domenica 14 aprile 2019

INTERVISTA A DRAGO HEDL, autore de “Il segreto di Maša” ed. 2019


                                      Voci da mondi diversi. Penisola balcanica
                                      cento sfumature di giallo


     E’ tornato Drago Hedl, il cavaliere che combatte il drago dalle mille teste, lo scrittore croato che denuncia nei suoi romanzi la corruzione degli uomini politici, della magistratura, della polizia. E’ tornato con il secondo romanzo della trilogia che ci porta nel cuore nero delle alte sfere croate. E parliamo ancora con lui, in attesa del terzo libro conclusivo, l’affondo che ristabilirà ‘l’ordine’ (almeno sulla carta).

Dopo aver letto il secondo libro della Sua trilogia, ho avuto l’impressione che il primo, “Silenzio elettorale”, fosse una sorta di introduzione a quello che intendeva dire, e che il secondo, “Il segreto di Maša”, ci porti nel ‘cuore delle cose’. Il terzo sarà quello decisivo che risolve tutte le domande e porta i colpevoli allo scoperto?
     Ho immaginato la trilogia proprio come ha detto Lei: nella terza parte che sto terminando ora tutto troverà una soluzione. E accadrà a Kiev, in Ucraina. Ma naturalmente non Le dirò come. Se lo facessi, sarebbe come in una vecchia barzelletta. Un tizio era arrivato in ritardo al cinema, il film era già iniziato, così la maschera lo aveva aiutato a trovare un posto al buio. Si aspettava una mancia, ma lui non le aveva dato nulla. Allora lei, arrabbiata, gli aveva detto: ‘Voglio che Lei lo sappia, l’assassino è il giardiniere.’

Confesso la mia ignoranza di politica croata e non sono in grado di capire ciò a cui Lei accenna- sotto i nomi falsi che Lei dà loro nei suoi romanzi, ha in mente delle persone ben precise? Voglio dire, c’è una persona vera dietro Horvatić e Bagarić e Babić?
      Horvatić, Bagarić e Babić, i personaggi negativi nei miei tre romanzi, assomigliano molto ad alcuni uomini politici in Croazia. Comunque, descrivendoli, non avevo in mente nessun uomo politico in particolare. Tuttavia alcuni fatti nel romanzo, specialmente nel primo, “Silenzio elettorale”, sono accaduti realmente. Le ragazzine minorenni dell’orfanotrofio di Osijek, la città in cui abito, sono state coinvolte in una catena di prostituzione, e fra i clienti c’erano alcuni uomini politici. Ne ho scritto in quanto giornalista. Purtroppo il crimine e la corruzione non sono rari fra i politici croati. Il fatto che l’ex primo ministro sia attualmente in prigione, e che alcuni ministri e parlamentari siano pure stati in prigione, ne è una conferma.
Osijek

In “Silenzio elettorale” il palcoscenico dell’azione era diviso tra Osijek e Zagabria, qui Lei allarga lo sfondo e c’è uno spostamento continuo tra Osijek e Belgrado, tra Croazia e Serbia. Ho la sensazione che Lei voglia dire qualcosa ai lettori- il legame fra le due nazioni è strano: i ricordi del passato sono stati sostituiti da nuovi interessi?
     Sì, la situazione è piuttosto paradossale. Anche se è passato un quarto di secolo dalla guerra, i rapporti politici tra la Croazia e la Serbia sono ancora molto tesi. Si potrebbe perfino dire che sono ostili. Ma la mafia di entrambi i paesi, invece, coopera molto bene. E la collaborazione è iniziata subito dopo la guerra. Le due mafie sono state le prime a stabilirla. E’ risaputo che alcuni noti membri della mafia serba avevano passaporti croati. Li comperavano nel consolato croato a Mostar, in Bosnia Erzegovina. Alcuni famosi criminali serbi si sono nascosti in Croazia. Anche se molti fatti nel romanzo sono frutto di invenzione, la loro collaborazione è reale.

