martedì 1 febbraio 2022

J. J. Ellis, “I fiori della morte” ed. 2022

                     Voci da mondi diversi: Gran Bretagna e Irlanda

Voci da mondi diversi: Giappone
cento sfumature di giallo

J. J. Ellis, “I fiori della morte”

Ed. Ponte alle Grazie, pagg. 368, Euro 18,90

 

     Il Ma: un concetto giapponese estetico, filosofico e artistico per indicare uno spazio vuoto, un momento di pausa come un intervallo tra due note, un’incertezza sia spaziale sia temporale.

C’è uno spazio vuoto che sarà riempito in un secondo momento, nelle straordinarie composizioni floreali dell’uomo vestito di nero che indossa sempre occhiali da sole e che sarà chiamato l’otaku assassino- il termine otaku in giapponese indica un giovane dedito in maniera ossessiva ad una particolare attività (in genere videogiochi e computer). Quando sarà individuato, tutti saranno concordi nel dire che l’otaku assassino assomiglia al cantante Roy Orbison, morto nel 1988. Un turista americano un po’ brillo vorrà addirittura scattarsi un selfie accanto a lui postandolo su Instagram e lasciando così una pista da seguire nell’inseguimento incalzante della polizia per impedirgli di commettere nuovi delitti.

Roy Orbison

    “Fiori della morte” inizia con la scomparsa di due ragazze europee a Tokyo. La prima a scomparire era stata una diciassettenne svedese- non si era fatto molto caso a lei, ci sono chissà quanti motivi che possono spingere un’adolescente a far perdere le sue tracce. Ma quando un padre francese sporge denuncia per la scomparsa della figlia sedicenne che aveva lasciato in un negozio di abbigliamento- be’, se si tratta di due ragazze bionde presumibilmente rapite, è tutta un’altra faccenda.

Pagoda Chureito costruita negli anni '60 del secolo scorso

     L’ispettore Tanaka si occupa del caso e, a fargli da doppio, non un altro poliziotto ma un’ambiziosa giornalista inglese, Holly Blain, che punta ad avere la sua firma sulla pagina di cronaca nera. Lui è un tipo tranquillo, quasi un po’ goffo, che risente del fatto di essere un sangue misto- suo padre era un americano rientrato negli Stati Uniti dopo che gli americani avevano abbandonato la base di Okinawa (situazione che ci ricorda l’ispettore Takeshi del romanzo “L’ombrello dell’imperatore” di Tommaso Scotti, figlio di un’americana e un giapponese.) Lei è il suo opposto, intraprendente, chitarrista in una band, aspetto androgino, bisex anche se al momento ha un’amante che fa la hostess in un locale.

   

Castello di Matsumoto

Una straniera che parla un perfetto giapponese ed è ben inserita nell’ambiente giapponese e un haifu, un sangue misto: è un’accoppiata perfetta per una scrittrice inglese che ha incominciato ad interessarsi del Giappone dopo che un membro della sua famiglia era stato invitato nel paese del Sol Levante dopo essersi esibito in Inghilterra cantando in giapponese, perché le offre una giustificazione, le dà la possibilità di vincere la diffidenza dei lettori nei confronti di chi scrive di un paese non suo. E, nello stesso tempo, ci conduce nei luoghi più iconici di Tokyo, di Osaka (là dove c’è il Glico Man che corre) e di tutto il Giappone (il castello di Himeji, quello del Corvo Nero o castello di Matsumoto, la Pagoda Chureito da cui si gode una spettacolare vista del monte Fuji in una nuvola di fiori di ciliegio)- insomma, un piacere squisito con suspense per  chi ci è stato e stuzzicante la curiosità per chi vorrebbe andarci.


   La letteratura gialla ci ha preparato alla tipologia del serial killer, una persona molto disturbata che ripete la modalità dei suoi crimini in maniera compulsiva e ossessiva. La firma dell’otaku assassino è, però, molto singolare, molto giapponese, direi. Le sue vittime (tutte donne e una di loro è una maiko, un’apprendista Geisha) sono collocate in una composizione floreale, un gigantesco ikebana allestito non con fiori qualunque ma con fiori di ciliegio dai petali di una sfumatura che si accorda alla carnagione delle vittime e con rarissime orchidee. È questa forse la pista più rilevante da seguire, per Tanaka e per Holly Blain che rischierà la vita per la sua avventatezza nella ricerca dello scoop. È necessario guardare la mappa della fioritura, diversa secondo la latitudine, così come occorre il parere di un esperto per sapere dove fiorisca la specie rara di orchidee (Okinawa Sekkoku, cinque petali con uno spazio vuoto) che il sosia di Roy Orbison intende usare nella prossima composizione per la prossima vittima.

Orchidea Okinawa Sekkoku

    Sono riuscita a non dirvi niente di tutto il resto, di quello che c’è ‘dietro’ le azioni del serial killer. Il finale è sospeso, con interrogativi a cui speriamo di trovare risposta in un prossimo romanzo, dopo aver goduto molto (imparando anche molto) della lettura di questo.

Leggere a Lume di Candela è anche una pagina Facebook



    

Nessun commento:

Posta un commento