fresco di lettura
Maggie O’Farrell, “Istruzioni per un’ondata di caldo”
Ed. Guanda, trad. Valeria Bastia,
pagg. 258, Euro 15,73
No, non avrebbe potuto fare di più. Eppure Michael Francis aveva dato ai
suoi figli il più inglese tra i nomi inglesi. Nemmeno un secondo nome
irlandese? gli aveva chiesto. Non voleva credere che sarebbero cresciuti come
dei pagani. Quando aveva accennato alla nuora che conosceva una deliziosa
scuola di danze irlandesi a Camden, non lontano da loro, lei le era scoppiata a
ridere in faccia. E aveva risposto… cos’è che aveva detto? Ah, sì: è quella
roba in cui è vietato muovere le braccia, vero?
1976. Incredibile, ma un’ondata di caldo
eccezionale ha investito Londra. Disposizioni ferree regolano il consumo
dell’acqua. I mitici prati inglesi ne soffrono. Gli abitanti di Albione, per
nulla abituati a queste temperature, ancora di più. Su questo sfondo di un
paesaggio e di persone che si sfanno nella calura, Maggie O’Farrell, con il suo
tocco garbato, dipana la storia di una famiglia irlandese che si sta
disfacendo, che si ritrova, si ricompone- il futuro chissà.
Robert Riordan (ma il suo nome irlandese, prima che la povertà facesse
sbarcare sua madre a Liverpool, era Ronan) è andato in pensione da poco, una
mattina esce per andare a comprare il giornale e non ritorna. Un punto di
partenza che ci sembra di aver già letto e sentito, ma non facciamo neppure a
tempo a sospettare che il romanzo “Istruzioni per un’ondata di caldo” sia
banale perché siamo già coinvolti nella storia della famiglia, della
chiacchierona Greta, la moglie di Robert che lucida i pavimenti della chiesa
oltre a quelli di casa sua, del figlio Michael Francis, insegnante sposato e
padre di due bambini, della secondogenita Monica alle prese con due figliastre
che la boicottano, dell’ultima figlia Aoife che se ne è andata in America e non
si fa mai viva.
Ognuno dei personaggi ha un problema, una sua infelicità nascosta, un
segreto che lo rode. Michael Francis sente che sua moglie si sta allontanando
da lui, tutta presa com’è dagli studi che ha voluto riprendere dopo averli
abbandonati perché era rimasta incinta. Claire esce, non dice quando ritornerà,
invita compagne di studio a casa. Michael Francis è tagliato fuori: se lo è
voluto? Lo sta punendo, forse, sua moglie?
Monica si era sposata a diciotto
anni. Lei non voleva figli, le bastava essersi occupata della sorellina Aoife
che piangeva di continuo, le bastava il ricordo del giorno in cui Aoife era
nata, sul pavimento di cucina. E però…Poi il marito l’aveva lasciata, Monica si
era sposata con un antiquario che aveva già due bambine, che a loro volta
avevano un gatto- una microstoria triste-divertente (dipende da se sia amanti
dei gatti o no).
Aoife era stata una bambina
problematica, precoce e allo stesso tempo bizzarra. Era forse leggermente
autistica in un tempo in cui non si sapeva bene che cosa fosse l’autismo? Di
certo era dislessica e la sua sfortuna era di essere bambina in un tempo in
cui- di nuovo- la dislessia non veniva diagnosticata. Il segreto di Aoife era
che non sapeva leggere e aveva dovuto inventarsi mille pretesti sempre nuovi
per farsi leggere da altri quello che era indispensabile.
E arriviamo a Greta, la donna
religiosissima che ha fatto balenare le fiamme dell’inferno a Monica quando ha
saputo che era andata a letto con Joe prima di sposarlo, che serba rancore a
lei e a Michael Francis per non aver sposato dei cattolici, che pensa che la
figlia più giovane sia ormai ‘perduta’ oltre l’oceano, con quegli hippy che
vivono tutti insieme. Sa qualcosa, Greta, di dove possa essere andato Robert?
La crisi fa riunire la famiglia, si serrano
i ranghi in quella meravigliosa coesione che è proprio la famiglia, si butta
all’aria la casa per cercare un indizio, si sputa il veleno di vecchi rancori,
si dà aria a cose non dette, si parte- infine- per l’Irlanda, tutti quanti,
moglie e bambini di Michael Francis compresi. E più che mai il viaggio assume
un ulteriore significato. Mentre il caldo sembra dimenticato andando verso la
costa occidentale dell’Irlanda, il viaggio è un ritorno al giardino dell’Eden,
in una casetta essenziale su un’isola, è un recuperare i ricordi- anche quelli più
dolorosi-, è un ricucire i rapporti, un perdonare e comprendere. E’ chiudere
con il passato e iniziare di nuovo.
Potrei elencare i difetti del romanzo di
Maggie O’Farrell, ma non lo farò perché quello che prevale è il puro godimento
della lettura. “Istruzioni per un’ondata di caldo” è un romanzo ‘femminile’, se
questo significa esplorare i sentimenti e analizzare le complessità del ‘mondo
famiglia’. Femminile significa anche, però, nel caso di Maggie O’Farrell,
eleganza e discrezione, umorismo leggero ed empatia.
la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net
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