fresco di lettura
Ella Berthoud e Susan Elderkin, “Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno.”
Ed. Sellerio, trad. Roberto
Serrai, pagg.637, Euro 18,00
Titolo originale: The Novel Cure
Attenzione! Questo non è un libro. Questo è il libro dei libri, la Bibbia, il Vademecum, il consigliere del
lettore. Da trattarsi con venerazione ma da sfogliare, stropicciare,
sottolineare, fare come faremmo con un amico che rispettiamo ma con cui abbiamo
confidenza.
Ella Berthoud e Susan Elderkin hanno frequentato la stessa università,
facoltà di letteratura. Possiamo immaginarle sedute in un pub mentre fuori
piove sui prati verdi di Cambridge, con una borsa piena di libri, a parlare di
libri, a scambiarsi libri da divorare in una serata. Ed è quello che fanno in
questo straordinario “Curarsi con i libri”, ci parlano di centinaia e centinaia
di libri, con arguzia, ironia e intelligenza. Perché non solo c’è un libro per
ogni lettore ma anche un libro per ogni disturbo o malattia o problema che dir
si voglia, e noi leggiamo con uguale piacere la descrizione del male e il
contenuto del libro che offre un rimedio alla malattia.
Si procede per ordine alfabetico, proprio
come in un manuale di medicina casalingo- dalla A alla X, da ‘Abbandono’
a ‘Xenofobia’. Per ogni disturbo
vengono suggeriti uno o più titoli che sono intesi a curare, a volte per
contrasto, come nell’omeopatia, e a volte per somiglianza. A volte nel romanzo
consigliato il male viene descritto a tinte così forti o con esiti così
catastrofici che chi ne è afflitto, se ha un minimo di forza di volontà che
possa influire sulla sua patologia, cambia vita radicalmente, guarendo (vedi ‘Alcolismo’, leggi “Shining” di Stephen
King o le altre letture consigliate). E’ l’umorismo delle scrittrici che ci
conquista, lo sguardo empatico con cui guardano sia l’incertezza del ‘Cosa mettersi, non sapere mai’ sia i comportamenti di ‘Omofobia’, è la loro capacità di
sintesi, raccontando il poco che importa della trama dei romanzi, che desta la
nostra curiosità invogliandoci a leggere i libri di cui parlano, sia che siamo
afflitti o no da quello che dovrebbero curare. E poi ci sono degli intervalli
in cui il discorso si fa più ampio (sono scritti in corsivo, per
differenziarli), in cui le malattie hanno a che fare con i libri e quindi si
suggeriscono libri per curarsi dai libri o dai disturbi della lettura (si
inizia con ‘Acquisto di libri,
compulsivo’, si termina con ‘Vivere
invece di leggere, tendenza a’)- pagine imperdibili per i bibliofili e i
bibliomani.
Si sente spesso parlare del dolore per la fine di una relazione amorosa, ma che dire di quando, per qualsiasi motivo, si interrompe il rapporto con un amico di vecchia data? Dopo tutto, le amicizie dovrebbero durare per sempre e il dolore per la perdita dell’unica persona che vi conosce da quando eravate giovani, vi è stata accanto nei momenti peggiori e vi capisce fino in fondo, è davvero straziante. Non solo dovrete affrontare il futuro senza questa persona, ma vi scoprirete a domandarvi se siete davvero un buon amico e, alla fine, una brava persona.
Questa dolorosa situazione viene colta in tutta la sua intensità da William Maxwell, nel suo splendido romanzo breve Ciao, a domani.
Ho avuto la tentazione di sottolineare con
una matita rossa i libri che non ho ancora letto e che vorrei leggere- ci ho
rinunciato subito, perché sono troppi, perché mi viene voglia di leggere tutti i libri (o quasi) di cui Berthoud
e Elderkin parlano, e perché so che, in ogni caso, ritornerò sulle loro pagine.
Perché “Curarsi con i libri” è talmente piacevole che è un libro da cui non ci
si può separare e uno dei pregi è quello di poter leggere alcune pagine di
malattie con la cura libresca e poi interrompere, per riaprirlo magari a caso e
vedere- come fosse un indovino- che lettura la sorte ci consiglia. E se
qualcuno proprio non ha tempo per leggere, può consultare la voce ‘Troppo occupati per leggere, essere’,
e poi, se proprio proprio non riesce a seguire la cura indicata, può
accontentarsi di leggere per interposta persona, potrà addirittura fare una
bella figura se si trova in compagnia di intellettuali, sfoggiando una vasta
conoscenza di titoli (vedi la voce, ‘Falsificazione,
attrazione alla’ oppure ‘Bugie, dire
un sacco di’).
Ancora una parola sul curatore dell’edizione italiana del libro, lo
scrittore siciliano Fabio Stassi che ha sapientemente aggiunto una terza voce a
quella delle due scrittrici inglesi con i consigli ‘nazionali’ che integrano e
a volte sostituiscono quelli di Berthoud e Elderkin, scoprendo
involontariamente nei nostri romanzi un filo conduttore di mali ‘nostri’ che si
srotola nel corso dei secoli.
Da comprare, da leggere e rileggere,
assolutamente da non prestare (vedi la voce ‘Esaurire la propria biblioteca a forza di prestare libri ‘).
http://www.wuz.it/recensione-libro/8117/curarsi-con-libri-rimedi-letterari-berthoud-elderkin.html
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