lunedì 1 febbraio 2021

Dror Mishani, “Tre” ed. 2020

                                                         Voci da mondi diversi. Israele

cento sfumature di giallo

Dror Mishani, “Tre”

Ed e/o, trad. A. Shomroni, pagg. 213, Euro 17,08

   Si intitola “Tre” ed è diviso in tre parti, il nuovo libro dello scrittore israeliano Dror Mishani che non fa parte della serie che ha per protagonista l’ispettore Avraham Avraham. Sono quasi tre racconti con tre personaggi diversi che sono tuttavia collegati da una conoscenza in comune, quella con Ghil, avvocato che si occupa di far rilasciare passaporti esteri per cittadini israeliani.

    Tre donne: Orna, Emilia, Ella.

   Orna è un’insegnante ed è appena uscita da un divorzio doloroso. Ne ha sofferto lei, ne soffre tuttora il figlio di nove anni, Eran. Il marito l’ha lasciata per un’altra donna che ha già quattro figli e insieme sono andati a vivere in Nepal. Tramite un sito per single Orna conosce Ghil, separato dalla moglie e con due figlie grandi. Iniziano a frequentarsi, Orna non è del tutto sicura che quest’uomo le piaccia, a volte non le pare sincero. E comunque non farebbe mai niente che possa dispiacere al suo bambino. Quando l’ex-marito ritorna per una vacanza in Israele ed Eran va a passare alcuni giorni con lui, Orna è lacerata dalla gelosia, dal timore che il bambino voglia andare via con il padre. Forse è questo o forse è la solitudine che la spingono ad accettare un invito di Ghil.

    Emilia fa la badante in casa di un uomo anziano a cui si è affezionata. Viene da Riga, non ha imparato l’ebraico, non ha lasciato in Lettonia una famiglia, non ha amici in Israele. Quando il vecchio muore, Emilia trova un altro lavoro, ma dovrebbe far modificare il suo visto per cercare anche un’altra occupazione e guadagnare di più. Le viene suggerito di rivolgersi al figlio del suo ex- datore di lavoro che fa l’avvocato. È Ghil. Ghil è servizievole e gentile, a poco a poco conquista la fiducia di Emilia che accetta di fare le pulizie in casa sua. Strana casa, senza nulla di personale.

    Ella è sposata e ha tre bambine. Per sfuggire alla prigione domestica si è rimessa a studiare e sta scrivendo la tesi. Conosce Ghil nel caffè dove si siede con il suo computer portatile. La loro è un’amicizia superficiale, fumano una sigaretta insieme, scambiano quattro chiacchiere. Ghil vorrebbe qualcosa di più, Ella si schermisce adducendo il motivo del marito geloso. Per noia, per desiderio di novità, Ella acconsente ad un fine settimana all’estero con lui- una ricerca per la tesi sarà un buon pretesto. Finchè…colpo di scena e la partenza viene annullata. E un altro straordinario colpo di scena concluderà la vicenda.

    “Tre” è un thriller psicologico dalla tensione altissima. Non sembra così all’inizio. L’avvio è quello di una vicenda normale in cui l’interesse è centrato sul trauma di un divorzio subito e sui problemi che l’improvvisa assenza del papà  causa al bambino che è seguito da uno psicologo. Quando poi Orna incomincia a frequentare Ghil, l’atmosfera cambia. Le pagine si riempiono di un senso di attesa, come di un temporale che debba scaricarsi, proviamo un’angoscia quasi insopportabile. E poi inizia la seconda parte. Adesso siamo preparati ad affrontare quello che succederà, anche se vorremmo evitarlo. Quando incontriamo Ella, nella terza parte, siamo rassegnati a ciò a cui pensiamo che lei non possa sfuggire. Ci aspetta una grossa sorpresa, un ribaltamento della situazione. E finalmente torna il sereno.

Un ottimo Dror Mishani in cui l’indagine poliziesca è in secondo piano rispetto all’indagine nella mente dei personaggi.

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la recensione sarà pubblicata su www.stradanove.it



 

2 commenti:

  1. Io l'ho appena finito. Non mi è piaciuto. Non c'è una indagine psicologica accurata, non si capisce se Ghil sia uno stalker seriale o se abbia ucciso solo in questi casi per cause di "forza maggiore" (non voglio spoilerare nulla a chi non l'abbia ancora letto)...e poi perché??? Le donne descritte un po' superficialmente. Si capisce il loro malessere ma sembrano un po' troppo sprovveduti. E l'ambiente è "squallido", di uno squallore senza speranza, come se non ci fosse via d'uscita. Naturalmente è solo il mio pensiero, ma non mi ha proprio convinta.

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    1. Capisco benissimo la sua perplessità: anche a me sono piaciuti di più i due romanzi che hanno per protagonista Avraham Avraham e anche io ho trovato non 'rifinito' il personaggio di Ghil. Forse perchè Dror Mishani è uno scrittore che mi piace, mi sono sforzata di dare un significato a Ghil- ho pensato alla 'banalità del male', all'insensatezza del male, il male per il male.

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