venerdì 8 gennaio 2016

Alberto Beonio-Brocchieri, “I bugiardi di Dio” ed. 2016

                                                                     Casa Nostra. Qui Italia
   cento sfumature di giallo
    FRESCO DI LETTURA


Alberto Beonio-Brocchieri, “I bugiardi di Dio”
Ed. Simonelli, pagg. 272, E-book Euro 6,99


      E’ morto Enrico Stolz. L’ex prete Enrico Stolz. L’ex professore dell’Università Cattolica Enrico Stolz. E’ morto Enrico Stolz, autore di un libricino, “I bugiardi di Dio”, che ha sollevato un gran polverone. Con lui è morto anche il suo alias, Thomas Zwei, autore di romanzi d’avventura di grande successo.
Alla redazione della casa editrice che ha pubblicato i suoi libri sono tutti costernati. Pare sia stato un incidente, in val di Camme, dove Stolz si ritirava a scrivere. La sua auto è precipitata in un burrone, prendendo fuoco. Nessuna traccia del corpo, o disintegrato nell’esplosione o sbalzato fuori nel fiume. E’ successo alle quattro del mattino: un colpo di sonno? (però era appena partito), un malore improvviso? (possibile, ma la coincidenza sarebbe strana), suicidio? (impossibile, a detta di chiunque lo abbia conosciuto), oppure qualcuno ha voluto metterlo a tacere?
    Il nuovo romanzo di Alberto Beonio-Brocchieri si presenta come un giallo. Con una morte sospetta e un’indagine, presto accantonata dalla polizia e portata avanti, invece, con la testardaggine di chi non si rassegna e vuole capire, da Luca Fereolo, giovane redattore di un giornale online. E quello che era iniziato come un ennesimo thriller diventa un intrigante thriller teologico o metafisico o economico-sociale, un libro che ha delle idee e non solo una trama coinvolgente. L’indagine che riguarda un uomo scomparso diventa un’indagine su di noi e sul nostro rapporto con la religione, sulla Chiesa e sullo stravolgimento del messaggio di Cristo, e poi ancora sul potere- perché era questo l’argomento su cui stava lavorando Stolz, scoprire ‘se esista un antidoto alla degenerazione dei sistemi di potere’, svelare ‘gli intrecci fra le più grandi banche mondiali, le grandi multinazionali, lo IOR e i maggiori partiti politici’, combattere perché ‘la Legge, che dovrebbe tutelare l’uomo comune dal Male, non diventi essa stessa strumento di male’. Materiale scottante. Forse Stolz ne era rimasto ustionato.

E non si pensi che questa tematica così densa di significato appesantisca la narrativa, ne faccia un noioso romanzo a tesi. Tutt’altro. Perché i personaggi prendono vita sulle pagine- dal carismatico Enrico Stolz (impossibile che un uomo così rimanga tra i ranghi della Chiesa) al giornalista Luca, una sorta di ideale figlio adottivo di Stolz, proprio come Stolz è una sorta di figlio adottivo di don Saverio (ah, l’obbligo del celibato e la nostalgia della paternità), da Mara che aveva solo vent’anni quando Stolz si innamorò di lei (ed era una sua alunna all’Università) ad Antonia che nel percorso amoroso di Luca è quello che Mara è stata per Enrico Stolz (entrambe sono l’amore-passione con cui ci si accorge, alla fin fine, che c’è poco in comune), a Lucia che ama il colore giallo (potrebbe amare un colore diverso con un nome simbolicamente luminoso come il suo?), che ha il coraggio di vendersi ma anche di uccidere, per amore, se ce n’è bisogno, giù, giù, fino a tutti i membri della redazione, fino al direttore soprannominato Sherlock, agli amici di Stolz e a quelli di Luca.

C’è un altro personaggio ancora di cui bisogna parlare, la rete che qualche artista creatore di manga potrebbe rappresentare in maniera fantasiosa. La rete fa parte della vita quotidiana di tutti noi, nel bene e nel male. Enrico Stolz intende sfruttare la rete per divulgare il suo messaggio ed è vero che, tramite la rete, in una maniera inimmaginabile in passato, il pensiero può arrivare ovunque e nella frazione di un secondo. Pericolosissima e affascinante. La rete ha sostituito il tam-tam della foresta, può avvicinare gli amici e tenere a bada la solitudine, può sostituire la carta stampata dei libri, come fa per il romanzo stesso di Alberto Beonio- Brocchieri pubblicato in edizione digitale.

      Lo stile narrativo di Alberto Beonio Brocchieri è scattante, è un miscuglio felice di colloquiale, poetico, sentimentale, filosofico, in un libro che ha qualcosa di utopistico e che ha il coraggio di porre domande che ognuno di noi spesso si è fatto e poi ha accantonato, perché non ci è capitato di incontrare un Enrico Stolz con cui discuterne.



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