Casa Nostra. Qui Italia
biografia romanzata
la Storia nel romanzo
Igiaba Scego, “La linea del colore”
Ed. Bompiani, pagg. 384, Euro 19,00
Roma, 1 febbraio 1887. Arriva la notizia dei 500 italiani morti a
Dogali, in Africa Orientale. La gente neppure sapeva dove fosse Dogali e che
cosa ci facessero lì gli italiani. E però sapevano che erano stati dei negri a
massacrarli- neppure li sfiorava l’idea che quei negri fossero dei patrioti che
difendevano la loro terra.
Quel primo di febbraio Lafanu Brown, pittrice americana con madre
chippewa e padre haitiano, si era trovata
a passare per caso da piazza Colonna dove era stata presa di mira da una
folla in cerca di un capro espiatorio. Non era la prima volta che Lafanu era
vittima di un attacco razzista. Più di vent’anni prima, in America, era andata
all’Opera con le compagne della scuola che frequentava- il ricordo della notte
che era seguita e della violenza subita era indelebile nella sua memoria. Ed
ora tutto si ripeteva. A Roma. La città che era stata la meta dei suoi sogni.
Città d’arte idealizzata dove la bellezza si rivelava ad ogni sguardo.
Sarah Parker |
In una seconda narrativa che si alterna alla prima in cui Lafanu
racconta la sua vita all’uomo che l’ha portata in salvo da piazza Colonna, la
protagonista e voce narrante è una ragazza dei nostri giorni. Si chiama Leila,
figlia di una coppia somala fuggita a Roma dalla dittatura di Mogadiscio,
insofferente nei confronti dei genitori sempre disponibili ad ospitare i
profughi dalla Somalia. Finché un giorno, ospite di un’amica che l’ha invitata
per la sagra dell’uva a Marino, vede la fontana in piazza Matteotti, quella dei
quattro mori incatenati. E, nell’allegria generale, Leila ha una sorta di
epifania. Non riesce a staccare gli occhi da quelle statue che hanno la pelle
nera come la sua, dalle due donne che hanno i capelli ricci e intrecciati come
i suoi. E che stanno soffrendo, hanno paura, sembrano chiedere il suo aiuto. È
in quel momento che decide che diventerà curatrice d’arte, per aiutare gli
altri a ‘vedere’ quello che il mondo ha da offrire.
Un filone nell’800 e uno a noi contemporaneo, due donne di colore ognuna
con la loro storia. Lafanu ci parla di umiliazioni continue, della gratitudine
dovuta alla benefattrice che si era presa cura di lei, dell’abolizionismo in
America, dell’amore per un grande leader dalla pelle scura come la sua, della
sua arte che non era disposta a sacrificare neppure in nome dell’amore.
Dell’Europa infine. E dell’Italia, di Roma conosciuta attraverso i libri. Da
Leila apprendiamo invece la straziante vicenda della cugina che aveva cercato
di fuggire dalla Somalia, che sperava ingenuamente che i soldi le potessero
comprare un passaggio per la libertà, che era tornata spezzata da un’esperienza
per il cui orrore non c’erano parole.
Edmonia Lewis |
Bello anche il titolo del romanzo, “La linea del colore” che è quella
segnata dal pennello della protagonista ma è anche la linea di demarcazione tra
bianchi e neri.
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