Voci da mondi diversi. Francia
cento sfumature di giallo
Michel Bussi, “Il quaderno rosso”
Ed. e/o, trad. A. Bracci
Testasecca, pagg. 394, Euro 15,30
Marsiglia. Leyli vive con i suoi tre
figli in un bilocale in un casermone che sembra un alveare. Sia Leyli sia la figlia
ventenne sono molto belle, sono di etnia peul, vengono dal Mali e sapremo dopo,
a poco a poco, quali traversie abbiano passato prima di sbarcare in Francia.
Leyli ha un permesso regolare di soggiorno e ha appena ottenuto un lavoro come
donna delle pulizie in un albergo Ibis.
L’azione del nuovo romanzo di Michel Bussi
(il più bello e il più impegnato tra i suoi libri) si svolge in quattro giorni
e tre notti, con un’azione serratissima tra Francia, Marocco, Libano, Emirati e
lunghi flash back sul passato che ci aiutano non solo a capire il personaggio
di Leyli ma anche, oscuramente, quello che sta accadendo, pur non togliendo
niente alla suspense.
Prima uno, poi un altro uomo
vengono trovati uccisi in un albergo della stessa catena, il Red Corner, ma in
città diverse. Sono alberghi con stanze a tema, senza una reception, solo
telecamere che hanno registrato l’ingresso di una bella ragazza che fissa
spudoratamente l’obiettivo. Il suo volto è parzialmente nascosto da un velo, ha
occhi scuri e splendidi.
donna peul |
Il lettore ‘vede’ il prima e il
dopo dei delitti- le scene di seduzione e l’improvviso cambiamento quando
l’uomo è pronto per altro, la puntura che sembra un’iniezione e invece è un
prelievo di sangue, l’esecuzione spietata dopo sei minuti. Quando un terzo uomo
riesce ad evitare di fare la fine degli altri due, la caccia alla ragazza misteriosa
non lascia speranza su quello che accadrà. Intanto, però, lo scrittore ha
disseminato piccoli indizi sulle motivazioni dell’assassina- stralci di pagine
di quello che indoviniamo essere il diario che Leyli tiene nascosto sotto il materasso.
E tutte le vittime lavorano o hanno lavorato per la Vogelzug, l’ente che si
occupa di fornire aiuto ai migranti. Ci stupisce, però, che anche Petar Velika,
il commissario che dirige le indagini, abbia dei contatti non del tutto chiari
con la Vogelzug. Ancora più stupito sarà il suo vice, il giovane Julo Flores,
quando dovrà ammettere che l’uomo che aveva sempre ammirato non è poi così
integerrimo.
“Non c’è nessuno che sia innocente in tutta
questa storia”, dice Leyli ad un certo punto. Perché le vicende drammatiche di
una donna- una sorta di Madre Coraggio che lotta per avere il ricongiungimento
famigliare, che ha stabilito che l’ora della cena sia il punto fermo di ogni
giornata e poco importa se i tavoli sono apparecchiati a migliaia di chilometri
di distanza, Skype sa illudere molto bene- sono solo un frammento di un’epopea
più vasta, di quello che a noi sembra un fiume inarrestabile di disperati e che
invece è solo un rivolo: sono solo i più forti e i più capaci, sono i migliori
quelli che arrivano (se arrivano) sulle nostre coste, quelli su cui intere
comunità puntano, quelli per cui si raccolgono- no, non soldi, sarebbe troppo
pericoloso mettersi in viaggio con una grande quantità di banconote- cauri, le conchiglie che da sempre sono
state usate in Africa come i nostri travellers’ cheques.
Ci sono in ballo dei
grossi giochi di interesse in questo traffico di umani del secolo XXI, in
questa nuova interpretazione della tratta degli schiavi. Nessuno che sia innocente. E’ facile arricchirsi, facile lavarsi la
coscienza con l’acqua del mare che è diventato una tomba, una gigantesca e azzurra
fossa comune- be’, molti muoiono (intanto i morti hanno un volto solo per chi
li conosce e li aspetta speranzoso), ma molti ce la fanno, giusto?
Michel Bussi ha il coraggio di esplorare un
tema scottante e lo fa sotto forma di thriller (intrigante con la varietà delle
ambientazioni, il numero dei personaggi, le sorprese e i colpi di scena) con
una motivazione di fondo che ci impedisce di condannare il colpevole
interamente- la giustizia ‘personale’ si amplia, diventa giustizia per tutti
quelli che sono stati trattati come ‘colli’, merce da spedire e da cui ricavare
più soldi possibile.
Leggere a Lume di Candela è anche una pagina Facebook
http://www.giuseppepreviti.it/2018/05/21/il-quaderno-rosso-di-michel-bussi-e-o/
RispondiEliminaBuongiorno, ho letto con molto interesse la sua recensione di Quaderno Rosso di Bussi. Poi ne ho cercate altre, e mi sono resa conto che quella a questo link somiglia moltissimo, moltissimo alla sua. Volevo segnalarglielo.