domenica 2 giugno 2024

Ennio Tomaselli, “Uno come tanti” ed. 2024

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          anni di piombo

Ennio Tomaselli, “Uno come tanti”

Ed. Manni, pagg. 336, Euro 18,05

 

    Fabrizio Martini. Vive a Torino, ha poco più di trent’anni. Ha sempre voluto fare il magistrato e adesso sosterrà l’esame a cui si è preparato con una compagna di università che è diventata la sua ragazza. Inspiegabilmente sua madre lo osteggia- è solo perché vuole che lui lavori insieme a lei nel suo studio di avvocato?

    Poi succede l’imprevisto. Durante una gita in montagna suo padre scivola lungo un dirupo e muore. O forse sarebbe meglio dire che il marito di sua madre muore, perché viene fuori che è stato impossibile fargli una tempestiva trasfusione per via di un gruppo sanguigno raro. Quindi quell’uomo buono che era sempre stato un sostegno per lui, che gli aveva sempre dato affetto quasi a colmare il vuoto di quello che non gli dava sua madre, non poteva essere suo padre. Chi era, allora il vero padre biologico?

Tribunale di Torino

   La madre finirà per dirglielo, tra improperi e insulti rivolti sia a Fabrizio sia a Matteo Lorusso, il marito di cui era stata dichiarata la morte presunta. Era stato un magistrato negli anni ’70 e ’80, aveva esercitato a Torino e in Calabria, poi era scomparso. Si era suicidato? Il corpo non era mai stato trovato. Possibilissimo che fosse ancora vivo. All’epoca della scomparsa non sapeva neppure che la moglie fosse incinta, Fabrizio era nato alla fine del 1989 senza che il padre sapesse alcunché di lui.

    Il romanzo di Ennio Tomaselli (laureato in Giurisprudenza, giudice del tribunale per minorenni di Torino e pubblico ministero presso tale ufficio) prende l’avvio da qui in una sorta di romanzo di formazione tardiva che è nello stesso tempo la storia della ricerca di un padre, sia come figura fisica sia- e forse ancora di più- come ‘persona’, e la storia d’Italia attraverso la storia della magistratura in anni violenti e oltremodo difficili in cui molto si nascondeva dietro una verità apparente ed era meglio non fidarsi di nessuno. Se ti fidavi, venivi colpito alle spalle.

    Quello che compie Fabrizio è un percorso doloroso. Intanto supera gli scritti del concorso a cui teneva molto e questo incide, paradossalmente sulla sua vita sentimentale che è quasi una storia parallela. Perché la fidanzata, influenzata dalla famiglia della borghesia bene di Torino, non vede di buon occhio la ricerca di un padre che sembra essere stato un magistrato ambiguo (era stato in collusione con i terroristi, forse?), e Fabrizio è attratto da una estroversa ragazza siciliana conosciuta all’esame, l’esatto opposto delle nordica fidanzata o ex-fidanzata. Fabrizio incontrerà molte persone che hanno conosciuto suo padre, ex magistrati, avvocati, poliziotti.

la Sila

Andrà in Calabria seguendo le tracce- molto labili, a dire il vero- del padre di cui gli viene consegnato un diario e un racconto. Fabrizio è sempre più confuso e perplesso, le pagine del diario rivelano un uomo che non è affatto ‘uno come tanti’. Anzi, è un uomo di grande integrità e dirittura morale. La sua fede nella giustizia non poteva che scontrarsi con la giustizia rimaneggiata che a volte è costretto ad accettare. È un uomo che si schiera con le vittime di sentenze ingiuste, che è capace di giudicare innocente un camorrista dall’accusa di qualcosa per cui non è colpevole. E che cosa voleva dire con quel racconto che palesemente non è solo una composizione narrativa? Solo alla fine lo sapremo.

    “Uno come tanti” è un romanzo che sentiamo ‘nostro’, che ci appartiene rivelandoci i retroscena di una realtà che tendiamo a idealizzare (dopotutto, dobbiamo credere nella giustizia, giusto?). C’è forse qualche lungaggine e il personaggio della madre nella sua cattiveria è forse troppo estremo e calcato, ma la trama ci coinvolge con una suspense ben calibrata e con un buon miscuglio di pubblico e privato.



 

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