Voci da mondi diversi. Penisola balcanica
cento sfumature di giallo
E’
tornato Drago Hedl, il cavaliere che combatte il drago dalle mille teste, lo
scrittore croato che denuncia nei suoi romanzi la corruzione degli uomini
politici, della magistratura, della polizia. E’ tornato con il secondo romanzo
della trilogia che ci porta nel cuore nero delle alte sfere croate. E parliamo
ancora con lui, in attesa del terzo libro conclusivo, l’affondo che ristabilirà
‘l’ordine’ (almeno sulla carta).
Dopo aver
letto il secondo libro della Sua trilogia, ho avuto l’impressione che il primo,
“Silenzio elettorale”, fosse una sorta di introduzione a quello che intendeva
dire, e che il secondo, “Il segreto di Maša”, ci porti nel ‘cuore delle cose’.
Il terzo sarà quello decisivo che risolve tutte le domande e porta i colpevoli
allo scoperto?
Ho
immaginato la trilogia proprio come ha detto Lei: nella terza parte che sto
terminando ora tutto troverà una soluzione. E accadrà a Kiev, in Ucraina. Ma
naturalmente non Le dirò come. Se lo facessi, sarebbe come in una vecchia
barzelletta. Un tizio era arrivato in ritardo al cinema, il film era già iniziato,
così la maschera lo aveva aiutato a trovare un posto al buio. Si aspettava una
mancia, ma lui non le aveva dato nulla. Allora lei, arrabbiata, gli aveva detto:
‘Voglio che Lei lo sappia, l’assassino è il giardiniere.’
Confesso la mia ignoranza di politica
croata e non sono in grado di capire ciò a cui Lei accenna- sotto i nomi falsi
che Lei dà loro nei suoi romanzi, ha in mente delle persone ben precise? Voglio
dire, c’è una persona vera dietro Horvatić e Bagarić e Babić?
Horvatić, Bagarić e Babić, i
personaggi negativi nei miei tre romanzi, assomigliano molto ad alcuni uomini
politici in Croazia. Comunque, descrivendoli, non avevo in mente nessun uomo
politico in particolare. Tuttavia alcuni fatti nel romanzo, specialmente nel
primo, “Silenzio elettorale”, sono accaduti realmente. Le ragazzine minorenni
dell’orfanotrofio di Osijek, la città in cui abito, sono state coinvolte in una
catena di prostituzione, e fra i clienti c’erano alcuni uomini politici. Ne ho
scritto in quanto giornalista. Purtroppo il crimine e la corruzione non sono
rari fra i politici croati. Il fatto che l’ex primo ministro sia attualmente in
prigione, e che alcuni ministri e parlamentari siano pure stati in prigione, ne
è una conferma.
Osijek |
In “Silenzio
elettorale” il palcoscenico dell’azione era diviso tra Osijek e Zagabria, qui
Lei allarga lo sfondo e c’è uno spostamento continuo tra Osijek e Belgrado, tra
Croazia e Serbia. Ho la sensazione che Lei voglia dire qualcosa ai lettori- il
legame fra le due nazioni è strano: i ricordi del passato sono stati sostituiti
da nuovi interessi?
Sì, la situazione è piuttosto paradossale.
Anche se è passato un quarto di secolo dalla guerra, i rapporti politici tra la
Croazia e la Serbia sono ancora molto tesi. Si potrebbe perfino dire che sono
ostili. Ma la mafia di entrambi i paesi, invece, coopera molto bene. E la
collaborazione è iniziata subito dopo la guerra. Le due mafie sono state le
prime a stabilirla. E’ risaputo che alcuni noti membri della mafia serba
avevano passaporti croati. Li comperavano nel consolato croato a Mostar, in Bosnia
Erzegovina. Alcuni famosi criminali serbi si sono nascosti in Croazia. Anche se
molti fatti nel romanzo sono frutto di invenzione, la loro collaborazione è
reale.
Ci sono due
filoni da seguire ne “Il segreto di Maša”. Uno è, per così dire, più privato
perché riguarda i misfatti di un personaggio, il secondo ha un campo d’azione
più ampio perché porta al traffico d’armi. Come sono collegati questi due
filoni? E il traffico di droga è diventato meno importante di quello d’armi?
In
apparenza queste due storie sono separate. Ma nel romanzo si fondono in una
sola storia. L’ascesa politica di Ivan Horvatić (il personaggio negativo
principale) sarà collegata al traffico d’armi. In questo commercio, quello del
contrabbando di armi, sono molto spesso coinvolti uomini politici. Con le
droghe ci vanno più piano. Ma il traffico d’armi non è meno redditizio di
quello della droga. Il personaggio negativo principale del romanzo, Horvatić,
raggiunge la posizione di Ministro degl Interni nel terzo libro della trilogia.
