domenica 27 ottobre 2024

Yokomizo Seishi, “Il detective Kindaichi e la maledizione degli Inugami” ed. 2024

                                            Voci da mondi diversi. Giappone

cento sfumature di giallo


 Yokomizo Seishi, “Il detective Kindaichi e la maledizione degli Inugami”

Ed. Sellerio, trad. F. Vitucci, pagg.411, Euro 16,00

  

  Un altro romanzo di Yokomizo Seishi, lo scrittore giapponese nato a Tokyo nel 1902 e morto nel 1981 che iniziò a pubblicare negli anni ‘30 del Novecento i suoi ‘gialli’ che hanno per protagonista il detective Kindaichi.

Come i libri precedenti, anche “Il detective Kindaichi e la maledizione degli Inugami”, è un mystery, un tipo di ‘giallo’ pieno di interrogativi da risolvere, un puzzle di cui si devono cercare le tessere, ricco di colpi di scena, di piste che non portano da nessuna parte e di false piste.

    Qui tutto inizia con una lettera inviata a Kindaichi da uno studio legale della città di Nasu insieme ad un libro intitolato La vita di Inugami Sahee. Il suddetto Inugami Sahee, morto di recente (in un febbraio degli anni ‘40) nella sua casa sul lago di Nasu, era stato il fondatore di un vasto impero industriale ed era conosciuto come il re della Seta Grezza. Si era fatto da solo, aveva avuto però la fortuna di incontrare, a diciassette anni, il sacerdote scintoista Nonomiya che lo aveva aiutato (e molto probabilmente aveva avuto una relazione amorosa con lui. Nella lettera l’avvocato esprimeva il timore, anzi la quasi certezza, che qualcosa di terribile potesse accadere. Parlava addirittura di un possibile delitto, pregando Kindaishi di recarsi sul posto.


    La questione spinosa è legata al testamento di Inugami, un testamento pieno di codicilli in cui il capofamiglia prendeva in esame tutte le varianti della successione- sembrava veramente un invito ad un omicidio.

Un albero genealogico ad inizio libro aiuta il lettore occidentale, confuso da tutti i nomi simili in cui si imbatte nella famiglia di Inugami Sahee che non si era mai sposato e aveva avuto tre figlie da tre donne diverse. Nel suo testamento Inugami non considerava affatto le figlie, per cui non aveva avuto mai affetto. I possibili eredi sono i nipoti maschi- Sukekiyo, Suketake e Suketomo. Il privilegiato è Sukekiyo che però non è ancora tornato dalla guerra. E poi, con sorpresa generale, c’è la bellissima Tamayo, nipote del sacerdote scintoista, e spunta anche un nome maschile che nessuno ha mai sentito, un tal Shizuma. Chi è? Che rapporti aveva con Inugame?


    La questione sarebbe già abbastanza intricata senza l’aggiunta del ritorno di Sukekiyo. Il quale, però, è stato ferito in guerra e porta sul viso sfigurato una maschera di gomma che ne riproduce le fattezze in una fissità enigmatica. E’ veramente lui? In gioco c’è il patrimonio, legato al matrimonio con la bella Tamayo.

   Già era morto l’avvocato che aveva scritto la lettera, inizia poi la sequenza di altri omicidi commessi in maniera ‘fantasiosa’ che allude ai tre simboli di potere della casata, il crisantemo, il koto (strumento musicale a corde) e l’ascia).

Koto

Vengono fuori segreti taciuti fin troppo a lungo, legami amorosi insospettati, figli illegittimi, gelosie e desideri di vendetta con un breve flash sulla guerra combattuta dal Giappone in Birmania.

   L’ambiente è un paesaggio innevato e freddo come i sentimenti nella famiglia Inugami, anche la celebrata bellezza di Tamayo è fredda. Tutto ben lontano dal Giappone colorato di rosa dei fiori di ciliegio.  

    Una piacevole lettura senza scossoni che fa pensare al genere di indagine deduttiva di Poe, perfetta per chi ama esplorare le cento sfumature del giallo.



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