Voci da mondi diversi. Area germanica
seconda guerra mondiale
Walter
Kempowski, “Tutto per nulla”
Ed. Sellerio, trad. Mario Rubino,
pagg. 463, Euro 15,00
1945. Prussia orientale. Georgenhof, la dimora di una famiglia
aristocratica.
L’impensabile
è avvenuto. Si sta avvicinando la fine del Reich che dove essere millenario.
C’è chi crede ancora nelle parole vaneggianti del Führer, chi preferisce non
vedere la realtà. A Georgenhof la realtà si sente, nel rombo dei cannoni che
sembra un tuono lontano, si vede, in un rosseggiare all’orizzonte. L’Armata
Rossa avanza. Eppure tutto procede come al solito- Katharina, bella e altera,
vive per lo più nelle sue stanze, spesso chiudendosi a chiave; l’anziana zietta pensa a dirigere tutto; il
dodicenne Stefan studia sotto la guida del professor Wagner che viene a
Georgenhof apposta per lui (conta di riuscire a farsi offrire il pranzo in
questi tempi in cui neppure le tessere garantiscono un pasto), gioca con il
trenino e scruta delle muffe con il microscopio; due floride ragazze ucraine
fanno i lavori di casa. Il grande assente è il capofamiglia. Dire che è al
fronte non è esatto, lo fa sembrare un eroe. Eberhard von Globig è in Italia al
momento e riesce a mandare a casa casse di vino prelibato. E poi iniziano ad
arrivare persone estranee a Georgenhof.
“Tutto per nulla” di Walter Kempowski è un libro che non si dimentica,
un libro che lascia una traccia, un libro epico che fa rivivere la Storia e
pone grandi interrogativi. La narrativa è in terza persona, eppure, con grande
maestria, il punto di vista si sposta di continuo in una sorta di flusso di
coscienza molto fluido- di volta in volta, senza quasi che ce ne rendiamo
conto, è come se noi stessi fossimo interiorizzati nella storia, come se
fossimo Katharina, o la zietta, o Stefan o il professor Wagner a guardare la
situazione. Non c’è mai una presa di posizione apertamente critica, eppure c’è
un’ironia sfumata- ad esempio, quel Heil
Hitler che diventa una specie di leit motiv, ripetuto all’ingresso di ogni
personaggio così da diventare caricaturale- che ci fa capire quale sia il
pensiero di Kempowski. E i personaggi, poi, sono caratterizzati in maniera
superlativa, a piccoli tocchi che aggiungono piccoli dettagli fino al
completamento finale. Solo alla fine sapremo di più della sorellina di Stefan
che è morta, capiremo meglio i ricordi di Katharina di un giorno al mare e
apprezzeremo la forza di zietta.
Un capolavoro che scopriamo con ritardo. Assolutamente da leggere.
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