Ci sono due filoni da seguire ne “Il segreto di Maša”. Uno è, per così dire, più privato perché riguarda i misfatti di un personaggio, il secondo ha un campo d’azione più ampio perché porta al traffico d’armi. Come sono collegati questi due filoni? E il traffico di droga è diventato meno importante di quello d’armi? 
      In apparenza queste due storie sono separate. Ma nel romanzo si fondono in una sola storia. L’ascesa politica di Ivan Horvatić (il personaggio negativo principale) sarà collegata al traffico d’armi. In questo commercio, quello del contrabbando di armi, sono molto spesso coinvolti uomini politici. Con le droghe ci vanno più piano. Ma il traffico d’armi non è meno redditizio di quello della droga. Il personaggio negativo principale del romanzo, Horvatić, raggiunge la posizione di Ministro degl Interni nel terzo libro della trilogia. Questo gli permette due cose: impedire un’inchiesta sui crimini da lui commessi e intraprendere il lavoro remunerativo del traffico d’armi. Una faccenda di contrabbando di armi lo porta in Ucraina dove accadranno delle cose che gli costeranno la carriera politica e lo faranno finire in prigione. In Croazia non sarebbe mai stato possible, neppure in un romanzo: chi può arrestare il Ministro degli Interni?
Belgrado

    La mafia serba e quella croata sembrano essere molto forti nei suoi romanzi. Stanno soppiantando la mafia italiana? Sono forse collegate anche alla mafia italiana? Si sono divise i campi di interesse?
      La mafia serba e quella croata non sono collegate solo nel mio romanzo. Lo sono anche, e strettamente, nella realtà. Non voglio sottostimare la mafia italiana, ma penso che i vostri criminali potrebbero imparare molto dai nostri. Nel romanzo non c’è alcuna cooperazione tra le mafie croata e serba e quella italiana, ma naturalmente ciò non significa che tale cooperazione non esista. Ho letto proprio adesso che il vostro ex ministro Giancarlo Galan lavava denaro in Croazia. I suoi soldi sono stati trovati in una banca croata. Se si facessero ricerche negli affari delle banche in Italia, chissà, forse verrebbe fuori che qualche ministro croato ha ripulito soldi in Italia. Forse Ivan Horvatić, perchè no?

Il sistema della ‘vostra’ mafia è lo stesso di quella italiana? Hanno gli stessi metodi?

   Sembra che le due mafie, la ‘vostra’ e la ‘nostra’, siano simili, perché sia in Italia sia in Croazia, a volte non è facile trovare la linea di separazione tra criminali e alcuni uomini politici. ‘La mafia classica’ è fuori moda. Il furto in banca vecchio stile è stato superato dai tempi. I metodi della ‘nuova’ mafia sono sofisticati. Perché affrontare i pericoli di una rapina classica a mano armata, quando ci sono dei metodi più facili ed efficaci? La politica apre le porte e la mafia entra. Senza sparare, senza morti, senza auto della polizia. Alla fine si condivide il bottino e sono tutti soddisfatti.


Nel romanzo sembra che la vita sia molto pericolosa per un giornalista di inchiesta. E’ questa la Sua esperienza personale? Ha avuto problemi da quando ha pubblicato i suoi romanzi?
      Sono stato per due volte sotto protezione della polizia, quando mi sono occupato di inchieste pericolose. Hanno giudicato che la mia vita fosse in pericolo a causa delle minacce che avevo ricevuto. Però non ho avuto problemi con la pubblicazione dei miei romanzi criminali. Se io avessi fatto il vero nome di Ivan Horvatić, l’uomo politico associato alla mafia, mi sarei potuto aspettare dei guai. Ma a chi interessa Ivan Horvatić, uomo politico di un romanzo, frutto della mia immaginazione? Forse qualcuno si è riconosciuto nei personaggi dei miei romanzi, forse i lettori hanno pensato: ehi, ma io so chi è quel Horvatić! Ma il vero Ivan Horvatić se ne starà zitto, naturalmente. Non dirà mai che Drago Hedl ha pensato a lui quando scriveva I suoi romanzi. I tipi come lui sono furbi. Più furbi di tutti noi.

Mi incuriosisce il titolo del terzo romanzo, “Pollo alla Kiev”, che- come mi ha detto nella intervista precedente- non ha nulla a che fare con una ricetta culinaria. Senza rivelare nulla, mi può dire in breve perché porta l’azione in Ucraina? Mi stuzzica l’idea di un altro scenario doppio.
Kiev
      All’inizio del romanzo “Pollo alla Kiev” c’è un momento in cui l’ispettore di polizia Vladimir Kovač e la sua collega e compagna Vesna Horak, esperta forense, si divertono a preparare un piatto chiamato Pollo alla Kiev. Naturalmente questo non è il motivo per cui ho intitolato il romanzo “Pollo alla Kiev”. Come ho già detto l’uomo politico Ivan Horvatić verrà a Kiev per incominciare un commercio di contrabbando d’armi con nuovi soci in Ucraina. Ma, come sappiamo dai due precedenti romanzi, ha un’ossessione per le ragazze giovani. Ne incontrerà alcune a Kiev. Mi spiace ma, a questo punto, non posso dire altro.

la recensione e l'intervista saranno pubblicate anche su www.stradanove.it
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