venerdì 3 settembre 2021

Vaddey Ratner, “All’ombra del baniano” ed. 2021

                                              Voci da mondi diversi. Cambogia

       romanzo autobiografico

Vaddey Ratner, “All’ombra del baniano”

Ed. ObarraO, trad. Pietro Ferrari, pagg. 392, Euro19,50

 

    17 aprile 1975. Dopo aver sconfitto il regime di Lon Nol sostenuto dagli americani, i Khmer Rossi, seguaci del Partito comunista cambogiano, entravano con i carri armati a Phnom Penh, la capitale, costringendo la popolazione ad abbandonare immediatamente la città. Era l’inizio di una dittatura che sarebbe durata quattro anni durante i quali un quarto della popolazione sarebbe morta per le dure condizioni di vita e per le atrocità commesse dai Khmer. L’obiettivo dei Khmer Rossi era creare una società agraria del tutto autosufficiente- da qui la ‘necessaria’ rieducazione delle classi più elevate e degli intellettuali (bastava un paio di occhiali per essere classificato come tale) sul modello della Rivoluzione Culturale di Mao. In realtà prigioni e campi di sterminio vennero installati in tutto il paese e Pol Pot, primo ministro del Paese, doveva passare alla Storia come uno dei più spietati dittatori del Novecento.

Re Sisowath

     Vaddey Ratner, autrice del romanzo “All’ombra del baniano”, aveva cinque anni quando i Khmer Rossi presero il potere. La sua famiglia discendeva dal re Sisowath che aveva regnato all’inizio del ventesimo secolo. La nonna, patetico personaggio che appare nel libro, veniva chiamata  ‘la Regina Nonna’, anche se i membri della famiglia avevano poi dovuto autocensurarsi e non farsi mai sentire mentre si rivolgevano a lei con questo titolo. Suo padre era un poeta piuttosto famoso che le raccontava storie bellissime con l’intento di darle le ali perché potesse volare, visto che zoppicava dopo aver avuto la polio da piccola. La sua giovane e affascinante mamma apparteneva ad una famiglia di agricoltori, dei possidenti che non potevano essere graditi al nuovo regime e, tuttavia, lei aveva avuto la possibilità di acquisire qualche conoscenza di base di vita rurale che le sarebbe stata molto utile nella nuova situazione.


    Quella mattina era iniziata con esultanza. Sembrava che si dovesse essere felici per la fine della guerra. Finché era arrivato un soldato, preceduto da colpi di arma da fuoco, ordinando loro di prendere poche cose e andare via. Andare dove? Per quanto tempo? Perché? Tutte domande senza risposta. E’ l’inizio dell’esodo, di una massiccia migrazione forzata di massa. La famiglia di Raami, alter ego della scrittrice, riesce a restare compatta e a viaggiare, in un primo tempo sulla loro auto- padre, madre, nonna, Raami e la sorellina Radana. Riescono anche a congiungersi con la famiglia del fratello del padre, il simpatico e gigantesco Zione. Il mondo sta crollando intorno a Raami e il primo pezzo tangibile di quel mondo che scompare è l’armatura metallica che imprigiona la sua gamba, per qualche motivo inaccettabile ai soldati rivoluzionari. Eppure, finché sono tutti insieme, sembra che tutto possa essere affrontato, anche se quel ‘tutto’ è incomprensibile. Poi, il primo a scomparire senza che nulla si sappia più di lui, è il padre. E forse è proprio lei, la piccola Raami, che lo adora, ad essere responsabile del suo allontanamento. È lei che, con candore e orgoglio, ha rivelato il suo vero nome, senza pensare che questo lo avrebbe condannato.  E il senso di colpa non la abbandonerà mai. Sarà anzi raddoppiato, quando trascurerà la sorellina, la prediletta della mamma, e questa sarà ricoperta da punture di zanzare. Ma le zanzare portano la malaria in Cambogia…

    Non troverete la grande Storia nel romanzo “All’ombra del baniano”, ma il riflesso di questa nell’esperienza della bambina che la vive e che non capisce quello che sta succedendo. I grandi intorno a lei hanno smesso di cercare una spiegazione e di farsi domande, come potrebbe capire lei la tragedia che la circonda, la disperazione, la fame, l’abbrutimento, la morte? Intorno a lei si fa il vuoto, la sua grande e bella famiglia non c’è più. La bambina Raami smette di sperare di rivedere il padre. La bambina Raami non parla più.


     Bello, un libro di Storia senza essere un libro di Storia, una vicenda privata che dice le sofferenze di un popolo, che parla di volontà di sopravvivere, di piccoli atti di generosità e di amore e altri di estrema crudeltà. Un libro nato dal desiderio della scrittrice di dare voce alla memoria del padre ‘e alla memoria di tutti quelli che sono stati ridotti al silenzio.’ E pensiamo alle grandi radici aeree dei baniani dei templi di Angkor- c’era una promessa di sicurezza all’ombra del baniano, una promessa non mantenuta.

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