martedì 3 maggio 2022

Georges Simenon, “Il dottor Bergelon” ed. 2022

                                        Voci da mondi diversi. Francia

cento sfumature di giallo

Georges Simenon, “Il dottor Bergelon”

Ed. Adelphi, trad. Laura Frausin Guarino, pagg. 195, Euro 18,00

 

   Lui, il dottor Bergelon, è medico condotto in un paese della Francia. Uno di quei piccoli paesi in cui tutti si conoscono, in cui soprattutto lui, il dottore, conosce tutti, è entrato in tutte le case, ha fatto nascere chissà quanti bambini, ha visitato tutti nel suo ambulatorio, ha controllato e controlla settimanalmente la salute delle prostitute. È sposato con Germaine, una donnetta sempre pronta a servirlo, sempre in ansia per lui. Hanno due figli, la primogenita ha già 13 anni.

   Il dottor Mandelin viene da fuori, ha pensato che quello fosse il luogo ideale per una clinica di lusso. E fa una proposta a Bergelon. Se Bergelon gli manderà dei pazienti, la parcella del primo sarà tutta per lui, per gli altri Mandelin gli corrisponderà il quaranta per cento. Una proposta allettante a cui Bergelon non sa dire di no. Germaine si lamenta sempre delle loro ristrettezze.

    La prima paziente mandata da Bergelon è al suo primo parto. Il marito, Cossot, è rimasto orfano giovane, suo padre era un poliziotto, lui si è impegnato, ha fatto strada, poter offrire alla moglie una clinica di lusso è un segno del suo successo.


    Proprio quella sera Mandelin ha invitato il dottor Bergelon e la moglie ad una cena in casa sua. Si mangia, si beve (tanto), si tira tardi (troppo), mentre una dopo l’altra arrivano le telefonate dell’infermiera della clinica per sollecitare l’intervento del dottor Mandelin. Il quale non si muove affatto, lui sa come vanno le cose, ci vuol tempo prima che una partoriente metta alla luce un primo figlio. Quando Mandelin e Bergelon vanno alla clinica, sono entrambi ubriachi. E le cose non vanno come devono andare.

    È interessante osservare come questo momento di volta incida diversamente sulla vita dei due dottori e l’attenzione dello scrittore è rivolta quasi esclusivamente a Bergelon. Su Mandelin l’esperienza scorre come fosse di nessuna importanza. Mandelin è cinico, si dà da fare per corrompere chiunque possa portare avanti un’indagine. Ben diverso è Bergelon che sa di essere colpevole, gli pare che la persecuzione da parte di Cossot sia meritata. Cossot ormai è sempre ubriaco e minaccia di uccidere Bergelon. Come cambia Bergelon, pressato dagli eventi, dagli incontri con Cossot e la sua amante, da quei bicchieri di troppo che lui incomincia a bere? Lui che, memore del padre, non aveva mai bevuto? Bergelon sente che deve cambiare vita.


     L’allontanamento di Bergelon da casa è un mini-viaggio che ha la valenza di tutti i viaggi. Viaggio come conoscenza di sé, come riflessione, come nuovi incontri, come vecchi incontri. Viaggio come espiazione, come accettazione di sé. Viaggio circolare che ritorna al punto di partenza, dopo aver respinto la tentazione di salpare per Trebisonda. Che fascino è contenuto in questo nome! In italiano ‘perdere la trebisonda’ vuol dire perdere il controllo di sé- ha riacquistato il controllo su se stesso, il dottor Bergelon?

    Uno dei libri di Georges Simenon senza il commissario Maigret che vale la pena di leggere.

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