Voci da mondi diversi. Africa
romanzo di formazione
Siphiwe Gloria Ndlovu, “La storia dell’uomo”
Ed.
F. Brioschi, trad. Chiara Manfrinato
21 dicembre 1979. Emil Coetzee si sta
lavando le mani sporche di sangue. È stato proclamato il cessate il fuoco in
questo paese mai nominato che possiamo supporre essere la Rodhesia, oggi
Zimbabwe, che ha per capitale la Città dei Re.
È un’immagine reale e simbolica questa che apre il romanzo- singolare romanzo di formazione che è, insieme, romanzo storico- di Siphiwe Gloria Ndlovu, scrittrice nata in Zimbabwe, emigrata con la famiglia in Svezia e poi negli Stati Uniti, per ritornare nello Zimbabwe dopo il 1980, quando il paese aveva raggiunto l’indipendenza. Un’immagine forte che, insieme a quelle che seguono, è come uno schizzo riassuntivo della vita del protagonista- Emil che va nel suo ufficio e rilegge, come ogni mattina, le righe finali dell’ultima e unica lettera che il figlio gli ha scritto prima di suicidarsi (Hai sempre voluto che uccidessi qualcosa e l’ho fatto. Spero che adesso tu sia fiero di me. Sono diventato il figlio che hai sempre desiderato) e i cinque biglietti su carta celeste ricevuti dalla donna che ha veramente amato (Ci sono anni di domande e anni di risposte).
Dopo il rifiuto di Emil di parlare con la giornalista sfrontata che vorrebbe scrivere la sua biografia, il rullino della vita di Emil si riavvolge e noi leggiamo dall’inizio la storia della sua vita che dovrebbe aiutarci a capire come è successo che sia diventato il cinquantenne che è adesso. Partiamo dai nonni e poi da suo padre e sua madre (in apparenza molto felici e innamorati, finché era successo l’inimmaginabile), l’infanzia in quel luogo magico che era il veld in una casa concessa dal governo a chi occupava un posto in polizia e che a lui bambino sembrava bellissima (anche se non aveva una veranda), il collegio esclusivo dove si formavano ‘i veri uomini’, quelli che avrebbero ‘fatto la storia’. Era in collegio che Emil aveva conosciuto quello che sarebbe stato suo amico per tutta la vita- era veramente suo amico? Il suo opposto, una persona solare e ottimista, decisamente favorevole all’integrazione delle razze, la multirazzialità del governo, un uomo dalle ampie vedute che si era accordato per un matrimonio aperto con la moglie che- guarda caso- era proprio la ragazza che Emil aveva visto due volte di sfuggita, su una pista di pattinaggio e poi su una spiaggia, innamorandosene perdutamente. Si può dire amico chi va a letto con la moglie dell’uomo che si fida di te?
A differenza dell’amico Courtney che sa per
certo da che parte schierarsi nella società bianca e nera dello Stato senza
nome, Emil Coetzee sembra essere sempre in bilico su una linea divisoria.
Uscito da quella scuola che formava gli uomini che avrebbero fatto la Storia,
aveva avuto l’idea di dare una Storia ai neri, fondando un’Organizzazione per
gli Affari Interni che avrebbe raccolto nomi e dati, senza immaginare, però,
come il suo intento sarebbe stato stravolto, come quell’elenco di dati avrebbe
facilitato la repressione.
Viene travolto, Emil. L’uomo che aveva
frequentato la scuola per gli uomini che avrebbero fatto la Storia si trova a
svolgere un ruolo che non aveva previsto, a fare una Storia che non è sicuro
sia quella che avrebbe voluto, vede la fine di un matrimonio contratto per fare
la cosa giusta, non riesce ad accettare le inclinazioni sessuali del figlio e
lo spinge ad una guerra che a lui fa orrore, ovunque si giri vede la morte- non
c’è più nessuno accanto a lui.
Questa storia di un uomo è, senza volerlo
essere, un romanzo storico in cui viene sfatato il mito del ‘fardello dell’uomo
bianco’ di memoria kiplinghiana e la storia di ‘un uomo’ diventa quella
‘dell’uomo’ al di là del colore della pelle, una storia fatta di guerre e di sangue.
Un libro per una visione diversa dell’Africa, da leggere.
Leggere a Lume di Candela è anche una pagina Facebook
Nessun commento:
Posta un commento