Ieri, 17 aprile 2014, è morto Gabriel García Márquez. Era nato il 6 marzo 1927 ad Aracataca, un
paesino fluviale della Colombia settentrionale, primogenito di sedici figli.
Nel 1982 vinse il Premio Nobel per la Letteratura, premio più che meritato: tra
gli scrittori che hanno vinto il Nobel, Gabriel García Márquez
è tra i pochi che hanno veramente segnato un’epoca con le loro opere. Di più,
che hanno scritto opere talmente significative che un titolo, o un’espressione,
o un nome che appare in una di esse, è spesso diventato parte del linguaggio comune. Penso
all’immaginario Macondo di “Cent’anni di solitudine” (pubblicato nel 1967 è
stato il romanzo che meglio ha rappresentato la voglia di nuovo di un’intera
generazione), penso a “Cronaca di una morte annunciata” o a “L’autunno del
patriarca”.
Ho letto i suoi libri prima di incominciare
a scrivere di libri. E’ il momento di rileggerli, per trattenere un grande
scrittore più a lungo tra di noi.
I titoli dei suoi romanzi:
Foglie morte, 1955
Racconto di un naufrago, 1955
La mala ora, 1962
Cent'anni di solitudine, 1967
L'autunno del patriarca, 1975
Cronaca di una morte annunciata, 1981
L'amore ai tempi del colera, 1985
Il generale nel suo labirinto, 1989
Dell'amore e di altri demoni, 1994
Notizia di un sequestro, 1996
Memoria delle mie puttane tristi, 2004
Nessun commento:
Posta un commento