così come nella terza trama che ha per protagonista la bambina
orfana di mamma che scopre il mondo con la bicicletta viola che le hanno
regalato (un personaggio polarmente opposto a quello del vecchio che si
accomiata, invece, dal mondo), ci sono spunti di riflessione, quesiti più
o meno importanti- come comportarci nei confronti di un figlio che ci delude,
della moglie, di un collega, di un vicino, di un amico, di chi non capiamo
perché diverso da noi- che dovremmo porci, se già non lo abbiamo fatto. E
l’essenzialità di queste storie si riflette nell’essenzialità dello stile spoglio di Kent Haruf- una sorta di versione in prosa degli haiku. Limpido e naturale. Come i
dialoghi, che sono di una semplicità bellissima.
Per uno scrittore di ‘gialli’ è facile
mantenere alta la tensione della lettura. Quando in un altro genere di romanzo che
non punta sul sensazionalismo le pagine non sono mai abbastanza, quando non si riesce a staccarsi dal libro,
vuol dire che lo scrittore è bravissimo. Rendiamo omaggio a Kent Haruf,
scrittore che purtroppo abbiamo conosciuto troppo tardi- è morto nel novembre
del 2014, a 71 anni.
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