Voci da mondi diversi. Indonesia
Questa
è la realtà di adesso e dobbiamo rassegnarci. Sentiamo la mancanza di incontri
di presenza con gli scrittori con cui vorremmo parlare dei loro libri (e non
solo con gli scrittori, lo sappiamo, ci mancano gli incontri con tutti), e tuttavia dobbiamo essere grati alla posta
elettronica che ci permette di raggiungerli dovunque essi siano e di ‘dialogare’
con loro.credit Leah Diprose
Questo è il Suo primo romanzo tradotto
in italiano e stiamo imparando a conoscerLa. Ci vuole dire qualcosa di sé,
prima di iniziare a parlare del libro?
Oltre a scrivere romanzi, traduco in inglese romanzi e opere di poesia indonesiani. Forse è per il fatto che faccio la traduttrice che mi sono entusiasmata per l’edizione italiana del mio libro e sono grata a Sonia Folin che lo ha tradotto. Quando traduco qualcosa, mi affeziono all’opera che sto traducendo e sono riconoscente a chi ha dedicato tempo e impegno per rendere il mio libro in un’altra lingua.
Lei è sino-indonesiana come i personaggi
e “L’ultima cena del clan Sulinado”, ma loro vivono a Giacarta e “appartengono”
a quei luoghi, ad un gruppo etnico ben definito. A dove “appartiene” Lei? Come La
definisce il Suo essere sino-indonesiana?
Mi scuso in anticipo per la mia risposta. Non è mai stato
facile rispondere alla domanda, “A dove appartiene?”, perché nella mia identità
ci sono molte diverse componenti. Sono nata negli Stati Uniti, ma ho vissuto a Singapore
e in Indonesia dai tre ai diciassette anni. Poi ho frequentato l’università
negli Stati Uniti, dove ho vissuto dieci anni, e adesso sono dieci anni che
vivo a Sydney.Giacarta
In tutta la prima parte della mia vita,
fino ai ventuno o ventidue anni, non ero del tutto consapevole di essere
sino-indonesiana perché non era qualcosa a cui la mia famiglia badasse. Accentuavano
il fatto che noi fossimo semplicemente ‘cinesi’ e dicevano che io ero
cinese-americana perché avevo la cittadinanza americana. Ma, quando sono andata
all’università negli Stati Uniti e ho incontrato dei veri cinesi-americani, mi
sono resa conto che io non ero proprio così. E quando ho iniziato a seguire le
lezioni di lingua indonesiana e a leggere e a fare ricerche sulla letteratura
indonesiana per il mio dottorato, ho incominciato a identificarmi sempre di più
come cinese- indonesiana.
Proprio così. Le farfalle del romanzo, e gli insetti in
generale, sono un mezzo per esaminare la questione dell’agire individuale- fino
a che punto i personaggi sono liberi di determinare la loro vita e fino a che
punto sono il prodotto delle circostanze- la famiglia, la sfera sociale a cui
appartengono, la cultura, il razzismo costante nei confronti di persone di
etnia cinese e così via? Le farfalle monarca che stanno migrando si spostano
per istinto su e giù lungo la costa, le bagatelle sono possedute da funghi, e
perfino i bachi da seta sorvegliati da Estella sono stati allevati per fare
qualcosa di molto specifico- filare la seta, e poi morire.
Da dove è venuta l’idea dei gioielli fatti con gli insetti? come le sono venuti in mente?
Fin dalla tarda adolescenza ho sempre
provato un fascino da amatoriale verso gli insetti. Ne avevo una collezione. Avevo
delle mantidi religiose come animaletti domestici. Quando ho avuto un lavoro a
tempo parziale in un negozio di storia naturale a Berkeley, uno dei miei
compiti era infilzare con gli spilli e organizzare i loro insetti. Adesso i
miei figli ed io ci prendiamo cura di 4 insetti bastone. Gli insetti in genere
sono delle creature così belle e complesse, e mantengono splendidamente il loro
colore e la loro forma per via del loro esoscheletro. Penso che l’idea dei
gioielli fatti con gli insetti sia derivata in maniera spontanea da questo mio costante
interesse.
Il titolo originale è “Under your wings”
(“Sotto le vostre ali”), che sono
parole prese da un salmo. Ho pensato che si possano riferire alle farfalle e
che ci possa essere anche un tocco di ironia, pensando alla fine (o forse
dovrei dire all’inizio del romanzo?).
Entrambe le sue supposizioni sono giuste! Nella scena in
cui le sorelle dicono addio alle farfalle monarca nel loro secondo viaggio per
vederle, sentono per caso un uomo del personale del parco che spiegava perché le
farfalle si raggruppano insieme- “Fa veramente caldo sotto tutte quelle ali!”.
