vento del Nord
Voci da mondi diversi. Asia
la Storia nel romanzo
fresco di lettura
Peter Fröberg Idling,
“Canto della tempesta che verrà”
Ed. Iperborea, trad. Laura
Cangemi, pagg. 278. Euro 17,50
Titolo originale: Sång
till den storm son ska komma
Probabilmente chi ti conosce dalla Francia si
chiederà perché a Parigi frequentavi solo rivoluzionari mentre qui hai aderito
ai democratici, perché sembri avere totalmente cambiato il tuo giro di
amicizie. D’altra parte non c’è peggior radicale di uno studente e tu hai ormai
superato la terntina. E poi quello a cui fai il portabores è il tuo vecchio
mentore Vannzak, passato a sua volta dal rosso al rosa.
Cambogia, tra agosto e settembre 1955. “Una
fantasia”, dice una sorta di sottotitolo introduttivo alle tre parti in cui è
diviso il libro di Peter Fröberg Idling. Perché lo scrittore svedese
‘immagina’- sulla base di alcune testimonianze- il retroscena delle prime
elezioni democratiche indette in Cambogia dopo l’indipendenza ottenuta nel
1953. Ed è un titolo quanto mai appropriato, “Canto della tempesta che verrà”,
perché scrivere di un passato remoto, e di un breve periodo di questo passato,
significa scrivere conoscendo quello che il futuro ha in serbo, essere in grado
di percepire le avvisaglie, individuare dei segnali, interpretare la direzione
del vento. Il futuro di vent’anni più tardi avrebbe visto uno dei tre
personaggi diventare protagonista assoluto della Storia, cambiando nome per se
stesso- da Saloth Sar in Pol Pot- e per il paese di cui era diventato Primo
Ministro- Kampuchea Democratica invece di Cambogia. Un Primo Ministro dittatore
responsabile della tortura e del massacro di più di un milione e mezzo di
persone: un terzo della popolazione cambogiana perse la vita tra il 1975 e il
1979.
Saloth Sar |
Nel 1955, però, Sar è ritornato da poco da
Parigi, dove ha studiato grazie ad una borsa di studio, ed osteggia le prossime
elezioni che- lo sanno tutti- non saranno affatto democratiche e vedranno
riconfermato il re al potere. Quando è partito per la Francia Sar era fidanzato
con Somaly, la bellissima principessa (di un ramo secondario della casa reale)
che ha vinto da poco il titolo di Miss Cambogia. E’ ancora fidanzato con lei?
Che cosa è cambiato nei loro rapporti? E’ solo l’impegno politico, il marxismo
che gli hanno fatto conoscere gli amici francesi in serate di discussioni tra
bicchieri vuoti e fumo di sigarette, che gliela fa sentire lontana? Somaly non
si fa viva, lui conta i giorni dall’ultima volta che l’ha vista. Circolano voci
che la sua Somaly si incontri con Sary, vice primo ministro del principe
Sihanouk.
Sam Sary |
Sary e Somaly sono gli altri due
protagonisti del romanzo di Fröberg Idling che non è, ci tengo a precisarlo, un
romanzo d’amore. Parla anche d’amore, di un amore tempestoso, un sentimento che
fa parte della vita quotidiana ma viene messo a tacere nell’impossibilità di
dargli spazio perché altre sono le priorità. Almeno, così è per Sar, se non per Somaly- ultimo personaggio
a cui è riservata una parte, la bella ragazza che non si sottrae al
corteggiamento di Sary pur sapendo di essere una sua ennesima conquista, un
ennesimo tradimento di Sary (protagonista della seconda parte del libro) nei
confronti della donna che ha sposato e che gli ha dato cinque figli. A poco a
poco quella che balza alla ribalta è la lotta tra i due partiti, quello
Democratico che, davanti ad una possibile sconfitta, finisce per scrollarsi di
dosso ogni parvenza di democrazia e si impone con la forza, e quello
dell’opposizione che vagheggia l’uguaglianza di una nuova utopia comunista.
Mentre Somaly pensa ai vestiti, si incontra con le amiche, ricorda se stessa
sedicenne incantata da Sar, si reca agli appuntamenti con Sary, Sary e Sar-
seppur distratti dall’immagine di Miss Cambogia, seppur tormentati dalla
gelosia (Sar), o disturbati dal senso di colpa per trascurare moglie e figli
(Sary)- sono concentrati sulle elezioni imminenti che devono confermare la vittoria del sovrano. A prezzo della vita di
chiunque abbia l’ardire di mettersi in mezzo. E’ questa violenza, che anticipa
di un ventennio quella di Pol Pot, che rende inquietante l’atmosfera del
romanzo, mentre la rivalità in amore fra due uomini sottintende la rivalità
politica e il ruolo di Somaly pare quello della Elena omerica. Con una cortina
di pioggia che offusca quanto sta succedendo.
Lo stile narrativo di Peter Fröberg Idling
è asciutto e brusco come quello del suo libro precedente, “Il sorriso di Pol
Pot”, e c’è un espediente che differenzia, mettendola in risalto, la prima
parte, in cui Sar è protagonista. Peter Fröberg Idling usa la seconda persona
per tracciare il quadro del futuro Pol Pot, per entrare nella sua mente e farlo
muovere sulla scena, quasi per sottolineare una maggiore conoscenza dell’uomo,
o fungere da voce fuori campo del destino in attesa.
la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it
Nessun commento:
Posta un commento