sabato 14 gennaio 2017

Hanya Yanagihara, “Una vita come tante” ed. 2016

                                      Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America
        FRESCO DI LETTURA


Hanya Yanagihara, “Una vita come tante”
Ed. Sellerio, trad. Luca Briasco, pagg. 1091, Euro 22,00

    Quattro amici a New York. Sono ancora al college quando si conoscono- Malcolm che diventerà architetto, JB che si guadagnerà la fama con i suoi quadri, Willem che farà l’attore e Jude che studierà legge e lavorerà in uno dei più grandi studi di New York. Si accenna soltanto a che due di loro siano ‘neri’ (Malcolm e JB) o quasi, perché JB è di famiglia haitiana, e di certo questi due sono molto ricchi e hanno una vita confortevole alle spalle. Più infelice il passato di Willem con un fratello handicappato e del tutto oscuro quello di Jude, il bel Jude che tutti ammirano e tutti amano.
     “Una vita come tante” di Hanya Yanagihara, scrittrice statunitense di origini hawaiane, è la storia di un’amicizia che copre una quarantina di anni. E’ un piccolo gruppo d’élite, quello di Malcolm, JB, Willem e Jude. Passano anche periodi difficili ma tutti riescono a raggiungere le mete che si erano prefissati, tutti hanno successo. A Malcolm verrà affidato un incarico di prestigio a Doha, le mostre di JB saranno molto apprezzate dalla critica, il viso di Willem apparirà sorridente da enormi poster pubblicitari e Jude sarà il migliore avvocato dei ‘cattivi’ in circolazione. Non solo. Jude, che da neonato è stato trovato tra le immondizie da dei monaci, sarà adottato, trentenne, da un suo professore che vede in lui un sostituto per il figlio morto. Anche Jude avrà una famiglia- e che famiglia! Harold e la moglie sono ricchi, colti, affettuosi con lui.

      Se all’inizio di questo libro di mole impegnativa (1091 pagine) pensavamo di seguire le vicende intrecciate dei quattro ragazzi, ci rendiamo conto a poco a poco che tre di loro retrocedono sul fondo della scena per lasciare sempre maggiore spazio a Jude che diventa il protagonista assoluto anche quando lui e Willem formano una coppia. Eppure non possiamo neppure dire che la storia di un’amicizia è diventata la storia di un amore gay: è Willem stesso a precisare, ad un certo punto, di non essere omosessuale, di non amare un gay bensì il suo più caro amico. E che dire, poi, della seconda storia d’amore, ricca di ombre e ambigua nel suo celarsi dietro ad un legame parentale, tra Harold (padre adottivo di Jude) e Jude? Ma Jude è un essere talmente ferito nell’anima, oltre che nel corpo, da essere incapace di rispondere pienamente a qualunque amore. L’amore che si esprime pienamente nel sesso per lui non può essere altro che violenza e sofferenza, data la sua esperienza. E le ferite sul suo corpo, quelle che si auto infligge oltre a quelle che gli hanno inflitto, sono il corrispettivo esterno di quelle della sua anima. Il romanzo, allora, è la storia di una vita che si trascina fino alla fine sotto il peso degli abusi subiti da bambino.


      “Una vita come tante” è e non è un bel libro. Ha pagine di riflessioni molto belle ed è una splendida esaltazione del valore dell’amicizia. Ma pecca di sovrabbondanza, diventa ripetitivo. Ci stanchiamo di leggere i ‘mi dispiace’ detti da Jude o da altri- sembra che i personaggi non facciano che chiedere scusa e promettersi o giurare di fare o non fare qualcosa. Ci sono troppe tragedie che si accumulano su Jude, troppi episodi di autopunizione, troppe feste del ringraziamento.
E la scrittrice non riesce a farci capire appieno perché Jude sia tanto amato e protetto da tutti, visto che concede così poco di sé e non rivela mai nulla del suo passato. Inoltre- non ci facciamo caso subito, ma in seguito avvertiamo la stranezza della totale mancanza di riferimenti ad avvenimenti storici contemporanei in quel lungo arco di tempo in cui i quattro amici crescono, raggiungono la mezza età, iniziano invecchiare. Ci portano in ristoranti e ristorantini, saltano su taxi e prendono aerei per Parigi o Londra, per Pechino o il Vietnam, e mai, assolutamente mai fanno un cenno (o un giornale o una televisione per loro) ad attentati, guerre, tsunami, terremoti. Vivono in una bolla. Vivono una vita privilegiata di splendide case arredate magnificamente, nel vuoto. E questo finisce per seccarci un poco.


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