il libro ritrovato
Non più angeli del focolare
Tracy Chevalier, “Quando cadono gli angeli”
Ed. Neri Pozza, pagg.363, Euro 16,50
Quando cadono gli angeli, nel “Paradiso perduto” di
Milton, si apre l’ inferno davanti a loro: è la fine del tempo in cui esisteva
solo il Bene. Quanti angeli caduti, in questo nuovo romanzo di Tracy Chevalier,
quante fini. E’ il gennaio 1901, un secolo è appena finito, è morta la regina
Vittoria. E’ la fine dell’Impero britannico, la fine del moralismo imposto da
quella regina che aveva portato il lutto per 40 anni. Due famiglie di diversa
condizione sociale si incontrano nella visita d’obbligo al cimitero.
C’è la
statua di un angelo sulla tomba dei Waterhouse. Un’urna su quella dei Coleman.
Forse possiamo presagire due fini diverse. Le due bambine, Maude e Livy, fanno
amicizia. Maude Coleman si trova a suo agio nella casa dei Waterhouse. La mamma
di Livy è più affettuosa, meno sofisticata della sua che è sempre così
insoddisfatta, così inquieta. Sarà Maude, a cui il padre ha insegnato ad amare
l’astronomia, ad andare all’università, e questa viene considerata una novità
stravagante e inutile per una donna. Gli orizzonti di Livy sono più limitati,
influenzata com’è dalla sua famiglia. Il suo passatempo è annotare
dettagliatamente le regole da seguire in caso di lutto. Rappresentano il passato
e il futuro della donna. D’altra parte è la mamma di Maude che cerca l’amore
fuori del matrimonio, passa attraverso il dolore di una perdita (un altro
angelo caduto) per unirsi poi con entusiasmo al movimento delle suffragette
nella richiesta del voto alle donne.La mamma di Livy si tiene in disparte, tra
ammirazione e disapprovazione. Un grande raduno a Hyde Park, questa volta gli
angeli ribelli sono le donne, ma ogni inizio di un’epoca nuova vuole le sue
vittime, i suoi angeli caduti, uno per ogni famiglia. E’ il 1910, l’anno del
passaggio della cometa di Halley annunciatrice di disgrazie: è morto re Edoardo
VII, viva re Giorgio V. Un decennio di storia inglese, storia delle idee, dei
costumi, dei comportamenti, della moda. Dalle carrozze alle automobili, dal
cavallo alla bicicletta (che scandalo, la mamma di Maude in bicicletta che
mostra le caviglie). Storia della presa di coscienza della donna che afferma il suo diritto, non solo al voto, ma anche allo studio, all’uso della sua intelligenza, alla sua sessualità. Tracy Chevalier lascia parlare i suoi personaggi – i Waterhouse, i Coleman, le bambine, due donne di servizio, la nonna Coleman aristocratica e snob, il figlio del becchino. Ognuno ha la sua voce, riconoscibilissima, ognuno ha il suo punto di vista, ognuno ci dice di sé e degli altri. A volte gli interventi sono brevissimi: una sola riga per la sorellina di Livy, “Da sopra la sua spalla ho visto cadere una stella. Ero io.” Un altro angelo che cade. Punto di incontro, punto di ritorno, il cimitero di Hampstead Heath, là dove Londra agli inizi del ‘900 si perdeva sulle colline, dove iniziava la brughiera. Un cimitero inglese, dove la gente passeggia tra le tombe e mantiene vivo il ricordo. La morte non esiste se c’è la memoria. Come già ne “La ragazza con l’orecchino di perla” la Chevalier spruzza il passato di magia.
la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net
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