E questo si collega ad un altro interrogativo del romanzo: l’idea della segretezza, dell’inganno, dell’oscurità come forma di amore. È più crudele svelare i peccati di quelli che amiamo e di noi stessi, oppure è una gentilezza offrirgli riparo?
Leonard si converte al cristianesimo. Ci
fu veramente una rinascita del cristianesimo negli anni ‘80? E fu in qualche
maniera in contrasto con la religione prevalente, quella musulmana se non vado
errata?
C’è stata veramente una rinascita del cristianesimo alla
fine degli anni ‘90 e agli inizi degli anni 2000 fra quelli che erano già
cristiani. Sì, la religione della maggioranza in Indonesia è l’Islam, ma l’adesione
religiosa tende a seguire linee razziali e perciò ci sono parecchi gruppi di
minoranza (per esempio, batak, papuani, dayaks, cinesi) fra i quali il
cristianesimo è molto diffuso, secondo quali sforzi furono fatti dai missionari
e dove. Fra la popolazione di etnia cinese, il cattolicesimo, il cristianesimo
protestante, il buddismo e il confucianesimo sono le religioni più diffuse.
Leonard, Tante Sandra, Estella: tutti
loro cercano di combattere la corruzione e lo stile di vita di quella società,
ma falliscono tutti. Non c’è speranza di cambiamento? È ancora così diffusa la
corruzione?Suharto
Penso che ci sia stato un grande cambiamento
dai giorni dell’amministrazione di Suharto, quando la corruzione era all’ordine
del giorno. Penso che la corruzione sia un problema di tanti paesi, anche dove
si pensa che non ce ne sia affatto. È un problema più universale di quanto si
creda, anche se forse in alcuni posti è più invisibile che in altri.
Ho letto “This earth of mankind” dello
scrittore indonesiano Pramoedya Ananta Toer e ne sono rimasta colpita. È un
potente attacco al colonialismo, molto più efficace di “Passaggio in India”.
Esiste ancora, e in maniera altrettanto rigida che nel passato, la società
stratificata iniziata dagli olandesi, con la divisione netta tra Bianchi, Indo
e Nativi?
L’importanza di queste categorie
specifiche- Bianchi, Indo e Nativi- è superata quasi del tutto, ma è stata
sostituita dal riconoscimento dell’immensa diversità che era stata cancellata
dalla categoria ‘Nativi’. C’è un numero sorprendente di diversi gruppi etnici
in Indonesia. E negli ultimi decenni c’è stata una maggiore consapevolezza
riguardo al potere politico, economico e culturale posseduto dalla maggioranza
etnica, i giavanesi, adesso e storicamente, anche prima dell’arrivo degli
europei.
Fra le nuove voci della letteratura
contemporanea indonesiana ho letto soltanto “La bellezza è una ferita” di Eka
Kurniawan che è forse, oltre a Lei, l’unico scrittore indonesiano tradotto in
italiano. E devo confessare che non mi è piaciuto il suo realismo magico. Quali
altri scrittori consiglierebbe di leggere per conoscere meglio l’Indonesia e la
sua cultura?
È una domanda difficile perché ci sono così tanti scrittori da consigliare. Per conoscere meglio l’Indonesia, un libro divertente che consiglio è “Paper Boats” di Dee Lestari, che ho tradotto qualche anno fa. È una divertente commedia romantica che ci dà un’idea di quello che succede all’interno dei college, della cultura del lavoro e della vita quotidiana più in generale. È ambientato a Bandung, a Bali e a Giacarta.
Se devo citare qualche autore secondo il mio
gusto personale, i miei scrittori preferiti includono Eliza Vitri Handayani,
Norman Erikson Pasaribu e Intan Paramaditha. Mi piace anche molto “The Dancer”
di Ahmad Tohari.
Sta lavorando ad un nuovo romanzo?
In realtà al momento sto lavorando a due
romanzi. Il primo, che sto scrivendo adesso, è il terzo e ultimo della trilogia
fantasy che ho iniziato a scrivere prima che fosse pubblicato “L’ultima cena
del clan Sulinado”- il primo libro della trilogia è intitolato “The Oddfits”.
L’altro
romanzo su cui sto lavorando è ancora allo stadio di idea. C’è un forte elemento
di riflessione e sarà molto buio.
Leggere a Lume di Candela è anche una pagina Facebook
Intervista e recensione (vedi post di venerdì 1 gennaio 2021) saranno pubblicate su www. stradanove.it
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