Voci da mondi diversi. Francia
cento sfumature di giallo
FRESCO DI LETTURA
Dominique Manotti, "Il
sentiero della speranza"
Ed. Tropea, pagg. 316, Euro 12,00
Bel
titolo, prima di tutto. In francese è "Sombre
sentier": ricco di suggestioni con quelle due sibilanti seguite dalle
due nasali e con il gioco di parole implicito. Il sentiero scuro, la
traccia nera del romanzo poliziesco, ma anche ombre sul Sentier, il quartiere parigino in cui si svolge la
vicenda. Una ragazzina tailandese -
meglio, una bambina dodicenne - viene
trovata uccisa in uno dei tanti laboratori clandestini del Sentier dove una
mano d' opera immigrata e sottopagata confeziona i capi del prêt-à-porter.
Potrebbe essere semplicemente un delitto a sfondo sessuale nel mondo della
prostituzione. E invece questa è solo una delle piste che portano il commissario Daquin a scoprire traffici loschi di droga, materiale
pornografico, griffe false e persino di armi. Naturalmente dietro tutte
queste manovre non ci sono dei pesci piccoli, ma personalità del mondo che
conta, quello del governo in prima linea, e poi quello della finanza e delle
banche e, non ultimo, quello delle alte sfere della polizia. Una Parigi molto noir, insomma.
Quello
che rende insolito questo primo libro di Dominique Manotti, insegnante di
Storia Economica del XIX secolo all' Università di Parigi e sindacalista, è la
scelta del tempo, del luogo e dei personaggi. E' il 1980 ed è in atto uno
sciopero dei lavoratori immigrati per ottenere il permesso di soggiorno e
una normativa del lavoro. Il Sentier è una città dentro la città, ci sono dei
bar in cui si sente parlare solo turco, c' è un traduttore che volge in
francese i discorsi delle assemblee degli operai che stanno facendo un braccio
di ferro con il governo. Vinceranno
loro, gli immigrati, ecco il Sentiero della Speranza. Due i personaggi
centrali, e non sono la solita coppia di
investigatori. Una coppia sì, ma particolare.
L 'ispettore Daquin, bell' uomo dai gusti
raffinati, proviene da una famiglia agiata, flashback di solitudine, giocatore
di rugby, bisex con preferenza - dichiarata - per i maschietti. Il suo compagno
del momento è il turco Soleiman,
occhi azzurri, incriminato in patria, informatore della polizia parigina,
leader dei lavoratori immigrati. Altri poliziotti collaborano nell' inchiesta,
e non sempre con metodi ortodossi. Picchiano forte, uno di loro violenta una
ragazza ed è il colpo di pistola di un poliziotto che uccide un altro presunto
colpevole. Niente psicologia spicciola,
tante storie che si intrecciano come nel romanzo poliziesco americano ma
con una verve tutta francese. Uno
stile fatto di osservazioni lapidarie,
passaggi casuali da una narrazione in terza persona a brevi riflessioni in
prima persona, frasi veloci spesso senza verbo in quello che sembra un diario
di bordo: c' è sempre una data (dal 3 marzo al 30 maggio) e l'ora e il
luogo in cui si svolgono le varie scene, incalzanti come in un film d' azione.
Premiato nel 1995 dall' Associazione francese degli scrittori del giallo,
"Il sentiero della speranza" è il primo di una trilogia. Aspettiamo
gli altri.
la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net
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