Questo gli permette due cose: impedire un’inchiesta sui crimini da lui commessi
e intraprendere il lavoro remunerativo del traffico d’armi. Una faccenda di
contrabbando di armi lo porta in Ucraina dove accadranno delle cose che gli
costeranno la carriera politica e lo faranno finire in prigione. In Croazia non
sarebbe mai stato possible, neppure in un romanzo: chi può arrestare il
Ministro degli Interni?
Belgrado |
La
mafia serba e quella croata sembrano essere molto forti nei suoi romanzi.
Stanno soppiantando la mafia italiana? Sono forse collegate anche alla mafia
italiana? Si sono divise i campi di interesse?
La mafia serba e quella croata non sono
collegate solo nel mio romanzo. Lo sono anche, e strettamente, nella realtà.
Non voglio sottostimare la mafia italiana, ma penso che i vostri criminali
potrebbero imparare molto dai nostri. Nel romanzo non c’è alcuna cooperazione
tra le mafie croata e serba e quella italiana, ma naturalmente ciò non
significa che tale cooperazione non esista. Ho letto proprio adesso che il
vostro ex ministro Giancarlo Galan lavava denaro in Croazia. I suoi soldi sono
stati trovati in una banca croata. Se si facessero ricerche negli affari delle
banche in Italia, chissà, forse verrebbe fuori che qualche ministro croato ha
ripulito soldi in Italia. Forse Ivan Horvatić, perchè
no?
Il sistema della ‘vostra’ mafia è lo
stesso di quella italiana? Hanno gli stessi metodi?
Sembra
che le due mafie, la ‘vostra’ e la ‘nostra’, siano simili, perché sia in Italia
sia in Croazia, a volte non è facile trovare la linea di separazione tra
criminali e alcuni uomini politici. ‘La mafia classica’ è fuori moda. Il furto
in banca vecchio stile è stato superato dai tempi. I metodi della ‘nuova’ mafia
sono sofisticati. Perché affrontare i pericoli di una rapina classica a mano
armata, quando ci sono dei metodi più facili ed efficaci? La politica apre le
porte e la mafia entra. Senza sparare, senza morti, senza auto della polizia.
Alla fine si condivide il bottino e sono tutti soddisfatti.
Nel romanzo
sembra che la vita sia molto pericolosa per un giornalista di inchiesta. E’
questa la Sua esperienza personale? Ha avuto problemi da quando ha pubblicato i
suoi romanzi?
Sono stato per due volte sotto protezione della polizia,
quando mi sono occupato di inchieste pericolose. Hanno giudicato che la mia
vita fosse in pericolo a causa delle minacce che avevo ricevuto. Però non ho
avuto problemi con la pubblicazione dei miei romanzi criminali. Se io avessi
fatto il vero nome di Ivan Horvatić, l’uomo politico associato alla mafia, mi sarei potuto aspettare dei guai.
Ma a chi interessa Ivan Horvatić, uomo politico di un romanzo, frutto della mia immaginazione? Forse
qualcuno si è riconosciuto nei personaggi dei miei romanzi, forse i lettori
hanno pensato: ehi, ma io so chi è quel Horvatić! Ma il vero Ivan
Horvatić se ne starà zitto, naturalmente. Non dirà mai che Drago Hedl ha
pensato a lui quando scriveva I suoi romanzi. I tipi come lui sono furbi. Più
furbi di tutti noi.
Mi incuriosisce il titolo del terzo romanzo, “Pollo
alla Kiev”, che- come mi ha detto nella intervista precedente- non ha nulla a
che fare con una ricetta culinaria. Senza rivelare nulla, mi può dire in breve
perché porta l’azione in Ucraina? Mi stuzzica l’idea di un altro scenario
doppio.
Kiev |
All’inizio
del romanzo “Pollo alla Kiev” c’è un momento in cui l’ispettore di polizia
Vladimir Kovač e la sua collega e compagna Vesna Horak, esperta forense, si
divertono a preparare un piatto chiamato Pollo
alla Kiev. Naturalmente questo non è il motivo per cui ho intitolato il
romanzo “Pollo alla Kiev”. Come ho già detto l’uomo politico Ivan Horvatić verrà a
Kiev per incominciare un commercio di contrabbando d’armi con nuovi soci in
Ucraina. Ma, come sappiamo dai due precedenti romanzi, ha un’ossessione per le
ragazze giovani. Ne incontrerà alcune a Kiev. Mi spiace ma, a questo punto, non
posso dire altro.
la recensione e l'intervista saranno pubblicate anche su www.stradanove.it
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