La Cina in un romanzo
Mo Yan, "Grande seno, fianchi larghi"
Ed. Einaudi, pagg. 899, Euro 22,00
Il nome dello scrittore cinese Mo
Yan ci è già noto. Di lui conosciamo "Sorgo Rosso", da cui è stato
tratto un film, e sappiamo anche che ha scritto la sceneggiatura di
"Addio, mia concubina". "Grande seno, fianchi larghi" è un
romanzo fiume, ma il fiume è simbolo di vita e questo è un romanzo traboccante
di vita nelle sue molteplici espressioni. Storia di una famiglia e storia della
Cina, dal 1939 agli anni '90. Vita e morte nelle cruente pagine iniziali, suono
e movimento, urla incalzanti degli invasori giapponesi, gemiti di feriti e
moribondi, grida di dolore di Shangguan Lu che, in quel pandemonio, sta dando
alla luce il suo ottavo figlio. Nascono due gemelli, ma uno solo è quello che
conta, Jingtong, primo maschio dopo
sette, anzi otto femmine, accolte ogni volta come una disgrazia. Muoiono il
marito e il suocero di Shangguan Lu, ammazzati dai giapponesi. Ma il vero padre
di Jintong è un sacerdote svedese: è lui che sceglie il suo nome, "bambino
d'oro". Oro che allude al biondo dei capelli e al valore di questo
maschio, nato dopo sette femmine. Impossibile raccontare tutto quello che
succede nel romanzo, guerre, rivalità, amori, cambiamenti di regimi politici.
E' Jingtong che narra, a volte in prima e a volte in terza persona. Viziato incredibilmente,
allattato dalla madre fino a quando è grande, non riuscirà mai ad avere una
sessualità normale, fissato com' è su un
unico attributo femminile. Studente e poi manovale, 15 anni in un campo di lavoro,
imprenditore in una fabbrica di reggiseni ( chi più esperto di lui?). Un
debole, senza un' identità precisa. E questo è il significato aggiunto, in
questo romanzo epico. L' eroe bastardo, che ha caratteristiche fisiche
orientali e occidentali, che rimane in uno stato di infantilismo e di
dipendenza, rappresenta la Cina stessa che ha tradito le sue origini, incerta
sui modelli da seguire, patetica nella parodia della civiltà occidentale. Il
tema dell' incertezza e dell' asservimento - al denaro, a un' altra potenza -
ritorna nelle storie di due sorelle Shangguan che sono state vendute da
bambine. Una per la prostituzione e una per essere educata in Russia, ma
entrambe ritorneranno a casa, nel microcosmo di questa famiglia in cui ogni
componente segue un partito politico diverso e i favoriti di un momento sono i
perseguitati del momento successivo. Storie su storie nello stile migliore per
questo genere di narrativa, quello del realismo magico che alterna la storicità
degli eventi a lunghi racconti favolistici in cui i personaggi hanno attributi
fantastici e soprannomi significativi. Una figura domina, quella della madre,
Shangguan Lu, che stabilisce il modello "grande seno, fianchi
larghi", simbolo della fertilità, della Madre Terra che dà vita e nutrimento.
Lei è al di sopra della politica, sopravvive alle guerre, alla carestia e ai
dolori. Sembra essere eterna, nel suo ruolo di madre che cresce figli e nipoti,
l' unico personaggio sempre coerente con se stesso. Romanzo di una vitalità
eccezionale, che vi trascina per tutte
le 900 pagine con la forza di un fiume in piena.
la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net
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Mo Yan |
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