vento del Nord
cento sfumature di giallo
FRESCO DI LETTURA
Sara Blædel, “Le
bambine dimenticate”
Ed. Fazi, trad. A. Storti, pagg. 285, Euro 12,75
Danimarca. Non Copenhagen con la sua
Sirenetta e il parco di Tivoli. Una Danimarca di boschi e abitazioni isolate- è
in uno di questi boschi che viene ritrovato il cadavere di una donna. Sembra
che sia morta in maniera accidentale, in seguito ad una caduta. Ma tutto è
strano, di questa donna. Ad iniziare da una vistosa cicatrice che le deturpa un
lato intero del viso. E poi indossa un grezzo camicione e la pelle dei piedi
rivela che non doveva essere abituata a calzare scarpe. Possibile che nessuno
abbia denunciato la sua scomparsa? Era forse una vagabonda? Louise Rick, a capo
del Servizio Investigato Speciale, è incaricata delle indagini. Accanto a lei
Eik Nordstrøm. Ecco un’altra
coppia di investigatori che- ormai lo sappiamo- devono diversificarsi dalle
altre coppie che hanno fatto seguito a Sherlock Holmes e Watson e devono
essere, possibilmente, di carattere molto differente fra di loro. E Louise ed
Eik di certo lo sono. Louise è single e nasconde delusioni e forse anche
qualcosa di più tragico nel suo passato (lo sapremo, anche se una parte della
verità Louise verrà a conoscerla insieme a noi che leggiamo). E’ ruvida e
diffidente verso gli uomini. Quando lo incontra per la prima volta all’apertura
del caso, Eik sta smaltendo una sbronza- non è certo un inizio promettente.
Anzi, tutt’altro. A Louise non piace affatto questo collega che è sempre
vestito di nero (compera uno stock di magliette e jeans tutti uguali), fuma
come una ciminiera e beve troppo. Eppure impara ad apprezzarlo, sia sul lavoro-
ne ammira la puntigliosità e precisione- sia per il lato umano che rivela.
L’identità della donna è rivelata da una vecchia infermiera che,
trent’anni prima, lavorava nell’ospedale psichiatrico infantile di Eliselund.
La donna si chiamava Lisemette. No, non è esatto. Lei si chiamava Lise e la sua
gemella Mette- erano identiche e inseparabili. Ma allora, dove è adesso Mette?
Sorge un altro problema: c’è un certificato di morte per le gemelle, firmato
dal dottore dell’ospedale. Sarebbero morte all’età di diciassette anni.
Misterioso e inquietante.
Si infittisce il mistero e la narrativa del romanzo di Sara Blædel
diventa sempre più inquietante- un filone segue i nuovi terribili episodi che
si susseguono (si tratta sempre di violenze sulle donne), un altro ci conduce
nell’ospedale psichiatrico (si apre un retroscena di maltrattamenti, di
severità inaudita, di terapie mediche estreme), un altro ancora scava in un
passato che tocca da vicino anche Louise Rick che è costretta a ricordare, a
farsi domande.
E’ un bel romanzo di genere, “Le bambine dimenticate”, con questo titolo
che anticipa molto del dramma contenuto nel libro. I genitori dei bambini
ricoverati nell’ospedale erano sollecitati a ‘dimenticare’ i figli, perché i
bambini si agitavano di più dopo la visita dei padri e delle madri. A volte
padri e madri erano ben contenti di chiudere quel capitolo della loro vita, ma
non era questo il caso del padre di Lisemette che era stato costretto alla
soluzione del ricovero per poter lavorare, visto che era rimasto vedovo e le
bambine lo assorbivano interamente. E la storia contenuta nel libro ha molte altre
sfaccettature di disturbi mentali con le conseguenze che si riflettono
prevedibilmente sulle famiglie.
Mentre la ricerca del maniaco (perché, a questo punto, è chiaro che c’è
un maniaco con impulsi sessuali ingovernabili) si fa sempre più urgente, mentre
lo spazio sembra restringersi nella vastità oscura dei boschi (come se questo
fosse un giallo del tipo della ‘camera chiusa’), Sara Blædel riesce ad alleggerire
la cupa tristezza delle vicende che si sono svolte dentro e fuori l’ospedale
con le storie d’amore di Louise e della sua amica giornalista.
Intrigante e insolito: attendiamo la pubblicazione di altri romanzi
della scrittrice.
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