Voci da mondi diversi. Cina
il libro ritrovato
Yu Hua, “Arricchirsi è glorioso”
Ed. Feltrinelli, trad. Silvia
Pozzi, pagg. 437, Euro 19,00
Quello che è glorioso, è la riflessione che facciamo leggendo il romanzo
“Arricchirsi è glorioso” dello scrittore cinese Yu Hua, è la possibilità che
oggigiorno abbiamo di conoscere in traduzione quello che viene scritto negli
altri paesi- non solo in quelli le cui lingue sono sempre state più o meno
accessibili in ogni tempo, ma anche in quelli dagli idiomi di per sé più
difficili da studiare, perché aventi caratteri diversi dai nostri, perché erano
più costosi i viaggi sul posto, perché motivazioni politiche imponevano una
censura sia all’interno sia all’estero. E invece è entusiasmante venire a
contatto con altre culture e apprezzare stili narrativi diversi da quelli
europei.
I protagonisti di “Arricchirsi è glorioso” sono ancora i fratelli Li
Testapelata e Song Gang, già al centro del precedente romanzo di Yu Hua,
“Brothers”. Chi non ha letto “Brothers” troverà qualche accenno al passato in
“Arricchirsi è glorioso”- giusto quanto è necessario per orizzontarsi. Li
Testapelata e Song Gang non sono fratelli di sangue, ma il secondo ha promesso
alla madre di Li Testapelata (che lui chiama mamma, come se fosse la sua) che
si sarebbe sempre preso cura del fratello. Condividono tanti ricordi, i due
fratelli. Del padre (in realtà padre solo di Song Gang) ucciso durante la
rivoluzione culturale. Della morte della madre. Della forzata lontananza. Ora,
all’inizio del libro, Song Gang ritorna a vivere con Li Testapelata nella
piccola città di Liuzhen, dove si svolge tutta la vicenda di “Arricchirsi è
glorioso”. Apparirà ben presto chiaro che, nonostante che entrambi dicano di
essere “l’uno la forza dell’altro”, Song Gang è il fratello “buono”, leale,
onesto e sincero, mentre Li Testapelata è il suo opposto: egoista, senza scrupoli,
pronto ad uccidere anche il fratello se questi gli intralciasse il cammino. E
così la storia dei due fratelli acquista una valenza simbolica nella sua
specularità- tutto quello che succede appare inevitabile, visto le premesse.
I due fratelli iniziano a fare soldi
insieme e li mettono in una cassa comune; poi l’intraprendente Li Testapelata
si autonomina direttore della cooperativa in cui lavora- la sua sarà un’ascesa
continua, perché ha fiuto, iniziativa e un’ottima parlantina. Riesce a
convincere amici e conoscenti ad investire i risparmi in un’impresa che non
decolla mai, eppure si riprende, ha un’altra idea: raccoglie robaccia di
scarto, ogni sorta di rifiuti, e poi li rivende. Parte per il Giappone,
acquista 3567 tonnellate di completi all’occidentale usati, torna a Liuzhen,
impone una moda, li rivende…Diventa straricco, fa radere al suolo vecchie
abitazioni di Liuzhen e ricostruisce. E’ proprietario di ristoranti, di centri
del benessere…a Liuzhen tutto appartiene al rozzo, volgare, sboccato Li
Testapelata. C’è una sola cosa che Li non è riuscito ad avere: l’amore di Lin
Hong che è diventata la moglie di suo fratello.
Va da sé che il percorso di vita di Song
Gang- il doppio di Li Testapelata- sia totalmente diverso: Song Gang è
strettamente monogamo mentre l’altro è un donnaiolo affamato di sesso, ha un
modesto impiego di routine e una bicicletta, invece della Mercedes.
Finché…diventa anche lui intraprendente, ma per motivi diversi. E la storia del
suo arricchirsi è tremendamente tragica.
C’è la storia della Cina che fa il balzo
in avanti, dietro a quella dei due fratelli e della miriade di personaggi che
li circondano, dal ghiacciolaio Wang all’arrotino Guan, dal cavadenti Yu al sarto
Zhang, allo scrittore Liu e al fabbro Tong. Una Cina che, ogni tanto, si
ricorda ancora di Mao e cita- ridicolizzandoli- i suoi famosi detti, ma che ha
preso a prestito l’ideologia economica occidentale (bella la metafora degli
abiti importati da Li, che furoreggiano immediatamente). Per raccontare questa
Cina contraddittoria, varia e complessa, Yu Hua impiega il grottesco e il
paradossale- come altri autori cinesi, come Ma Jian o anche il grande Mo Yan-,
per suscitare un riso amaro, per temperare il dramma con l’incredulità.
la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net
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