Voci da mondi diversi. Cina
il libro ritrovato
Yan Lianke, “Servire
il popolo”
Ed. Einaudi, trad. Patrizia Liberati, pagg. 139, Euro 10,00
L’ironia, sia intesa
come capovolgimento di quanto si vuole dire, sia come esagerazione al limite
del paradosso, è l’arma migliore in letteratura per smontare una tesi o per
distruggere un’idea ritenuta falsa o assurda, o comunque sbagliata. Si veda
Voltaire o Swift, per ricordare due esempi. E l’ironia è la chiave di lettura
di questo gustoso e divertente romanzo breve dello scrittore cinese Yan Lianke,
“Servire il popolo”.
Il titolo è chiaramente una citazione di
uno dei famosi slogan del Presidente Mao
e verrà ripetuto di continuo nel corso del romanzo, perché è intorno a questo
ordine che si svolge la trama della commedia. Che sarebbe poi una trama banale
da commedia amorosa, con un marito
importante e cornuto, una moglie giovane e vogliosa e un attendente fin troppo
servizievole. Se non ci fosse l’ambientazione- la Cina della Repubblica Popolare- che fa sì
che il balletto degli amanti volteggi troppo pericolosamente sul bordo del
palcoscenico.
Il soldato Wu Dawang ha il
compito esclusivo di preparare i pranzi in casa del Comandante di divisione e
si è guadagnato il posto perché ha saputo recitare a memoria le 286 citazioni
dalle opere del Presidente e i suoi tre discorsi, uno dei quali è “Servire il
popolo”, per l’appunto: Ricordare sempre
che servire in casa dei superiori vuol dire servire il popolo. Parole
splendide per tenere ognuno al proprio posto e una tavoletta in legno con
questa scritta in rosso è in bella vista nel soggiorno della casa del
Comandante, a memento silente. Che fare quando il Comandante si assenta e la moglie richiede da Wu Dawang dei servizi
diversi? C’è qualche altra frase di Mao che possa venire in aiuto? Wu
Dawang vorrebbe essere fedele alla moglie, pensa al figlio neonato, ma è
giovane, la moglie del Comandante è molto bella e invitante, un altro suo
superiore gli fa capire che il popolo va servito ad ogni costo. Anche entrando nel letto del Comandante.
Inizia così una storia di amore e di sesso rovente, goduta
appieno proprio perché proibita, perché è chiaro che la moglie non è
soddisfatta del marito anziano (circolano voci sulle cause dei suoi precedenti
divorzi), perché il tempo a disposizione è breve. E, come tutte le storie
d’amore, segue una parabola ascendente, raggiunge il culmine, discende
alterandosi, perché subentra la stanchezza. Grandiosa la scena in cui nessuno
dei due vuole essere da meno dell’altro e, in una prova d’amore, vengono
infranti e calpestati quadri con citazioni e sacre immagini di Mao: non è solo un atto blasfemo ma anche pericoloso.
E
mai ci viene permesso di dimenticare che questa non è una storia d’amore come
le altre, qui si tratta di servire il popolo- quando crolla la resistenza
interiore di Wu Dawang è come se crollasse
la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net
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