Casa Nostra. Qui Italia
il libro ritrovato
Simone Sarasso, “Confine di Stato”
Ed. Marsilio, pagg. 414, Euro
18,00
Sul retro copertina del
romanzo “Confine di Stato” del giovane Simone Sarasso leggiamo quello che ne
dice un altro scrittore già affermato, Valerio Evangelisti, “Attenzione. Siamo di
fronte a un libro importante e a un esordio strepitoso.” Siamo d’accordo con
Evangelisti, questo è un romanzo
importante e un ottimo esordio. E ci fa piacere l’onestà intellettuale dello
scrittore che, in un capitolo finale, riconosce i suoi debiti, a Lucarelli e a
Genna, a Ellroy e ai Wu Ming: “Questo non è il tipo di roba che si scrive da
soli. Senza i libri che sono venuti prima di me, Confine non esisterebbe.”
“Confine di Stato” inizia con un prologo, cinque
persone che parlano di “quel” giorno, del 12 dicembre 1969 che per l’Italia è
una data drammatica quanto l’11 settembre per gli Stati Uniti. Il giorno in cui
scoppiò la bomba alla banca Nazionale dell’Agricoltura di Piazza Fontana. Resta
a vedere se la vera tragedia sia in quanto accadde quel giorno o trentasei anni
dopo, nel 2005 quando si concluse il processo, assolvendo tutti per
insufficienza di prove: “Non è successo niente”, scriveva Il Manifesto. Come nel teatro dell’assurdo, o in un romanzo
orwelliano.
Simone Sarasso parte da un delitto
del dopoguerra per intrecciare le fila che portano a Piazza Fontana, e facciamo
subito osservare che, anche se “Confine di Stato” è un romanzo e, in quanto
tale, modifica, ritocca, cambia i nomi delle persone sulla scena italiana,
quanto viene raccontato è sostanzialmente vero e corrisponde a quanto realmente
accaduto. E il “caso” Montesi è dietro l’assassinio della diciottenne Ester
Conti del romanzo, trovata morta su una spiaggia a 40 Km . da Roma. Difficile non
afferrare il ridicolo di un’indagine che accettava per buona la motivazione che
Ester era andata (da Roma!!!) a fare un pediluvio perché soffriva di un eczema
ai piedi e che, colta da malore, era annegata. La domanda, quindi, per questo
delitto, così come per tutti gli altri incidenti e le altre morti che si
inanellano pagina su pagina, è non tanto ‘come’ ma ‘perché’, perché un fatto
sia manipolato e a uso di chi. Chiunque nutra ancora delle illusioni
sull’esistenza di certi valori, le perde leggendo il libro di Sarasso, deve
riconoscere che è così, che la verità non interessa a nessuno e che conta solo
il peso politico delle storie intorno a quello che è avvenuto- allora e adesso.
Succede, è successo, che un pezzo di Stato ne spii un altro, che giornalisti
vengano messi a tacere, che individui di un’aggressività eccessiva e pericolosa
vengano addestrati sotto copertura ufficiale per uccidere. Per chi ha vissuto
in quegli anni, leggere il libro di Sarasso provoca una sorta di vertigine, una
nausea davanti all’immondezzaio scoperto. Perché è in grado di ricordare le
spiegazioni che non chiarivano nulla, rivede come in un filmato al rallentatore
le scene di quegli anni, l’incidente aereo in cui perse la vita il presidente
dell’ENI, l’editore milanese morto su un traliccio, gli scontri tra polizia e
studenti nelle strade di Milano. La tentazione sarebbe di liquidare come
fantascientifiche le ricostruzioni di Sarasso, se non fosse che sono
tremendamente plausibili.
Un libro importante, “Confine di Stato”,
come è stato importante “Romanzo criminale” di De Cataldo, perché entrambi
fanno per la nostra storia recente quello che altri scrittori stranieri hanno
fatto per i loro paesi- possiamo non credere a tutto ma ci obbligano a fermarci
e a rivedere il passato con una nuova chiave di lettura. Quanto allo stile di
Sarasso, è vivissimo, brillante, composito, sfrutta i registri più diversi,
dall’articolo di giornale all’intercettazione telefonica, dalla forma delle
lettere al dialogo serrato. A volte è come se lo scrittore fosse dietro una
cinepresa e a volte è come se stesse sfogliando documenti negli archivi. Come
dice Evangelisti, “Non perdetevi questo romanzo”.
la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net
Simone Sarasso sarà presente al Festival della Letteratura di Mantova 2014
Nessun commento:
Posta un commento