sabato 30 settembre 2023

Qiu Xiaolong, “Il dossier Wuhan” ed. 2023

                                                  Voci da mondi diversi. Cina

cento sfumature di giallo

Qiu Xiaolong, “Il dossier Wuhan”

Ed. Marsilio, trad. Fabio Zucchella, pagg. 254, Euro 18,00

    Wuhan, nella Cina centrale, attraversata dal Fiume Azzurro e dal Fiume Han. Non so quanti di noi ne conoscessero il nome o sapessero dell’istituto di Virologia che lì ha sede, prima di quel fatidico febbraio del 2020 quando il Covid esplose a Codogno. In Cina l’epidemia era iniziata prima, qualche notizia era trapelata ma era stata subito soffocata- è la politica del Partito Comunista cinese, niente deve offuscare l’immagine della perfezione, della sua superiorità sui governi dell’Occidente.

    Adesso…adesso Wuhan porta il marchio del Covid, le discussioni sull’origine del virus sono ancora aperte, impossibile dimenticare quello che abbiamo passato. E la voce di Qiu Xiaolong, scrittore nato a Shanghai ma residente in America dal 1989, nel suo nuovo romanzo della serie con Chen Cao, l’ormai ex ispettore capo della polizia di Shanghai, è una testimonianza importante.


“Ci sono cose che un uomo deve fare”, dice Confucio- una massima ripetuta da Chen Cao e dallo stesso Qiu Xiaolong in quella che è la postfazione del libro, quasi che lui e il suo personaggio fossero la stessa persona. Perché il nuovo romanzo, più ancora degli altri che lo hanno preceduto, è soltanto in parte un’indagine poliziesca alla ricerca di un assassino che ha commesso tre delitti. La trama gialla è come una copertura anche se la sua soluzione è strettamente collegata a quello che è l’intento principale dello scrittore- far sapere al mondo che cosa è successo in Cina, che cosa ha voluto dire la politica zero-Covid attuata dal governo, quali ne siano state le tristissime conseguenze, quale tragedia nella tragedia abbia vissuto il popolo cinese. Il titolo originale del libro è “Love and Murder in the time of Covid” ed è un titolo che dissimula il vero contenuto. Più esplicito il titolo italiano “Il dossier Wuhan”, perché, inframmezzata alla narrativa ‘gialla’ della ricerca del colpevole, c’è un’altra narrativa, quella del dossier che arriva a Chen Cao in qualche maniera, direttamente da Wuhan, tra mille difficoltà e sempre con il timore di essere scoperto.

    A Shanghai ci sono stati tre omicidi nelle vicinanze del maggiore ospedale. Non c’era alcun collegamento tra le tre vittime, l’assassino era uno solo o più di uno? Chen Cao e la sua segretaria Jin verranno alloggiati in un hotel dove un intero piano è stato loro riservato, per evitare spostamenti che ormai, con le nuove disposizioni per impedire i contagi, sono difficoltosi. Ma è solo questo il motivo?

Il Bund a Shanghai

    Se è vero che ritroviamo nel romanzo scene che purtroppo ci ricordano da vicino quanto è successo da noi- l’ululato continuo delle sirene, il sovraccarico di lavoro per medici e infermieri, la disperazione di chi non riusciva ad essere ammesso negli ospedali strapieni, l’atmosfera, però, aggiunge paura alla paura, orrore all’orrore. È un’atmosfera opprimente quanto quella del romanzo “1984” di Orwell, spesso citato insieme alla “Fattoria degli animali” dove il maiale Napoleone è una chiara allusione al novello Imperatore cinese. Perfino il nuovo linguaggio coniato in Cina ricalca quello orwelliano, c’è il psicocrimine, la cyber polizia, un Grande Fratello che ha mezzi tecnologici di onnipresente sorveglianza sconosciuti ai tempi di Orwell, ci sono i droni simili a grandi uccelli ronzanti. E poi ci sono i Grandi Bianchi (i controllori delle trasgressioni delle norme anticovid), le Piccole Guardie Rosse e i comitati di quartiere. A Wuhan- riporta il dossier- sono state inchiodate con assi le porte delle abitazioni dove c’era anche un solo ammalato, il governo non aveva mantenuto la promessa di far arrivare generi di consumo, nessuna emergenza (un parto anticipato, un attacco di appendice o di asma) veniva accettata in ospedale. I danni collaterali della politica zero-Covid erano altissimi. Si sarebbe arrivato a questo anche a Shanghai?

La Torre della Gru Gialla. Wuhan

   “Amore e morte ai tempi del Covid”- la morte è ovunque, la morte coglie di sorpresa, sia chi si ammala di Covid sia i malcapitati che sono stati assassinati; resta l’amore, quello timido tra Chen Cao che si sente vecchio e la segretaria che lo adora e lo ammira, quello per i genitori che sono i più fragili di fronte al virus, quello che può anche portare ad uccidere. Prevale lo scoramento- a che cosa è servito che Chen Cao si sia dato da fare per risolvere il caso? La Cina cambia, la Cina è sempre uguale. E, dopo i versi degli antichi poeti cinesi che Chen Cao tradurrà in inglese, dopo quelli sulla Torre della Gru Gialla di Wuhan (gli antichi se ne andarono, in groppa a gialle gru;/ in questa landa, invano, ne resta ormai la torre), dopo quelli del suo amato T.S.Eliot (aprile è il mese più crudele), arrivano quelli sferzanti di “Leggendo La Fattoria degli Animali”: Santo cielo, pandemia? Febbre alta? Che succede?/ Nossignori non temete, l’importante è avere fede…E che importa se più tardi i flutti sommergeranno il cielo?/ Io sono l’Imperatore, l’unico Imperatore.

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